Francia e Germania puntano sull’Ira europeo, Meloni sta con i frugali

Il possibile arrivo di Volodymyr Zelensky a Bruxelles potrebbe restringere i margini di quello che, al prossimo vertice dei leader dei 27, rischia di essere il nuovo terreno di scontro in Europa, il piano industriale voluto da Ursula von der Leyen come risposta all'Inflaction Reduction Act americano. La discussione entrerà nel vivo al Consiglio europeo di questa settimana e la partita è più complessa del previsto: Francia e Germania sono passate all'offensiva puntando con decisione su un Ira europeo che includa nuova flessibilità sugli aiuti di Stato ma sul punto la maggioranza dei 27 ha però più di una riserva. Il dossier, assieme a quello dei migranti, è stato al centro del colloquio telefonico tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron organizzato proprio in vista del summit di giovedì. La creazione di un Inflaction Reduction Act europeo “è imminente” ha spiegato il francese Bruno Le Maire prima di volare negli Stati Uniti con il suo collega tedesco Robert Habeck in una missione che delinea plasticamente l'offensiva di Parigi e Berlino sugli aiuti di Stato, rilanciando il cosiddetto motore franco-tedesco. L'Eliseo, sino a qualche settimana fa aveva mostrato una certa apertura alla creazione di un fondo Sure nel breve termine; l'idea, tuttavia, è stata bocciata dal cancelliere Olaf Scholz e accantonata dalla Commissione.

Al Consiglio Affari Generali di Bruxelles la presidenza svedese dell'Ue non ha potuto far altro che registrare “le divergenze” tra i 27. Il Ministro Raffaele Fitto ha illustrato la linea italiana: “Evitare soluzioni che creino disparità di condizioni fra chi ha spazio fiscale e chi non ne ha”, una posizione che il Ministro Adolfo Urso ribadirà oggi al Consiglio informale sulla competitività di Stoccolma. L’Italia  può contare su diverse sponde: quella del commissario Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager e quella dei cosiddetti Paesi frugali tra i 27: “Non vogliamo avere un'eccessiva flessibilità nelle regole degli aiuti di Stato che portino ad una fine del level playing field”, ha scandito la Finlandia alla riunione dei ministri degli Affari Ue che prepara, tradizionalmente, i Consigli europei. Dalla parte di Helsinki ci sono altre 9 capitali nordiche, L'Aja inclusa, e, non a caso, Giorgia Meloni e il suo omologo olandese Mark Rutte, in una conversazione telefonica, hanno concordato “di lavorare assieme” sulle sfide dell'economia e dei migranti. Sui medesimi temi la premier italiana ha sentito Emanuel Macron, il suo omologo austriaco Carl Nehammer e il premier greco Kyriakos Mitsotakis; già, perché sul tavolo del Consiglio europeo ci sarà anche la migrazione e, sul dossier, ognuno dei capi di Governo sentiti dalla Premier ha una posizione diversa dall'altro. 

Il Governo è lavoro per l’aggiornamento del Pnrr e del RepowerEu

Avanzate delle proposte, occorre lavorare al più presto ai progetti per poter spendere i soldi a disposizione: è l'appello, viene riferito da alcuni partecipanti, arrivato dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante la riunione della cabina di regia sul Pnrr, alla quale hanno preso parte il responsabile del dossier sul piano nazionale di ripresa e resilienza, tutti i Ministri competenti e gli Amministratori delegati dei principali operatori del settore energetico ed elettrico nazionale (Enel, Eni, Snam e Terna) L'incontro è servito ad avviare il confronto soprattutto sui progetti energetici. Il Governo ha fretta e del resto l'Europa chiede il rispetto dei tempi: “Per garantire una rapida attuazione delle misure del RepowerEu, gli Stati membri dovrebbero presentare i loro Pnrr modificati con i capitoli RepowerEu entro il 30 aprile, al più tardi. I restanti prestiti del Recovery forniscono finanziamenti aggiuntivi per le riforme e gli investimenti nei capitoli RepowerEu”, ha osservato il Commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni. La sfida del Governo italiano è quella di “rafforzare la sovranità energetica”, una sfida che per la Premier richiede “un impegno da parte di tutti”. 

L'obiettivo è arrivare “in tempi brevi” a “elaborare e successivamente realizzare un piano” che possa rendere “l'Italia più sostenibile da un punto di vista energetico attraverso l'aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, la riduzione dei consumi”. Durante l'incontro si è parlato anche di come arrivare al cambiamento dei progetti considerati irrealizzabili o comunque da modificare. “Ci riempiamo tanto la bocca di Pnrr” senza considerare che in realtà “i soldi ci sono” per cui adesso “ci aspettiamo dei risultati concreti”, ha detto il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Per Meloni “Il Governo si è impegnato ad attivare strumenti finanziari e di politica industriale per sostenere concretamente la realizzazione dell'intero piano” ed ha sottolineato che il RepowerEu consentirà all'Italia “di dare un forte contributo alla realizzazione del Piano Mattei al fine di consolidare il processo di diversificazione delle forniture verso una totale eliminazione del gas russo e per far diventare l'Italia hub energetico del Mediterraneo per tutta l'Europa in un proficuo rapporto di cooperazione soprattutto con i Paesi africani”. 

Le opposizioni sono per una mozione unitaria contro Delmastro

Le opposizioni hanno puntato Andrea Delmastro: le sue dimissioni da sottosegretario alla Giustizia, o quanto meno la revoca delle deleghe al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, sono l'obiettivo di una mozione unitaria che, comunque, solo dopo le regionali potrebbe essere discussa in Parlamento. L’appuntamento rischia di creare qualche imbarazzo nel centrodestra, vista la freddezza con cui finora Lega e Forza Italia si sono espressi sul comportamento dell'esponente di FdI, anche se Silvio Berlusconinega “inesistenti divisioni” e Matteo Salvini assicura che “la maggioranza è compatta con Giorgia Meloni” e “non si tocca” il 41 bis “sotto ricatto o sotto violenza”. “C'è una spaccatura fortissima nella maggioranza, perché FdI ha un atteggiamento bullesco, di quelli che arrivano e dicono ora comandiamo noi. Evito di parlare di fascismo. Ma nel loro caso è così”, torna alla carica il leader di Azione, Carlo Calenda, dopo aver dato della “nazionalista semifascista” alla premier e aver appoggiato l'idea di una mozione di censura, non solo nei confronti di Delmastro ma anche per Giovanni Donzelli, che dal collega di partito ha ricevuto le informazioni sul caso Cospito su cui è stato basato l'attacco contro i dem a Montecitorio.

Per ora ci sono due mozioni presentate alla Camera, una del Pd-Avs e una del M5S, ma gruppi di opposizione lavorano a un testo unitario, che poi la Conferenza dei Capigruppo dovrebbe calendarizzare alla ripresa dei lavori dopo la sospensione per le Regionali e, probabilmente, dopo la nuova informativa del ministro Carlo Nordio del 15 febbraio alla Camera. A differenza dei Ministri, i sottosegretari non possono essere sfiduciati direttamente: sono nominati con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del premier sentito il Cdm, e così la revoca deve passare in Cdm e poi essere decretata dal Capo dello Stato. Finora Giorgia Meloni ha difeso Delmastro e Donzelli, e nella maggioranza sembra chiara l'intenzione di mantenere toni bassi su questa vicenda nel rush finale verso le Regionali. Il centrosinistra, invece, prepara l'offensiva: vari esponenti, come Angelo Bonelli (Avs) e Riccardo Magi (+Europa), hanno fatto richiesta al ministero della Giustizia di accesso agli atti per avere i documenti relativi alle informazioni sui dialoghi in carcere fra Alfredo Cospito e alcuni boss (come lui al 41 bis) che Delmastro ha passato a Donzelli. Insomma siamo all’inizio di una discussione che sembra orami destinata a proseguire e che potrebbe diventare una vera spina nel fianco della maggioranza.

Alla Camera

Nella giornata di oggi e per tutto il resto della settimana l’Assemblea della Camera dei deputati non si riunirà per consentire alle diverse forze politiche di potersi concentrare sulle elezioni ragionali in Lombardia e Lazio. I lavori dell’Aula di palazzo Montecitorio riprenderanno lunedì 13 febbraio con la discussione del decreto per la gestione dei flussi migratori.

Anche le Commissioni lavoreranno a ranghi ridotti. Oggi si riunirà la sola Attività Produttive che proseguirà il ciclo di audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva su Made in Italy, valorizzazione e sviluppo dell'impresa italiana nei suoi diversi ambiti produttivi; nello specifico ascolterà i rappresentanti di Coldiretti, Legacoop, Confcoperative, Federazione nazionale agroalimentare (#Agrocepi), dell’Unione italiana vini, Federvini, dell’Associazione Palatifini, del Consorzio Focaccia di Recco col formaggio IGP e di Unione italiana food. 

Al Senato

Anche l’Assemblea del Senato nella giornata di oggi e per tutta questa settimana non si riunirà. I lavori dell’Aula di palazzo Madama riprenderanno martedì 14 febbraio alle 16.30 con la discussione del decreto milleproroghe

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali, con la Bilancio, entrerà nel vivo del confronto sul decreto milleproroghe con l’obiettivo di chiuderne l’esame entro la fine della settimana. La Industria e Agricoltura esaminerà il decreto sulle misure urgenti per impianti d’interesse strategico nazionale, svolgerà delle audizioni sul ddl di modifica al codice della proprietà industriale e alcune sulle disposizioni per il riconoscimento della figura dell'agricoltore custode dell'ambiente e del territorio e per l'istituzione della Giornata nazionale dell'agricoltura. 



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