Conte tenta la carta della distensione con Iv, oggi vede i renziani

Il Premier Giuseppe Conte avvia l'operazione distensione con Italia viva. Il Presidente del Consiglio, dopo due giorni di incontri serrati con le parti sociali per cercare di chiudere la partita sul decreto maggio, oggi affronta i problemi interni alla maggioranza, convocando i rappresentanti del partito di Matteo Renzi. Alle 15.00, a Palazzo Chigi, arriveranno quindi i capigruppo alla Camera e al Senato Maria Elena Boschi e Davide Faraone e il presidente Ettore Rosato per cercare di riprendere i fili del dialogo dopo l'ultimatum di Renzi nell'aula del Senato, i contrasti degli ultimi giorni e la minaccia di dimissioni della Ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova. “Conte non ha mai litigato con Italia viva, ma si può inquadrare l'incontro in un’ottica distensiva”, spiegano fonti vicine al presidente del Consiglio. Da parte sua, Iv invia qualche (mezzo) segnale di distensione: “Oggi il Governo annuncia di anticipare le riaperture. Lo chiediamo da tempo, bene così”, twitta il Matteo Renzi mentre fonti del partito fanno notare con soddisfazione che Conte ha “espresso pubblicamente apprezzamento”. “Sembra che abbiano capito che senza di noi non c'è maggioranza, specie al Senato”, aggiungono le stesse fonti, preannunciando che i temi che saranno posti al presidente del Consiglio sono tre: la posizione del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, il piano shock per le infrastrutture e la ripartenza economica. Il premier avrà il compito di trovare la quadra sulle richieste di una maggioranza che all'avvio della Fase 2 appare in agitazione, come conferma il dato degli oltre mille emendamenti al dl liquidità presentati da Pd, M5s, Iv e Leu. 

Il nodo migranti spacca la maggioranza e isola il M5S

La maggioranza si spacca sulla regolarizzazione dei migranti. Italia viva è in pressing, con la Ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova che arriva a minacciare le dimissioni e Matteo Renzi che sposa in pieno la battaglia della sua ministra e garantisce che Iv “non cerca consensi” ma fa proposte per il Paese, rivendicando la “coerenza” del suo partito rispetto ad altri. Ma i 5 stelle di intervenire sulle regolarizzazioni non ne vogliono sentir nemmeno parlare; sul punto è categorico il capo politico Vito Crimi: “Le ipotesi in campo riguardano la possibilità di concedere permessi di soggiorno temporanei per gli immigrati irregolari. Questo non aiuta l'emersione del lavoro nero, anzi lo fa aumentare”, scandisce. A favore della regolarizzazione, però, si schierano anche Pd e Leu, lasciando isolati nella maggioranza i 5 stelle, unici ad opporsi. Tuttavia ambienti pentastellati spiegano che quella espressa da Crimi non è una posizione di rottura: il principio è che il comparto agroalimentare, che necessità di manodopera, va sostenuto, ma al contempo, bisogna contrastare il fenomeno del caporalato, sfruttamento e rischio emarginazione e quindi una regolarizzazione per tutti, senza limiti, non viene considerata la soluzione. Bisogna invece trovare attraverso la mediazione una soluzione che leghi il permesso di soggiorno al contratto di lavoro e dunque alla regolarizzazione. Contro quella che viene definita una sanatoria si schierano Lega e Fratelli d'Italia. Tocca al premier Giuseppe Conte gettare acqua sul fuoco e mediare, e garantisce: “Non esiste alcuna ostilità nei confronti di un partito di maggioranza”. Per Conte Italia viva sta "offrendo utili contributi al fine di definire un programma d’interventi che non si limitino a rimediare agli effetti negativi dell'epidemia ma che pongano le basi per una pronta ripresa del tessuto produttivo”. Nel tardo pomeriggio fallisce anche il nuovo tentativo di mediazione tra Teresa Bellanova, la titolare del Viminale Luciana Lamorgese, il Ministro del Sud Giuseppe Provenzano e la Ministra del Lavoro, la pentastellata Nunzia Catalfo. Si tenterà nuovamente oggi di sciogliere i nodi e trovare una quadra. 

Il Decreto maggio rischia di slittare nel fine settimana. Tensione con le imprese

Procede per strappi, tra minacce di dimissioni, mediazioni e frenate, il lavoro della maggioranza sul decreto maggio. Si litiga su tutto, dalla regolarizzazione dei migranti al campionato di calcio, dal reddito di emergenza alle misure per le imprese. E così rischia di slittare ancora la maxi manovra da 55 miliardi per dare sostegno all'economia: si punta a un Consiglio dei ministri nel weekend ma nulla è ancora scontato, in quella che somiglia sempre più a una corsa contro il tempo. Nel giorno in cui l'Europa stima una caduta del Pil al -9,5% per il nostro Paese, Giuseppe Conte vede profilarsi una “crisi dolorosa”, un “periodo di grandi sofferenze”; per frenare questa tendenza e provare a invertirla, bisogna “affrettarsi” a portare in Cdm le nuove misure, dice il premier ai rappresentanti del commercio e della piccola impresa. A chi in questi giorni gli ha indirizzato le critiche più dure lancia segnali distensivi, di ascolto delle loro proposte anche se il mondo imprenditoriale chiede di più. Al vertice con gli industriali ci sono i Ministri Roberto Gualtieri, Stefano Patuanelli e Nunzia Catalfo, ma gli imprenditori sono critici, invocano risposte, anche Ance chiede più attenzione. Maurizio Stirpe in un'intervista al Sole 24 ore torna a chiedere “indennizzi e non prestiti” e a dire no a “soldi a pioggia con una logica assistenziale”. 

Non piace l'idea, osteggiata nella maggioranza anche da Iv, di ricapitalizzare con fondi pubblici le imprese tra i 5 e i 50 milioni di fatturato. “Non penso a nazionalizzazioni ma possiamo arricchire il sostegno alle imprese”, prova a tranquillizzare Conte rispetto a una misura voluta sia da Pd che da M5S. Per capire quale potrà essere il perimetro degli interventi statali si attende che la Commissione Ue, forse domani, aggiorni la disciplina degli aiuti di Stato. Ciò non toglie che la tenuta del Governo dipenderà dalla capacità di garantire pagamenti rapidi ai cittadini e liquidità alle imprese. Ed è anche la consapevolezza della gravità del momento ad aumentare le tensioni. Intanto Matteo Renzi torna ad attaccare sul Reddito di emergenza, avverte sul rischio di uno “tsunami occupazionale” e ribadisce il no a nuovi dpcm (su cui anche i Dem restano critici). Il premier, come detto, oggi incontrerà i rappresentanti di IV ma Renzi resta prudente: “Vedremo se alle parole seguiranno i fatti”, dice ai suoi e convoca per sabato un'assemblea dei suoi parlamentari. Per sciogliere i nodi che ancora restano nel decreto di maggio servirà un nuovo incontro del premier con i capi delegazione. I nervi restano tesi, anche perché a guastare i rapporti nella maggioranza ci sono il capitolo Alfonso Bonafede, e anche il calcio, con gli attacchi dei renziani a Vincenzo Spadafora, tanto che Conte deve prendere in mano il dossier. E mentre in Parlamento arrivano più di 2800 emendamenti al decreto sulla liquidità alle imprese la tensione si fa sempre più alta.

Boom guariti ma risalgono morti. Il Governo è al lavoro per le riaperture

Per la prima volta dall'inizio dell'emergenza il numero dei guariti dal coronavirus supera quello dei malati - 93.245 sono i dimessi e 91.528 gli attualmente positivi - e il Governo accelera ancora sulle riaperture: “Non c’è alcuna volontà di protrarre questo lockdown residuo. Se c’è la possibilità di anticipare qualche data, possiamo anche valutare delle aperture ulteriori”, sottolinea il premier Giuseppe Conte nell'incontro con Rete Imprese Italia ribadendo la posizione dell'esecutivo: se i dati lo consentiranno, si potrà anticipare la riapertura di bar, ristoranti e negozi che era prevista per inizio giugno. Ma le parole del premier non devono ingannare: fino al 18 maggio, nonostante le fughe in avanti delle Regioni e le pressioni delle categorie produttive, molto probabilmente non cambierà nulla. Anche se il governatore della Liguria Giovanni Toti, ha avvertito: “Sulle riaperture non possiamo aspettare oltre. È opinione della maggior parte dei governatori (che oggi si riuniranno in videoconferenza) che occorra stabilire dei piani di riapertura Regione per Regione. Al Governo chiederemo di modificare il Dpcm per consentire alle singole Regioni di presentare dei piani di riapertura già dalla prossima settimana”. Gli esperti tuttavia sono stati molto chiari: servono almeno 15 giorni per valutare se l'allentamento delle misure deciso il 4 maggio avrà avuto effetti negativi sulla curva dei contagi. Ed inoltre, sia il Comitato tecnico scientifico sia la task force di Vittorio Colao, che dovrebbe presentare un nuovo report a Conte entro la fine della settimana, stanno ancora lavorando per definire nel dettaglio le regole per questi settori considerati a rischio poiché prevedono un contatto fisico. “Stiamo lavorando su bar, ristoranti e parrucchieri - conferma il Ministro delle Autonomie Francesco Boccia - ma bisogna aspettare le linee guida dell'Inail per consentire loro di operare in sicurezza. Dal 18 maggio molte attività potranno riaprire e le Regioni che decideranno di farlo senza il rispetto delle linee guida Inail se ne assumeranno la responsabilità”. 

Al Senato

Dopo che nella giornata di ieri è stato approvato definitivamente il decreto per l’organizzazione e svolgimento dei Giochi olimpici e paralimpici Milano Cortina 2026, l’assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 9.30 per la discussione delle interrogazioni a risposta immediata

Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia riprenderà il confronto sul ddl relativo alla magistratura ordinaria. L’Industria ascolterà i rappresentanti di FIAVET, Confindustria Alberghi, Confetra, Federalberghi e Federparchi sull’affare assegnato sulle iniziative di sostegno ai comparti dell'industria, del commercio e del turismo nell'ambito della congiuntura economica conseguente all'emergenza da COVID-19. La Salute svolgerà delle audizioni informali su profili sanitari della cosiddetta Fase 2 (strategie anti e post Covid-19). Infine la Politiche dell’Ue riprenderà le audizioni sulla Legge di delegazione europea 2019.

Alla Camera

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi domani alle 10.00 per l’esame del decreto per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19. Alle 12.00 ascolterà l'informativa urgente del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini sulle iniziative di competenza del suo dicastero per fronteggiare l'emergenza da COVID-19 e alle 16.30 svolgerà le interpellanze urgenti. 

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Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali svolgerà diverse audizioni sul decreto sulle consultazioni elettorali per l'anno 2020 e alle 14.00 ascolterà, in videoconferenza, il Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli sulle iniziative di competenza. La Finanze, assieme alla Attività Produttive, esaminerà il decreto liquidità. La Trasporti esaminerà lo schema di aggiornamento 2018-2019 del contratto di programma 2017-2021 - Parte investimenti tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e Rete ferroviaria italiana Spa. Alle 12.00 la Affari Sociali ascolterà Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità, Giuseppe Viggiano, direttore generale della direzione generale della digitalizzazione del sistema informativo sanitario e della statistica del Ministero della salute, e Serena Battilomo, dirigente presso la medesima direzione generale, sulle iniziative relative al monitoraggio dei contatti interpersonali nell'ambito delle misure di sanità pubblica legate al contrasto dell'emergenza epidemiologica Covid-19.

 



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