Salvini incontra e rassicura Draghi sulle riforme

Matteo Salvini ha incontrato nuovamente Mario Draghi, cui ha fornito rassicurazioni sulle riforme del fisco e della giustizia: nessuna barricata in nome della flat tax, nessun intralcio al lavoro della Ministra Cartabia con i referendum sul processo. A cementare il patto di governo è l'economia che per Palazzo Chigi è “in ripresa”, con un Pil che dovrebbe spingersi oltre le attese. Su quel tasto il leader leghista, che si mostra entusiasta dell'azione di Draghi, pone l'accento a voler dare corpo alla scelta di stare in maggioranza: “Prima l'Italia, è lo slogan con cui riporterà la Lega in piazza il 19 giugno, a vantare i “successi” dell'esecutivo, inclusa la linea di Draghi sull'immigrazione, di “condivisione con l'Europa”. Ma sulla battaglia dei referendum, che agitano il dialogo tra partiti sulla riforma della giustizia, non recede. Alla fine dell’incontro il leader del Carroccio non manca di tessere le lodi all'esecutivo: “É andata molto bene, abbiamo perso di vista l'orologio. Un'ora e mezzo di confronto, sostanziale condivisione e soddisfazione per tutto quello che si è fatto in questi tre mesi e per quello che si farà. Stiamo dando agli italiani ottimi risultati”; e sul blocco dei licenziamenti non ha dubbi: “Assoluta sintonia” con il premier. 

L’ipotesi della federazione in Parlamento tra Lega e Fi porta scompiglio 

Ma a complicare le cose nella maggioranza c’è il progetto di conquistare la golden share in Parlamento unendo le forze con FI. Ma qui la partita si fa più difficile, i malumori tra gli azzurri consigliano prudenza, e anche il vertice delle amministrative viene rinviato di qualche giorno. A dispetto degli annunci della vigilia, Salvini assicura di non aver parlato a Draghi della federazione che ha in mente di costruire con Forza Italia; da Palazzo Chigi confermano che il tema non è stato toccato ma più fonti parlamentari sostengono che l'argomento è stato tenuto fuori dall'agenda ufficiale per non trascinare il premier su un terreno tutto politico. L’ipotesi di un unico gruppo parlamentare del centrodestra di governo, che sarebbe primo per numeri in Parlamento agita, e non poco, le altre forze della maggioranza. Ma l'operazione dei gruppi unitari appare molto complicata, anche perché rischierebbe di aumentare gli scontenti soprattutto tra le fila di Fi ma anche tra i leghisti, dal momento che unire i gruppi vorrebbe dire anche ridurre il numero degli incarichi; perciò si potrebbe optare per una soluzione soft come quella di due gruppi separati, ma un unico “speaker” per ogni Camera. “Non sarà una fusione”, assicura Salvini incontrando i suoi. 

Da lì si inizierà a ragionare su un'idea che a Silvio Berlusconi non dispiace, anche perché fu lui a proporla nel 2019. Il Cavaliere, che da Arcore sarebbe stato impegnato al telefono tutto il giorno con i fedelissimi, prova a rassicurare i dubbiosi che non intende benedire un'annessione o svendere il partito che ha creato. La direzione sembra tracciata e Berlusconi ne avrebbe parlato con Mara Carfagna: la Ministra del Sud, così come la collega degli Affari regionali Maria Stella Gelmini, continua a esprimere apertamente tutti i suoi dubbi e, respingendo l'idea che Forza Italia diventi Forza Lega, pone l'accento sulla contraddizione che nascerebbe da non sapere se quella di Salvini è “una conversione autentica” a una linea moderata e liberale o se sposa le posizioni dell'Afd; entrambe però invitano a darsi tempo.

Sui licenziamenti il governo apre a interventi per settori più in crisi

Il Governo apre all'ipotesi di intervenire in modo selettivo sul blocco dei licenziamenti, prorogandolo solo per i settori più in crisi. A decidere sarà il Parlamento, anche perché, se il Pd con il ministro del Lavoro Andrea Orlando si dice disponibile a percorrere questa strada, la Lega non parla con una voce sola: il ministro Giancarlo Giorgetti ci sta, ma il leader Matteo Salvini rivendica “assoluta sintonia” con la linea del premier Mario Draghi; il M5S sembra sposare la linea dei sindacati, che vogliono la proroga del blocco. In pratica: fra la formula scelta dal Governo, che apre ai licenziamenti da luglio ma frenandoli in base alla cig e la richiesta dei rappresentanti dei lavoratori, alla fine la strada potrebbe essere quella di un prolungamento per le filiere più in crisi, come il tessile e il calzaturiero, con uno sblocco invece per quelle in ripresa come l'edile. Palazzo Chigi segue gli sviluppi: a breve il terreno di gioco si sposterà in Parlamento dove le varie forze politiche dovranno cercare una sintesi. 

“C'è una coalizione ampia in cui si tratta di tenere insieme posizioni anche diverse” ha spiegato il ministro dem Orlando, “ho visto che si sta facendo strada un ragionamento sulla selettività rispetto ad alcune filiere. Se questo ragionamento c’è io sono pronto. Ma i tempi sono stretti”. Nei giorni scorsi, anche il ministro allo Sviluppo Economico, il leghista Giancarlo Giorgetti, ha detto che il blocco dei licenziamenti andrebbe “declinato più utilmente sui settori: ad esempio il tessile avrà una uscita più lenta rispetto ad altri”. I sindacati restano fermi sulla richiesta di proroga a ottobre e sulla selettività c’è chi rileva qualche difficoltà, soprattutto sulla possibilità tecnica di definire i perimetri delle varie filiere. C'è poi il timore dei tempi: il blocco dei licenziamenti scade il 30 giugno: il Parlamento può intervenire nel dl sostegni Bis, all'esame della commissione Bilancio alla Camera, ma le eventuali modifiche entrerebbero in vigore solo a fine luglio; il rischio, quindi, è che i tempi non siano allineati. 

Conte è pronto a prendersi il M5S, ma la tensione interna rimane alta

Giuseppe Conte si prepara a prendere in mano il M5S e per questo, annuncia, non correrà alle suppletive per avere un seggio in Parlamento: “Devo dedicarmi a tempo pieno alla ripartenza del Movimento”. Raggiunto l'accordo per il divorzio da Rousseau, l'ex premier e prossimo leader 5 Stelle schiva la “tentazione” di concorrere per una legittimazione parlamentare oltre che politica del suo incarico, una sfida che gli avrebbe procurato il vantaggio di controllare più da vicino i gruppi parlamentari, ma che lo esponeva allo stesso tempo al rischio di non riuscire ad aggiudicarsi un seggio per nulla affatto blindato. “Io non ho mai pensato di correre per il seggio di Roma... Un seggio in Parlamento è un onore ma sarebbe un disonore lasciarlo sistematicamente vuoto” ha spiegato in un'intervista al Corriere della Sera dove ha fatto chiarezza su tutta una serie d’interrogativi che, nei giorni di silenzio propedeutico all'accordo con Casaleggio, si erano moltiplicati, primo tra tutti quello del “sostegno pieno” del M5S al Governo Draghi: “Lo saremo in modo leale e costruttivo senza rinunciare alle nostre battaglie”. 

La questione porta però con sé alcune subordinate: quella, innanzitutto, di non poter “ricucire” con quella parte di Movimento che si è allontanata dopo il sì a Draghi, primo tra tutti Alessandro Di Battista che l'ex premier sperava di poter far rientrare nei ranghi. Intanto Davide Casaleggio, impegnato a restituire i dati degli iscritti al M5S, è al lavoro per esaminare le richieste di collaborazione che gli sono arrivate da altre organizzazioni per l'offerta di servizi “di partecipazione attiva e di cittadinanza digitale”; sui nomi l'associazione mantiene il riserbo, ma non è un mistero che proprio a Casaleggio guardino una parte d’iscritti al M5S e di eletti “ortodossi” che dopo mesi di incertezze vorrebbero creare una nuova formazione politica e propri gruppi parlamentari: alla Camera si dovrebbe costituire a breve una nuova componente, il nucleo di un nuovo Movimento che guarda a Barbara Lezzi, Nicola Morra, Di Battista e Casaleggio e che ha radici soprattutto nei territori dove, da Roma a Napoli, da Torino alla Calabria, si moltiplicano le manifestazioni di contrarietà di una parte della base alle intese cercate con il Pd e che vede come fumo negli occhi il sostegno a Draghi. Anche in Parlamento i mal di pancia per i costi del sostegno all'esecutivo si fanno sempre più sentire. 

L’Aula del Senato

L’Assemblea del Senato riprenderà i propri lavori alle 16.30 con le comunicazioni della Presidente Elisabetta Casellati sul calendario dei lavori.

Le Commissioni del Senato

Per quanto riguarda le Commissioni, giovedì la Affari Costituzionali proseguirà il confronto sulla sentenza della Corte Costituzionale sulla mancanza di una disciplina legislativa che assicuri l'accesso tempestivo alla tutela giurisdizionale nei confronti di decisioni potenzialmente lesive del diritto di elettorato passivo nelle elezioni politiche nazionali e alcune sulla pdl per l’equilibrio di genere nelle cariche pubbliche. La Giustizia svolgerà delle audizioni sul ddl per il contrasto alla discriminazione o violenza per sesso, genere o disabilità (il cosiddetto ddl Zan), esaminerà il ddl sulla distribuzione territoriale degli uffici giudiziari, i disegni di legge per la tutela degli animali, il ddl di delega per la riforma del processo civile, il ddl sugli effetti patrimoniali conseguenti alla separazione consensuale dei coniugi e il ddl sulla riproduzione fonografica e audiovisiva negli atti processuali. La Difesa proseguirà il ciclo di audizioni sulla relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento per l’anno 2020.  

La Bilancio si confronterà sul decreto sul fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e su altre misure urgenti per gli investimenti. La Finanze svolgerà delle audizioni sull’affare assegnato sulla classificazione della clientela da parte delle banche e sulla questione del calendar provisioning, ed esaminerà la proposta d’istituzione di una Commissione d'inchiesta sul settore del gioco pubblico. La Istruzione esaminerà lo schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento del Ministero della cultura per l'anno 2021 relativo a contributi a enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi. La Lavori Pubblici ascolterà i rappresentanti di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) sulla nuova linea ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria e sulla linea Potenza-Battipaglia, esaminerà il ddl di riforma della Rai, i ddl sul volo da diporto, il ddl sul libretto di infrastruttura e il disegno di legge per la riduzione del disagio abitativo. Si confronterà, poi, sul disegno di legge per il riordino delle disposizioni legislative in materia di costruzioni. 

La Agricoltura svolgerà delle audizioni sulle problematiche riguardanti aspetti di mercato e tossicologici della filiera del grano duro, alcune sui ddl relativi elicicoltura e diverse altre sulle problematiche di mercato del latte vaccino in Italia. A seguire riprenderà il ciclo di audizioni sul ddl relativo alla disciplina del settore florovivaistico e proseguirà il confronto su diversi affari assegnati come quello sui danni causati all'agricoltura dall'eccessiva presenza della fauna selvatica, quello sulle problematiche del settore agrumicolo in Italia e quello sul settore dell'apicoltura. La Industria svolgerà delle audizioni sui ddl per la disciplina dell'attività di perito assicurativo e alcune sui ddl per la disciplina della professione di guida turistica. Si confronterà sugli affari assegnati relativi all’area di crisi industriale complessa di Gela e su quello per razionalizzazione, trasparenza e struttura di costo del mercato elettrico e gli effetti in bolletta in capo agli utenti. La Sanità ascolterà Vito Cozzoli, presidente e amministratore delegato di Sport e Salute,  sul ddl sull’esercizio fisico e proseguirà le audizioni sul ddl per l’istituzione dello psicologo per le cure primarie. La Territorio esaminerà il ddl per la rigenerazione urbana. La Politiche dell’UE si confronterà sulla Legge europea 2019-2020 e svolgerà diverse audizioni sull’affare assegnato sulle possibili iniziative legislative della Commissione europea sulla delimitazione del territorio doganale dell'Unione europea.

L’Aula della Camera

Dopo che ieri il Governo ha posto la questione di fiducia, l’Aula della Camera tornerà a riunirsi alle 11.25 per le dichiarazioni di voto e voto sulla questione di fiducia sul decreto relativo alle misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da Covid-19, il cosiddetto decreto riaperture. Riprenderà, poi, i lavori dalle 16.00 alle 19.00 e dalle 20.00 alle 23.30, per lo svolgimento delle fasi successive. A seguire esaminerà la proposta di legge costituzionale sull’elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica e la pdl sul settore ittico

Le Commissioni della Camera

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali proseguirà le audizioni sulle pdl in materia di ordinamento e poteri della città di Roma capitale della Repubblica, e sulle pdl per la prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo violento di matrice jihadista. La Giustizia svolgerà delle audizioni sulle pdl in materia di affidamento dei minori. La Bilancio esaminerà il decreto relativo all'emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali, il cosiddetto decreto sostegni bis. La Finanze si confronterà sugli Atti europei relativi al mercato finanziario digitale. Alle 9.45, la Ambiente, con la Attività Produttive, proseguir l’audizione del ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani sulle modalità di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per le parti di competenza. Infine, la Agricoltura esaminerà la pdl per la valorizzazione delle piccole produzioni agroalimentari di origine locale. 



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