L’Aula della Camera ha concluso ieri la discussione delle mozioni concernenti iniziative a sostegno delle libere professioni e delle imprese [1-00266 (ulteriore nuova formulazione) Giorgia Meloni – FdI, 1-00268 Riccardo Molinari – Lega, 1-00269 (nuova formulazione) Andrea Mandelli – FI, 1-00271 Manuela Gagliardi (Misto-C10VM) e 1-00273 Chiara Gribaudo (PD), Devis Dori (M5S), Silvia Fregolent (IV) e Luca Pastorino (Misto-LeU)].

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Previo parere espresso dal sottosegretario per la giustizia Vittorio Ferraresi, l’Aula ha approvato tutte le mozioni alcune delle quali riformulate su richiesta del sottosegretario.

Le mozioni impegnano in sintesi il Governo:

  • ad avviare una interlocuzione per valutare una ipotesi di riforma della materia successoria;
  • ad adottare iniziative per predisporre un Testo unico sull'abbattimento delle barriere architettoniche e sull'accessibilità;
  • ad adottare iniziative per rivedere la legge n. 124 del 2017, che ha consentito l'ingresso del capitale privato nel mondo della farmacia e a favorire la piena realizzazione della farmacia dei servizi alla persona;
  • a porre in essere ogni iniziativa utile per il celere rinnovo della convenzione nazionale che disciplina i rapporti con le farmacie pubbliche e private;
  • ad adottare un'iniziativa normativa volta a rafforzare la tutela del personale sanitario e sociosanitario nell'esercizio delle loro funzioni;
  • a considerare l'opportunità di disciplinare la figura dell'infermiere di famiglia o di comunità, anche al fine di contenere il ricorso improprio al pronto soccorso e l'eccesso di ospedalizzazioni qualora non necessarie;
  • a valutare iniziative volte ad aumentare il numero delle borse di studio per i laureati specializzandi in medicina;
  • ad assumere iniziative, anche in collaborazione con la Federazione nazionale dei chimici e dei fisici, per valorizzare la figura professionale dei chimici e dei fisici;
  • a valutare l'adozione di adottare iniziative per rimodulare ed implementare le risorse dedicate al settore delle prestazioni veterinarie sia nel settore privato che in ambito pubblico;
  • a valutare l'opportunità di assumere iniziative per riordinare il sistema delle detrazioni fiscali per le spese veterinarie;
  • ad adottare iniziative per rivedere le disposizioni introdotte con la legge n. 124 del 2017 (Legge annuale per il mercato e la concorrenza) compatibilmente con i princìpi di finanza pubblica e con il riassetto della normativa comunitaria;
  • a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, finalizzate a declinare nell'ambito dell'ordinamento le proposte individuate dal documento congiunto Confindustria-Cndced (Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili);
  • ad adottare iniziative volte ad una maggiore semplificazione normativa attraverso la rimozione di alcune distorsioni strutturali che rendono l'ordinamento opaco e di difficile lettura nei suoi obiettivi e nel coordinamento tra le diverse discipline di imposta e tra i diversi comparti dell'ordinamento;
  • ad adottare iniziative normative finalizzate a garantire un rapporto fra fisco e contribuenti, valorizzando, con particolare riferimento a imprese e libere professioni, gli istituti della cooperazione e del controllo del rischio fiscale e garantendo la certezza del diritto e la proporzionalità della risposta sanzionatoria;
  • a lasciare inalterata, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, la vigente aliquota in materia di regime forfettario per le partite Iva e le start up, rispettivamente al 15 per cento per i ricavi fino a 65 mila euro ed al 5 per cento per le attività innovative;
  • ad adottare iniziative per introdurre la trasmissione telematica dell’«esterometro» su base trimestrale;
  • a valutare l'opportunità di adottare ogni opportuna iniziativa finalizzata a risolvere le problematiche sollevate dalla sostituzione degli studi di settore con gli indicatori sintetici di affidabilità;
  • ad adottare iniziative volte a rendere l'Imu pagata sugli immobili strumentali delle imprese completamente deducibile dal reddito d'impresa a partire dall'anno d'imposta 2022;
  • a valutare l'opportunità di adottare iniziative per consentire, la semplificazione del deposito degli atti di cui all'articolo 2435 del codice civile (pubblicazione del bilancio e dell'elenco dei soci e dei titolari di diritti su azioni);
  • ad adottare iniziative, anche nell'ambito dell'imminente disegno di legge di bilancio, volte a ridurre i costi e gli adempimenti a carico degli esercenti commerciali;
  • ad assumere iniziative per istituire un osservatorio sul mercato del lavoro.

Testi integrali delle mozioni approvate

   La Camera,

impegna il Governo:

1) ad intraprendere ogni opportuna iniziativa di carattere normativo atta a garantire la diffusa applicazione del principio dell'equo compenso per le prestazioni svolte da professionisti a favore delle pubbliche amministrazioni, grandi imprese, banche e assicurazioni, principio già contemplato all'articolo 13-bis della legge professionale forense, recepito nella legge di bilancio 2018 e ad avviare una mirata interlocuzione con tutte le professioni ordinistiche raccogliendo specifici contributi sulle peculiarità dei rispettivi regimi tariffari, onde poter elaborare una proposta normativa coerente ed unitaria sul tema;

2) ad avviare una interlocuzione per valutare una ipotesi di riforma della materia successoria;

3) a predisporre iniziative efficaci atte a potenziare la volontaria giurisdizione, anche a favore dei soggetti incapaci, per abbreviare i tempi lunghissimi per i provvedimenti provenienti dai giudici tutelari;

4) a proseguire il percorso di approfondimento avviato in ordine alla possibilità di revisione dei compensi per i consulenti tecnici d'ufficio;

5) ad adottare iniziative per predisporre un Testo unico sull'abbattimento delle barriere architettoniche e sull'accessibilità, anche d'intesa con la rete delle professioni tecniche e con le rappresentanze interessate del terzo settore, perché oggi esistono una serie di norme tra di loro non coordinate, come il decreto del Presidente della Repubblica n. 503 del 1996 che riguarda tutto ciò che è attinente agli edifici pubblici, il decreto ministeriale n. 236 del 1989 che riguarda gli edifici privati, la legge sui piani di eliminazione delle barriere architettoniche di fatto mai attuati, la legge n. 104 del 1992 che cura determinati aspetti, ma manca di una visione organica e sistematica di insieme;

6) a promuovere tutte le iniziative di competenza atte a garantire un più facile accesso al credito per i liberi professionisti;

7) per il tramite dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro, a diffondere il protocollo con ogni mezzo di comunicazione ed a istituire un tavolo congiunto con il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro per il monitoraggio, con cadenza almeno semestrale, sulle attività di rilascio delle certificazioni, per l'apporto di eventuali integrazioni e modifiche all'allegato tecnico di cui all'articolo 1 del protocollo e per la valutazione di eventuali iniziative congiunte di tipo formativo e informativo;

8) ad adottare un'iniziativa normativa volta a rafforzare la tutela del personale sanitario e sociosanitario nell'esercizio delle loro funzioni, attraverso la previsione di specifiche aggravanti per condotte di aggressione fisica, sia di un'aggravante a carattere generale per ogni fatto commesso con violenza o minaccia in loro danno;

9) a prevedere ogni iniziativa utile a tutelare i giornalisti, nell'esercizio della loro professione, dai sempre più frequenti episodi di intimidazione ed aggressione, per salvaguardare la libertà di informazione così come garantita dalla Carta costituzionale;

10) ad adottare iniziative per rivedere la legge n. 124 del 2017, che ha consentito l'ingresso del capitale privato nel mondo della farmacia, anche in via esclusiva, di fatto aprendo alle multinazionali e permettendo alle grandi catene di «invadere» il mercato, a scapito della figura del farmacista e di oltre tremila farmacie private oggi in crisi, compatibilmente con il rispetto dei principi comunitari e delle esigenze dei portatori di interessi garantendo continuità dei servizi e a favorire la piena realizzazione della farmacia dei servizi alla persona, normata dai decreti del 18 novembre 2010, 16 dicembre 2010 e 8 luglio 2011 ed ancora scarsamente attuata;

11) ad assumere iniziative per istituire un osservatorio sul mercato del lavoro;

12) a valutare iniziative volte ad aumentare il numero delle borse di studio disponibili per i laureati specializzandi in medicina al fine di sopperire alla mancanza di specialisti di settore nelle strutture sanitarie pubbliche;

13) a valutare l'opportunità di adottare iniziative per consentire, la semplificazione del deposito degli atti di cui all'articolo 2435 del codice civile.
(1-00266)
(Ulteriore nuova formulazione – Testo modificato nel corso della seduta) «MeloniLollobrigidaAcquaroliBaldiniBellucciBignamiBucaloButtiCaiataCarettaCiaburroCirielliLuca De CarloDeiddaDelmastro Delle VedoveDonzelliFerroFotiFrassinettiGalantinoGemmatoLucaselliMantovaniMaschioMolliconeMontaruliOsnatoPriscoRampelliRizzettoRotelliSilvestroniTrancassiniVarchiZucconi».

   La Camera

impegna il Governo:

1) a lasciare inalterata, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, la vigente aliquota in materia di regime forfettario per le partite Iva e le start up, rispettivamente al 15 per cento per i ricavi fino a 65 mila euro ed al 5 per cento per le attività innovative;

2) ad assumere ogni iniziativa volta a valorizzare ed incrementare l'accesso ai fondi dell'Unione europea, la formazione e l'autoregolamentazione quali priorità per promuovere le professioni liberali in Europa in quanto «è ancora scarsa» l'apertura ai professionisti dei bandi per l'accesso ai fondi strutturali europei 2014-2020 e pertanto è necessario che gli ordini facciano una maggiore attività di formazione;

3) ad intraprendere ogni opportuna iniziativa di carattere normativo atta a garantire la diffusa applicazione del principio dell'equo compenso per le prestazioni svolte da professionisti a favore delle pubbliche amministrazioni, grandi imprese, banche, assicurazioni, principio già contemplato all'articolo 13-bis della legge professionale forense, recepito nella legge di bilancio 2018 e ad avviare una mirata interlocuzione con tutte le professioni ordinistiche raccogliendo specifici contributi sulle peculiarità dei rispettivi, regimi tariffari, onde poter elaborare una proposta normativa coerente ed unitaria sul tema;

4) a valutare l'opportunità di adottare iniziative per procedere ad una modifica del decreto 30 marzo 2000, n. 162, per escludere dall'applicazione del regime di incompatibilità di cui all'articolo 1, comma 4, i professionisti che hanno svolto funzioni di amministratore giudiziario o liquidatore per nomina del giudice.
(1-00268)
(Testo modificato nel corso della seduta) «MolinariBitonciDurigonMorroneGalliCentemeroMurelliTurriAndreuzzaBinelliBisaCaffarattoCantalamessaCaparviCavandoliCollaCovoloDaraDi MuroGerardiGiacconeGusmeroliLegnaioliEva LorenzoniMarchettiMoschioniAlessandro PaganoPaoliniPatassiniPaternosterPettazziPiastraPotentiSaltamartiniTarantinoTateo».

   La Camera

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative affinché i Ministeri vigilanti possano coinvolgere i rappresentanti delle rispettive professioni sui principali temi che riguardano i professionisti;

2) ad intraprendere ogni opportuna iniziativa, anche di carattere normativo atta a garantire la diffusa applicazione del principio dell'equo compenso per le prestazioni svolte da professionisti a favore delle pubbliche amministrazioni, grandi imprese, banche e assicurazioni, principio già contemplato all'articolo 13-bis della legge professionale forense, recepito nella legge di bilancio 2018 e ad avviare una mirata interlocuzione con tutte le professioni ordinistiche raccogliendo specifici contributi sulle peculiarità dei rispettivi regimi tariffari, onde poter elaborare una proposta normativa coerente ed unitaria sul tema;

3) a proseguire il percorso di approfondimento avviato in ordine alla possibilità di revisione dei compensi per i consulenti tecnici d'ufficio;

4) a valutare l'opportunità di assumere iniziative per rendere maggiormente fruibili gli strumenti della volontaria giurisdizione e razionalizzare i tempi dei connessi procedimenti, con chiari benefici in termini deflattivi;

5) ad adottare tutte le iniziative più opportune, anche d'intesa con la rete delle professioni tecniche e con i rappresentanti del terzo settore, per coordinare le norme in materia di abbattimento delle barriere architettoniche, quali il decreto del Presidente della Repubblica n. 503 del 1996, il decreto ministeriale n. 236 del 1989, la legge sui piani di eliminazione delle barriere architettoniche, di fatto mai attuati, e la legge n. 104 del 1992 in un testo unico sull'abbattimento delle barriere architettoniche e sull'accessibilità;

6) ad assumere iniziative, anche in collaborazione con la Federazione nazionale dei chimici e dei fisici, per valorizzare la figura professionale dei chimici e dei fisici;

7) a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, finalizzate a declinare nell'ambito dell'ordinamento le proposte individuate dal documento congiunto Confindustria-Cndced (Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili);

8) ad adottare iniziative volte ad una maggiore semplificazione normativa attraverso la rimozione di alcune distorsioni strutturali che rendono l'ordinamento opaco e di difficile lettura nei suoi obiettivi e nel coordinamento tra le diverse discipline di imposta e tra i diversi comparti dell'ordinamento;

9) ad adottare iniziative normative finalizzate a garantire un rapporto fra fisco e contribuenti, valorizzando, con particolare riferimento a imprese e libere professioni, gli istituti della cooperazione e del controllo del rischio fiscale e garantendo la certezza del diritto e la proporzionalità della risposta sanzionatoria;

10) a valutare l'opportunità di adottare ogni opportuna iniziativa finalizzata a risolvere le problematiche sollevate dalla sostituzione degli studi di settore con gli indicatori sintetici di affidabilità;

11) ad adottare un'iniziativa normativa volta a rafforzare la tutela del personale sanitario e sociosanitario nell'esercizio delle loro funzioni, attraverso la previsione di specifiche aggravanti per condotte di aggressione fisica, sia di un'aggravante a carattere generale per ogni fatto commesso con violenza o minaccia in loro danno;

12) a valutare l'adozione di adottare iniziative per rimodulare ed implementare le risorse dedicate al settore delle prestazioni veterinarie sia nel settore privato che in ambito pubblico;

13) ad adottare iniziative per rivedere le disposizioni introdotte con la legge n. 124 del 2017 compatibilmente con i princìpi di finanza pubblica e con il riassetto della normativa comunitaria;

14) ad adottare iniziative per l'attuazione della farmacia dei servizi, prevista dalla legge n. 69 del 2009, dal decreto legislativo n. 153 del 2009 e successivi decreti attuativi in tutte le regioni italiane;

15) a porre in essere ogni iniziativa utile per il celere rinnovo della convenzione nazionale che disciplina i rapporti con le farmacie pubbliche e private e che risale ormai a più di venti anni fa (decreto del Presidente della Repubblica n. 371 del 1998);

16) ad adottare iniziative volte a rendere, alla luce delle evidenze del Rapporto Cna «Comune che vai, fisco che trovi», l'Imu pagata sugli immobili strumentali delle imprese completamente deducibile dal reddito d'impresa a partire dall'anno d'imposta 2022, nella considerazione che la completa deducibilità dell'Imu dal reddito d'impresa, oltre a determinare un effetto importante sul total tax rate della piccola impresa, porterebbe maggiore equità nella tassazione, perché apporta maggiori benefici di riduzione della tassazione erariale alle imprese più vessate dalla tassazione comunale sugli immobili;

17) a lasciare inalterata compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica la vigente aliquota in regime forfettario per le partite IVA e le start up rispettivamente al 15 per cento per i ricavi fino a 65 mila euro ed al 5 per cento per le attività innovative;

18) ad adottare iniziative, anche nell'ambito dell'imminente disegno di legge di bilancio, volte a ridurre i costi e gli adempimenti a carico degli esercenti commerciali;

19) a prevedere ogni iniziativa utile a tutelare i giornalisti nell'esercizio della loro attività professionale dai sempre più frequenti episodi di intimidazione ed aggressione, per salvaguardare la libertà di informazione così come garantita dalla Carta costituzionale.
(1-00269)
(Nuova formulazione – Testo modificato nel corso della seduta) «MandelliGelminiZanettinGiacomoniPorchiettoMartinoBarattoCattaneoAngelucciGiacomettoD'EttoreCannizzaroPellaD'AttisRotondiScomaZanellaPalmieriSarro».

La Camera

impegna il Governo:

1) ad intraprendere ogni opportuna iniziativa di carattere normativo atta a garantire la diffusa applicazione del principio dell'equo compenso per le prestazioni svolte da professionisti a favore delle pubbliche amministrazioni, grandi imprese, banche e assicurazioni, principio già contemplato all'articolo 13-bis della legge professionale forense, recepita nella legge di bilancio 2018 e ad avviare una mirata interlocuzione con tutte le professioni ordinistiche raccogliendo specifici contributi sulle peculiarità dei rispettivi regimi tariffari, onde poter elaborare una proposta normativa coerente ed unitaria sul tema;

2) a proseguire il percorso di approfondimento avviato in ordine alla possibilità di revisione dei compensi per i consulenti tecnici d'ufficio;

3) ad adottare iniziative per predisporre un testo unico sull'abbattimento delle barriere architettoniche e sull'accessibilità, anche d'intesa con la rete delle professioni tecniche, perché oggi esistono una serie di norme tra di loro non coordinate, come il decreto del Presidente della Repubblica n. 503 del 1996 che riguarda tutto ciò che è attinente agli edifici pubblici, il decreto ministeriale n. 236 del 1989 che riguarda gli edifici privati e la legge sui piani di eliminazione delle barriere architettoniche, di fatto mai attuati;

4) a promuovere tutte le iniziative di competenza atte a garantire un più facile accesso al credito per i liberi professionisti ed il coinvolgimento del Mediocredito centrale per un accesso più agevole al fondo di garanzia;

5) ad assumere iniziative per istituire un osservatorio sul mercato del lavoro;

6) ad adottare iniziative per introdurre la trasmissione telematica dell’«esterometro» su base trimestrale.
(1-00271)
(Testo modificato nel corso della seduta) «GagliardiBenigniPedrazziniSilliSorteSchullian».

   La Camera,
   premesso che:
    il contributo dei professionisti al prodotto interno lordo italiano, secondo i dati del Ministero dell'economia e delle finanze, è del 12,4 per cento ed è cresciuto dai 188 miliardi di euro del 2011 ai 207 miliardi di euro del 2016;
    in base al Rapporto 2018 sulle libere professioni – curato dall'Osservatorio sulle libere professioni – queste coprono il 26 per cento del mercato del lavoro indipendente, occupando circa 900 mila dipendenti;
    l'Italia, anche per il 2017, si è attestata quale Paese europeo con il maggior numero di liberi professionisti: con oltre 1,4 milioni di unità, nel nostro Paese, si concentra, infatti, il 19 per cento dei professionisti censiti nei 28 Paesi dell'Unione europea;
    l'elevata specializzazione è uno degli elementi che maggiormente caratterizzano la libera professione, che abbraccia una realtà estremamente articolata: dalle discipline artistiche alla consulenza aziendale, dalle scienze umane alle professioni tecniche, dai servizi alla persona alle funzioni di supporto amministrativo; i professionisti italiani rappresentano l'architrave del mercato dei servizi che si rivolge ai cittadini privati come alle imprese, al settore primario come alla pubblica amministrazione;
    i professionisti dell'area legale, medica e amministrativa rappresentano lo «zoccolo duro» della libera professione in Italia, costituendo quasi un terzo dell'universo professionale. Il numero degli avvocati sfiora le 200 mila unità, i medici sono circa 139 mila, mentre i consulenti aziendali si attestano a 119 mila unità. Seguono architetti (95 mila), ingegneri (73 mila) e psicologi (55 mila). Agronomi e notai chiudono la classifica, rispettivamente, con 6 mila e 4 mila professionisti;
    se il fatturato complessivo dei liberi professionisti è cresciuto negli ultimi sei anni, anche i redditi medi delle professioni ordinistiche confermano una dinamica positiva, fortunatamente;
    secondo i dati del Ministero dell'economia e delle finanze, il volume di affari dei professionisti è passato dai 188 miliardi di euro del 2011 ai 207 miliardi di euro del 2016, segnando una leggera contrazione tra il 2015 e il 2016 che ha limato al 12,4 per cento (da 12,8 per cento) il contributo dei professionisti al prodotto interno lordo. Altro criterio è quello utilizzato dal Sose (riferito ai soggetti interessati dagli studi di settore) che al 2016 fissa il reddito medio dei professionisti sui 52 mila euro, in crescita del 12 per cento rispetto al 2015;
    tuttavia, il campo è connotato da alcune criticità: tra i rischi cui è esposta l'attività professionale nella percezione degli interessati si individuano, in particolare, quelli connessi al contesto politico normativo e al framework regolativo entro il quale agiscono le imprese, quelli connessi a fattori di mercato, con specifico riguardo alla concorrenza, da un lato, e alla domanda di servizi, dall'altro; come anche quelli connessi all'evoluzione tecnologica, fattore che in misura crescente interviene sul mercato, creando nuove opportunità e finanche nuove professioni, ma anche con effetti di spiazzamento;
    l'VIII Rapporto sulla previdenza privata elaborato dal Centro studi dell'Adepp (Associazione degli enti di previdenza privati) analizza i redditi dei professionisti iscritti alle casse di previdenza, tenendo conto delle dichiarazioni presentate nel corso degli anni; in esso emergono differenze notevoli sul piano reddituale in ragione del dato geografico; il report mostra in particolare disparità per i redditi nel Sud Italia; si evidenzia che qui il reddito dichiarato dai liberi professionisti è mediamente del 38 per cento inferiore al reddito dichiarato dai professionisti di altre parti del Paese, con punte estreme come quella dei professionisti della Calabria, che dichiarano un reddito del 60 per cento inferiore a quello dichiarato dei colleghi del Trentino-Alto Adige;
    la tassazione – avvertita come troppo elevata – rappresenta la principale minaccia cui, poi, è esposta l'attività professionale; sono stati cancellati nella XVII legislatura gli aumenti dell'aliquota previdenziale della «riforma Fornero», prevista sopra il 33 per cento per il 2018, tenuta ferma al 27 per cento per due anni e finalmente resa stabile al 25 per cento con la legge di bilancio per il 2017;
    è fondamentale potenziare il sostegno ai liberi professionisti, non solo quanto alla tassazione, ma anche offrendo servizi dedicati alla consulenza e orientamento su fisco e welfare, nonché tutele concrete nei contratti commerciali e nei casi di ritardati pagamenti;
    la giustizia europea ha recentemente riconosciuto il diritto dei lavoratori autonomi ad essere titolari di un assegno di disoccupazione, al pari dei lavoratori dipendenti;
    la legge 22 maggio 2017, n. 81, modifica la disciplina del congedo parentale per le lavoratrici e i lavoratori autonomi iscritti in via esclusiva alla gestione separata. Nello specifico, si prolunga il congedo parentale da 3 a 6 mesi, fruibile non più entro il primo, ma entro il terzo anno di vita del bambino, e si estende la possibilità di riceverlo in base ai contributi versati; si consente alle lavoratrici iscritte in via esclusiva alla gestione separata di fruire del trattamento di maternità a prescindere dall'effettiva astensione dall'attività lavorativa, quindi in maniera flessibile; si introducono ulteriori tutele per i lavoratori autonomi in caso di maternità, malattia o infortunio; si equiparano alla degenza ospedaliera i periodi di malattia certificata (come conseguente a trattamenti terapeutici di malattie oncologiche) e i periodi di gravi patologie cronico-degenerative ingravescenti o che comunque comportino un'inabilità lavorativa temporanea del 100 per cento; in materia di formazione permanente, vengono stimolate e rese interamente deducibili a fini Irpef dal reddito da lavoro autonomo, nel limite di 10.000 euro all'anno, le spese sostenute per l'iscrizione a master e a corsi di formazione o di aggiornamento professionale, nonché le spese di iscrizione a convegni e congressi, comprese quelle di viaggio e soggiorno; si prevede l'integrale deducibilità (senza indicazione di limiti) degli oneri sostenuti per la garanzia contro il mancato pagamento delle prestazioni di lavoro autonomo fornita da forme assicurative o di solidarietà; si istituisce, nei centri per l'impiego e presso le agenzie per il lavoro, uno sportello dedicato al lavoro autonomo; viene favorita la partecipazione dei lavoratori autonomi agli appalti pubblici per la prestazione di servizi e ai bandi per l'assegnazione di incarichi; si consente ai soggetti che svolgono attività professionale di costituire reti, di partecipare a reti di imprese, sotto forma di reti miste, con accesso alle relative provvidenze, e di costituire consorzi stabili professionali; si istituisce, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, un tavolo tecnico di confronto permanente sul lavoro autonomo, al fine di coordinare e di monitorare gli interventi in materia di lavoro autonomo;
    è dunque necessaria la piena attuazione delle deleghe previste dalla legge suddetta, nonché la possibilità per le casse professionali di garantire prestazioni di welfare per i propri iscritti, che includano la possibilità di un sostegno al reddito, nei casi di calo del fatturato indipendente dalla volontà del professionista;
    non ultimo, andrebbe incentivata la presenza femminile negli ordini professionali, un mondo che continua a vedere fra le proprie fila ancora molti più uomini rispetto alle donne;
    con specifico riguardo all'avvocatura, un grande limite è rappresentato dall'incompatibilità tra la subordinazione – o parasubordinazione – e la professione, una realtà amara che riguarda moltissimi professionisti i quali hanno un trattamento lavorativo equivalente o spesso peggiore di quello riservato ad un normale impiegato, ma hanno gli stessi oneri fiscali e previdenziali del loro datore di lavoro («dominus»); ben si potrebbe pensare ad eliminare tale incompatibilità nel caso di svolgimento di attività dipendente o parasubordinata in via esclusiva presso lo studio legale, un'associazione professionale, ovvero una società tra avvocati o multidisciplinare, purché la natura dell'attività svolta dall'avvocato riguardi esclusivamente quella riconducibile all'attività propria della professione forense;
    nel campo, tuttavia, non possono non essere segnalati due interventi legislativi di massima importanza per il settore delle libere professioni: le norme in materia di equo compenso dei liberi professionisti, introdotte nell'ultimo scorcio della XVII legislatura, e l'abolizione del meccanismo dello split payment Iva per i liberi professionisti, disposta dal cosiddetto «decreto dignità» del Governo Conte I;
    in relazione all'equo compenso, in fase di conversione del decreto-legge 16 ottobre 2017, n. 148, sono state introdotte con l'articolo 19-quaterdecies disposizioni per il rispetto di parametri di equo compenso definiti attraverso decreti ministeriali per la regolazione dei rapporti fra i professionisti, anche iscritti ad ordini e collegi, e tutte le pubbliche amministrazioni, le banche e le assicurazioni, le medie e le grandi imprese;
    si sono così ampliate le tutele per i professionisti: nella disciplina originaria; al fine della determinazione del compenso per la prestazione bisognava «tenere conto» dei parametri ministeriali, mentre, a seguito della novella, nelle convenzioni preordinate unilateralmente dai clienti cosiddetti «forti» (banche, assicurazioni ed altri), il compenso deve risultare «conforme» a detti parametri;
    la sanzione della nullità colpisce ogni patto che stabilisca un compenso «non equo» per i liberi professionisti e le stesse norme definiscono «equo» il corrispettivo determinato nelle pattuizioni coi clienti, intendendo per tali le categorie delimitate dalle norme stesse ed escludendo pertanto ogni rapporto coi clienti – persone fisiche e consumatori – quando risulti proporzionato alla quantità e alla qualità dell'opera svolta ed al contenuto e alle caratteristiche della prestazione, nonché conforme ai parametri previsti con decreto ministeriale, ma limitatamente alla professione forense;
    il 2 luglio 2019 il Ministro della giustizia Alfonso Bonafede ha firmato il protocollo d'intesa insieme al presidente del Consiglio nazionale forense per l'istituzione del nucleo centrale di monitoraggio della disciplina dell'equo compenso per la professione forense. Grazie all'accordo, viene istituito, presso il Ministero della giustizia, il nucleo centrale di monitoraggio della corretta applicazione della disciplina in materia di «equo compenso». Il monitoraggio avverrà grazie a una rete che opererà a livello locale, con la partecipazione dei nuclei locali disposti dai consigli dell'ordine degli avvocati;
    peraltro, la progressiva crescita del terziario di mercato e della domanda di servizi professionali ad alto contenuto cognitivo, sempre più espressione di professionalità e di autonomia, porta a parlare, nel pieno della quarta rivoluzione industriale, di professionisti 4.0.;
    il tema del lavoro autonomo, oggi, è cruciale. La quarta rivoluzione industriale sta progressivamente segnando la crisi del modello produttivo incentrato sulla contrapposizione tra lavoro dipendente (nelle fabbriche per un unico committente) e lavoro autonomo professionale (nel mercato e per una pluralità di committenti);
    la realtà è che tutto il lavoro sta cambiando e ci si trova dinnanzi all'urgenza di dare risposte a professionisti e imprese che puntano su valore e competenze, a prescindere dallo specifico rapporto giuridico instaurato;
    sono molteplici le sfaccettature del mondo in cui il professionista si esprime: è indubbio, infatti, che il lavoro autonomo costituisce un universo variegato, il che rende non agevole una definizione univoca di un paradigma condiviso;
    la figura del professionista degli anni a venire dovrà essere costruita sulla base di un approccio integrato;
    un ruolo fondamentale a questo proposito può e deve essere svolto dalle associazioni di rappresentanza, quali soggetti deputati a veicolare le istanze del professionista 4.0, un professionista consapevole del proprio valore, che accetta la concorrenza ed agisce nel mercato;
    le priorità dei liberi professionisti italiani si concentrano sulla necessità di attuare politiche convergenti in materia di sicurezza, di crescita economica, di armonizzazione fiscale e di tutela della salute e del territorio. Si tratta di temi ampi e complessi che si declinano in misure di sostegno alla crescita e all'occupazione, con una maggior apertura del mondo del lavoro verso i giovani e le donne, con il potenziamento delle politiche di welfare e di assistenza sanitaria, ma anche attraverso la regolamentazione di nuovi mercati e delle tecnologie digitali, al fine di evitare effetti di dumping anche nel mercato dei servizi professionali e, al contempo, per favorire una maggiore mobilità transfrontaliera;
    il libero professionista 4.0 deve, quindi, poter usufruire di strumenti e risorse che gli permettano di svolgere in maniera corretta e produttiva l'attività in un ambiente normativo di sana competitività, che garantisca i diritti e gli interessi di cittadini e imprese. Peraltro, la Strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, con l'ambizione di creare la più grande economia basata sulla conoscenza, riconosce ai servizi professionali una funzione di propulsione e potenziale occupabilità. E se oggi le libere professioni contribuiscono per circa il 13 per cento del prodotto interno lordo italiano e per il 10 per cento di quello europeo, una mirata politica di sviluppo, anche a livello nazionale, dei servizi professionali potrebbe senza dubbio far crescere ulteriormente un soggetto economico determinante per la competitività del sistema produttivo, ma anche per le tutele e le garanzie sociali di tutti i cittadini;
    l'equivalenza tra l'attività di un libero professionista e le piccole e medie imprese è ormai un concetto consolidato anche nell'ordinamento legislativo e giurisprudenziale, dopo che l'Unione europea ne ha sancito il concetto di pari dignità all'iniziativa economica: un riconoscimento che ha consentito ai professionisti di accedere alle opportunità di finanziamento e di aiuti riconosciuti in origine esclusivamente alle attività di impresa e, al contempo, di ottenere le stesse opportunità in termini di partecipazione a bandi e gare pubbliche;
    il continuo cambiamento del mondo delle professioni richiede una rivisitazione del loro inquadramento amministrativo, che deve esplicarsi attraverso una nuova serie di codici Ateco;
    è realtà per i liberi professionisti l'accesso ai fondi europei, ma anche al Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese, alla «Nuova Sabatini beni strumentali», nonché ai voucher camerali Impresa 4.0;
    nella legge di bilancio per il 2019 è stata, altresì, estesa ai liberi professionisti under 46 la misura «Resto al Sud»; inoltre, il regime forfettario con imposta sostitutiva unica al 15 per cento, introdotto dalla legge di stabilità per il 2015 per i contribuenti che hanno conseguito nell'anno precedente ricavi, ovvero percepito compensi, fino a un massimo di 50.000 euro, è stato esteso fino ai 65.000 euro, semplificandone le condizioni di accesso;
    in un futuro non molto lontano saranno le tecnologie digitali a definire le competenze di un professionista, il quale dovrà orientare il suo lavoro su percorsi innovativi;
    appare necessario, altresì, un intervento sulle cosiddette «catene» dell'odontoiatria low cost, a garanzia dei cittadini e della salute pubblica, marginalizzando le multinazionali dell'odontoiatria che sviliscono e asserviscono gli odontoiatri sotto ricatto occupazionale da parte della multinazionale e contenendo cure non necessarie;
    attualmente è prevista una detrazione Irpef del 19 per cento delle spese veterinarie sostenute nell'anno, fino ad un importo massimo di 387,34 euro, per la parte che eccede la franchigia di 129,11 euro. Il limite di detraibilità è unico per tutte le spese veterinarie sostenute, indipendentemente dal numero di animali posseduti. La possibilità di portare in detrazione tali spese è limitata alle sole spese veterinarie sostenute per la cura di animali legalmente detenuti a scopo di compagnia o per la pratica sportiva;
    a differenza di molti altri Paesi europei, ove è prevista un'Iva agevolata, in Italia l'Iva sulle prestazioni veterinarie per gli animali non detenuti a scopo di lucro è al 22 per cento, la stessa aliquota Iva applicata ai beni di lusso; una sua rimodulazione, oltre a migliorare la cura e il benessere degli animali, senz'altro avrebbe ricadute positive sulla fiscalità generale;
    non appare più procrastinabile l'individuazione di misure di prevenzione e contrasto per gli atti di violenza a danno degli esercenti le professioni sanitarie, che ormai con frequenza costante mettono a serio pregiudizio l'incolumità fisica e professionale della menzionata categoria; il verificarsi di atti di violenza in ambito sanitario è un fenomeno ben noto, seppure manchino statistiche certe sulla sua diffusione; gli esercenti le professioni sanitarie nel corso della loro attività lavorativa possono subire atti di violenza, con una frequenza più elevata rispetto ad altri settori lavorativi;
    la sostenibilità dei costi e le risorse disponibili impongono l'assunzione di un modello sanitario e socio-sanitario che permetta la gestione territoriale del paziente e i sistemi sanitari devono, dunque, essere in grado di dare una risposta adeguata e prolungata nel tempo, trasferendo i trattamenti di prevenzione, cura e assistenza dall'ospedale a casa dell'assistito;
    si è ancora lontani dalla realizzazione di un effettivo mercato europeo delle professioni. Il processo di armonizzazione avviato dall'Unione europea con la direttiva 2005/36/CE (che permette il riconoscimento delle qualifiche professionali conseguite in uno Stato dell'Unione europea ai fini di esercitare la professione corrispondente in un altro Stato dell'Unione europea) incontra ancora oggi parecchi ostacoli a livello dei Paesi membri e, in alcuni casi, delle stesse categorie professionali che troppo spesso si trovano di fronte al muro della burocrazia;
    nell'ambito delle iniziative volte a completare e rafforzare il mercato interno, la direttiva 2013/55/CE, di modifica della direttiva 2005/36/CE, ha introdotto numerose modifiche alla disciplina sul riconoscimento delle qualifiche professionali nell'Unione europea. Essa discende dalla necessità – emersa da valutazioni effettuate dalla Commissione europea sullo stato di attuazione della direttiva 2005/36/CE – di rimuovere i suddetti ostacoli ancora purtroppo esistenti in materia di riconoscimento delle qualifiche professionali, quali la complessità delle prassi e le irregolarità amministrative, i ritardi nelle procedure di riconoscimento e le resistenze corporative a livello nazionale,

impegna il Governo:

1) a favorire un totale riequilibrio di genere nel comparto delle libere professioni, in modo tale che la nuova generazione di professioniste si diriga anche verso quelle professioni che restano ancora stretto «appannaggio» maschile;

2) ad adottare le opportune iniziative finalizzate all'estensione anche ai liberi professionisti delle tutele di welfare previste per i lavoratori dipendenti;

3) ad assumere iniziative per consentire, in un quadro di compatibilità finanziaria, alle casse professionali la possibilità di erogare forme di welfare ai propri iscritti anche attraverso l'eliminazione della doppia imposizione sui rendimenti degli investimenti delle casse e una progressiva riduzione delle aliquote;

4) a valutare l'opportunità di assumere iniziative volte a prevedere, con particolare attenzione per i liberi professionisti del Sud, ulteriori misure di sostegno alle loro attività autonome con riguardo alla formazione e all'aggiornamento professionale, ai modelli fiscali, di welfare e previdenziali;

5) ad assumere iniziative per prevedere, per ogni nuova misura di welfare, e in particolare per quanto concerne il riordino e l'unificazione degli strumenti esistenti per la valorizzazione e il sostegno delle responsabilità familiari e genitoriali, che la loro validità sia prevista anche per i titolari di partita Iva e non solo per i lavoratori dipendenti;

6) ad assumere iniziative per potenziare il sostegno ai liberi professionisti in difficoltà, offrire loro servizi dedicati alla consulenza e all'orientamento su fisco e welfare, nonché per tutelare gli stessi nei contratti commerciali e nei ritardati pagamenti e, in riferimento specifico all'avvocatura, per prevedere deroghe quanto all'incompatibilità tra la subordinazione – o parasubordinazione – e la professione;

7) a promuovere la corretta applicazione della normativa sull'equo compenso, con il coinvolgimento di tutti gli ordini professionali;

8) ad assumere ogni iniziativa utile per istituire quanto prima un comitato permanente all'interno del tavolo tecnico già previsto dall'articolo 17 della legge n. 81 del 2017, favorendo la più ampia partecipazione di tutte le associazioni ed organizzazioni di lavoratori autonomi e dei professionisti e le altre forme aggregative iscritte nell'elenco del Ministero dello sviluppo economico, ai sensi della legge n. 4 del 2013;

9) nelle more dell'emanazione dei decreti ministeriali contenenti i parametri dell'equo compenso, a convocare, in ogni caso, il tavolo tecnico di confronto permanente sul lavoro autonomo di cui all'articolo 17 della legge 22 maggio 2017, n. 81, in particolare per la definizione dei parametri per i professionisti non iscritti ad ordini o non inclusi nelle tabelle di cui ai decreti ministeriali di cui all'articolo 9 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1;

10) ad assumere ogni iniziativa di tipo normativo finalizzata a favorire la formazione tra i professionisti, quale strumento efficace di autoimprenditorialità e di occupabilità, anche tramite misure di agevolazione fiscale e tributaria;

11) ad adottare ogni iniziativa, anche di tipo normativo, volta a semplificare il regime tributario e fiscale dei professionisti, ivi incluso il sistema degli indici sintetici di affidabilità;

12) ad assumere iniziative normative finalizzate a rendere effettiva e compiuta la competitività dei liberi professionisti sul mercato;

13) a rivedere la struttura dei codici Ateco, consentendo un miglior inquadramento delle professioni nate e sviluppatesi nella rivoluzione tecnologica;

14) a sostenere, anche sotto il profilo normativo, la digitalizzazione delle libere professioni;

15) a valutare l'opportunità di assumere iniziative volte a introdurre misure che consentano l'esercizio dell'attività odontoiatrica a soggetti abilitati ovvero a società che assumano la connotazione di società tra professionisti, vincolando l'incarico di direttore sanitario responsabile per i servizi odontoiatrici ai professionisti iscritti all'albo degli odontoiatri dell'ordine territoriale ove ha sede operativa la struttura nella quale esercita;

16) a valutare l'opportunità di assumere iniziative per riordinare il sistema delle detrazioni fiscali per le spese veterinarie;

17) a valutare l'opportunità di assumere iniziative per estendere istituti giuridici rafforzati, anche di natura penale, atti a contrastare gli atti di violenza in ambito sanitario, che ormai con frequenza costante mettono a serio rischio l'incolumità fisica e professionale degli esercenti le professioni sanitarie;

18) a considerare l'opportunità di disciplinare la figura dell'infermiere di famiglia o di comunità, anche al fine di contenere il ricorso improprio al pronto soccorso e l'eccesso di ospedalizzazioni qualora non necessarie, valorizzando il ruolo della professione infermieristica in riferimento alla necessità di una riorganizzazione del sistema sanitario centrato sul territorio, anche nell'ambito di un riordino e di una collaborazione con l'attività del medico di medicina generale, in un'ottica di studio multiprofessionale integrato;

19) più in generale, a sostenere la realizzazione di un effettivo mercato europeo delle professioni, in linea con quanto previsto dalla direttiva 2013/55/UE del Parlamento europeo, recante modifica della direttiva 2005/36/CE, relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali e del regolamento UE n. 1024/2012 relativo alla cooperazione amministrativa attraverso il sistema di informazione del mercato interno («regolamento IMI»).
(1-00273)
(Testo modificato nel corso della seduta) «GribaudoDoriFregolentPastorinoDavide AielloPiera AielloAscariBarbutoBazoliCarnevaliCataldiConteCubedduD'AlessandroD'OrsoDi GiorgiDi SarnoDi StasioFianoFragomeliGiulianoGrimaldiLepriMasiOrfiniPalmisanoPerantoniPezzopaneRacitiRizzo NervoRottaSaittaSalafiaSartiScutellàSegneriSerracchianiSiragusaSutTucciViscomi». (/user_group}



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