Dopo il via libera di Ema, riprende la vaccinazione AstraZeneca

L’Ema promuove il vaccino di AstraZeneca sospeso in Europa dopo le segnalazioni di casi di trombosi. "È sicuro ed efficace. I benefici sono superiori ai rischi e escludiamo relazioni tra casi di trombosi e la somministrazione dei sieri”, ha detto la direttrice dell’Agenzia Cooke. Ci saranno “ulteriori approfondimenti” sui rari eventi avversi segnalati: 25 casi di trombosi su 20 milioni di somministrazioni. Subito dopo la dichiarazione dell’agenzia con sede ad Amsterdam, il governo italiano accoglie con soddisfazione il contenuto del pronunciamento sul vaccino di AstraZeneca’. Così il premier Mario Draghi in una nota. “La somministrazione del vaccino AstraZeneca riprenderà già da domani (oggi n.d.r.), annuncia. La priorità del Governo rimane quella di realizzare il maggior numero di vaccinazioni nel più breve tempo possibile”. Decisione confermata anche da Aifa che, sentito il Ministro della Salute e la Direzione generale della Prevenzione e il Consiglio Superiore di Sanità, rende noto che sono venute meno le ragioni alla base del divieto d’uso in via precauzionale dei lotti del vaccino AstraZeneca, emanato il 15 marzo 2021. Pertanto, oggi, non appena il Comitato per i farmaci ad uso umano (CHMP) rilascerà il proprio parere, Aifa procederà a revocare il divieto d’uso del vaccino AstraZeneca, consentendo così una completa ripresa della campagna vaccinale a partire dalle ore 15.

La frenata alla campagna di vaccinazione dovuta allo stop precauzionale di AstraZeneca è costata in termini di dosi circa 60 mila somministrazioni al giorno, ovvero circa 200 mila dosi in tutto. Si tratta di una stima formulata dalla stessa struttura commissariale per l’emergenza Covid-19. In Emilia-Romagna il governatore Stefano Bonaccini ha sottolineato di “essere pronto a ripartire, e lo faremo subito da domani, e recuperare tutte le prenotazioni saltate”. “Tutti i soggetti che hanno ricevuto la convocazione per venerdì, dopo le 15, sono confermati, ha spiegato ha detto la vicepresidente della Regione Lombardia e assessore al Welfare, Letizia Moratti, sono invece annullati quelli fissati prima di questo orario che saranno ricalendarizzati insieme agli oltre 30.000 a cui era stato cancellato l’appuntamento per via della sospensione cautelare”. Nel Lazio l’Unità di Crisi Covid-19 ha reso noto che da “venerdì alle ore 15, secondo le indicazioni fornite dal ministero della Salute, riprenderanno regolarmente nel Lazio le somministrazioni del vaccino AstraZeneca con le persone che erano già prenotate per la sessione pomeridiana. Le persone prenotate per la sessione mattutina verranno riprogrammate al fine di evitare assembramenti nei siti vaccinali. Stanno ricevendo tutti un sms con le nuove disposizioni”.

DL Sostegni, verso CdM oggi pomeriggio

Ristori per circa tre milioni di imprese che hanno subito una perdita di fatturato di almeno il 30%, un’indennità una tantum per i lavoratori stagionali di 2.400 euro, oltre 3 miliardi per la proroga della cassa integrazione, 5 miliardi per il piano vaccinale che consentirà di somministrare le dosi in farmacia e altri 3 miliardi per gli enti locali. È l’ossatura del decreto Sostegni atteso in Consiglio dei ministri oggi pomeriggio, ma restano ancora due incognite: la cancellazione delle vecchie cartelle nel magazzino fiscale e la proroga dello stop dei licenziamenti. Temi sui quali sarà probabilmente lo stesso premier, Mario Draghi, a trovare una mediazione. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha cercato di preparare il terreno in vista del Cdm di oggi incontrando ieri prima i capigruppo della maggioranza, insieme al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico d’Incà, e poi gli enti locali, con il ministro Mariastella Gelmini. Il provvedimento assorbirà tutto il plafond di 32 miliardi dell’extra deficit approvato a gennaio lasciando circa 500 milioni per le modifiche parlamentari: le Camere avranno infatti a disposizione due letture piene per correggerlo. 

Tuttavia, molti interventi sono destinati a rimanere fuori e saranno rinviati al secondo round di aiuti che sarà finanziato con il nuovo scostamento di bilancio ad aprile. Cambia la complessa macchina dei ristori che dice addio ai codici Ateco. Sul piatto 11 miliardi di euro per risarcire circa tre milioni di partite Iva, tra imprese e professionisti, con fatturato fino a 10 milioni di euro che abbiano registrato perdite di almeno il 30%. Finora l’ipotesi sul tavolo era di un calo di fatturato di almeno il 33% per poter accedere agli indennizzi. Il contributo a fondo perduto dovrebbe essere parametrato sulla media della perdita mensile registrata nel raffronto tra 2020 e 2019. Il nuovo schema illustrato da Franco ai partiti prevede cinque fasce, che vanno dal 60 al 20%, in base alla dimensione dell’impresa: un indennizzo del 60% per le imprese fino a 100 mila euro, del 50% tra 100 mila e 400 mila euro, del 40% tra 400 mila e 1 milione, 30% tra 1 e 5 milioni e 20% tra 5 e 10 milioni. Il contributo sarà concesso con bonifico o sotto forma di credito d’imposta e andrà da un minimo di 1.000 euro a un massimo di 150.000 euro, in media di tratterà di circa 3.700 euro. Il Governo conta di far partire i pagamenti subito dopo Pasqua e completarli entro il 30 aprile. 

Roma, centrodestra senza candidato, in attesa delle mosse di M5S e Pd

“Il centrodestra non ha ancora espresso un candidato perché a Roma siamo sfidanti, il sindaco è del M5S, il governatore del Lazio del Pd, spetta a loro la prima scelta. Se andassimo su un profilo amministrativo e dall’altra parte si rispondesse con un nome di grande notorietà ci sarebbe un’asimmetria” ragiona Fabio Rampelli di Fdi, uno dei nomi avanzati nei mesi scorsi. Nelle tornate elettorali degli ultimi anni a Roma il centrodestra è cresciuto, con Lega e Fratelli d’Italia che hanno eroso consensi al M5S nelle periferie. Da mesi i sondaggi accreditano il candidato della coalizione come sfidante al ballottaggio del nome che prevarrà tra 5 stelle e Pd. Sulla questione del nome si è espresso anche Matteo Salvini che, da Vespa, continua “a ritenere che Bertolaso sarebbe il migliore sindaco per fare ripartire Roma. Se qualcuno dice no mi aspetto che proponga un altro nome”.

Dopo il rinvio delle consultazioni elettorali a causa del rischio di ulteriori contagi durante la campagna elettorale, è probabile che le scelte dei partiti arriveranno in primavera. Con l’arrivo di Enrico Letta in segreteria, il Pd ha fissato ad aprile il termine per definire i passaggi per la selezione dei candidati alle amministrative: in questo momento, è stato congelato il nome di Roberto Gualtieri per percorrere la strada delle primarie a maggio o giugno, se la pandemia di Covid lo consentirà. Ieri Letta ha incontrato il leader di Azione, Carlo Calenda, in corsa da ottobre per il Campidoglio, ma i due avrebbero solo sfiorato la questione comunali, in attesa che i dem si chiariscano al loro interno (l’obiettivo di Letta sarebbe quello di evitare di andare in ordine sparso). Quello che sembra certo è che per assistere ad un dialogo tra Pd ed M5S bisognerà attendere il ballottaggio. I fedelissimi di Virginia Raggi esultano per un sondaggio pubblicato da Repubblica che vede la sindaca in testa con il 26% davanti a Bertolaso, Gualtieri, Calenda e Sgarbi. L’ex ministro dell’economia però secondo la rilevazione sarebbe avanti sia alla Raggi, sia a Bertolaso in un eventuale ballottaggio.

Pd, Letta vara segreteria, ancora aperta la questione dei capigruppo

Fatta anche la segreteria, dopo i vicesegretari, comincia a prendere forma il Pd di Enrico Letta, anche se resta ancora da chiarire la vicenda dei capigruppo in Parlamento. Il neosegretario ha proceduto molto rapidamente con gli organismi dirigenti del Pd, dando chiaramente spazio alle varie aree del partito, ma - assicurano i suoi - decidendo in autonomia, scegliendo le figure ritenute più competenti e inserendo anche quattro figure esterne, nomi pescati dall’agenda dei rapporti personali. Diretta emanazione di Letta sarà anche il coordinatore della segreteria, non ancora nominato. È scontato che sarà Marco Meloni”, avrebbe detto Letta a chi glielo chiedeva. Ma la questione dei capigruppo è più complicata, perché i presidenti dei gruppi parlamentari devono essere eletti da deputati e senatori Pd, anche se Andrea Marcucci e Graziano Delrio adesso si trovano ad essere sfidati da Brando Benifei, il capodelegazione Pd al Parlamento europeo che ha rimesso il mandato. Un gesto che i nuovi vertici del partito hanno certamente considerato quanto meno elegante. La vicenda, però, è appunto più complessa, il leader Pd per ora non fa trapelare nessun orientamento al riguardo, mentre Graziano Delrio aspetta di discutere della questione con Letta prima di decidere se fare un passo formale simile a quello di Benifei. Un gesto che, viene ricordato da un deputato Pd, del resto fecero sia Delrio che Marcucci già quando divenne segretario Nicola Zingaretti. Certo, in questo caso le cose sono un po’ differenti, dal momento che anche Base riformista e Fianco a fianco, le aree dei due capigruppo, hanno votato a favore di Letta in assemblea. Di certo Letta punta molto sugli innesti esterni in segreteria, non a caso ha affidato ad Antonio Nicita la delega sul Recovery plan. Il leader punta anche molto su Cesare Fumagalli, ex segretario nazionale di Confartigianato imprese, al quale verrà affidato il compito di “parlare” a mondi da sempre ostili per il Pd come quelli dei commercianti e degli artigiani, di fatto il tentativo di andare a cercare consensi in un terreno storicamente vicino alla Lega. 

Italia rischia diventare più rossa e il nuovo Cts perde un pezzo

L’Italia non torna indietro verso allentamenti e solo il Molise spera di tornare in arancione. Per la prossima settimana altre regioni potrebbero aggiungersi al rosso della cartina delle restrizioni. A rischiare più di tutte è la Toscana, che potrebbe unirsi alle dieci che già si trovano nella fascia delle misure più dure. Altre regioni in bilico - lievemente meno a rischio - sono Calabria e Valle d’Aosta. In quest’ultima la situazione è peggiorata solo nell’ultima settimana (dati che non saranno ancora riportati nel prossimo dossier dell’Iss): non sarebbero stati rilevati 250 casi ogni 100 mila abitanti - elemento discriminante per l’assegnazione della zona rossa - e l’impatto sugli ospedali resta relativamente basso, ma nelle ultime ore l’Rt è decisamente sopra 1,5. In Calabria e Liguria, invece, i dati non sembrano cresciuti in maniera allarmante rispetto alle precedenti settimane. Non solo colori e chiusure. 

Prima della sua prima riunione - prevista nelle prossime ore - il nuovo Comitato Tecnico Scientifico in versione ridotta è già orfano di uno dei suoi componenti: Alberto Giovanni Gerli, uno dei dodici membri nominati, ha comunicato la rinuncia all’incarico. In due diversi interventi Sinistra Italiana e Verdi avevano criticato la nomina di Gerli a causa delle previsioni erronee dei suoi modelli previsionali in materia di andamento del contagio. Il diretto interessato si è difeso affermando che “non è vero che le mie previsioni erano errate, sono state male interpretate. I miei modelli sviluppati a gennaio sui contagi in Lombardia sono stati elaborati quando il trend era in discesa. Non erano prevedibili le varianti inglesi. Quando ci siamo accorti dei primi focolai nel bresciano abbiamo aggiornato il trend e cambiato le previsioni. Infine, la smentita confermata anche da Matteo Salvini: “Io nominato dalla Lega? Smentisco categoricamente legami con la Lega”. 



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