Libia, scontro M5S-Lega su direttiva anti-Ong

L'allarme terrorismo per l'Italia da un lato, l'appello per la fine delle ostilità firmato Onu dall'altro. E in mezzo una nuova polemica tra Salvini e Di Maio sulla direttiva anti-ong. Il dramma libico continua ad avere ripercussioni politiche: l'obiettivo dell'esecutivo resta quello di un cessate il fuoco ma l'apprensione per gli arrivi incontrollati monta di ora in ora. “Siamo molto preoccupati per l'escalation della crisi libica” ammette Giuseppe Conte; il premier, che ha preso il controllo del dossier libico, si è già confrontato con il Quirinale dove è salito per un colloquio con Sergio Mattarella. C'è il rischio, secondo Conte, che la crisi porti all'arrivo di foreign fighters. In un quadro così fragile, dal Viminale spunta una direttiva anti-ong. Insomma, ha ripetuto il vicepremier, “in un Paese si entra se si ha il diritto a entrarci”, affermazione che porta con sé la decisione di mantenere i porti chiusi. La Ministra della Difesa Elisabetta Trenta non nasconde la sua irritazione, considerata la necessità dell'accoglienza via mare di persone in fuga da una guerra civile.

Sottosegretario Siri indagato per corruzione

Armando Siri, sottosegretario alle infrastrutture e 'uomo di fiducia di Matteo Salvini, è indagato dalla Procura di Roma e di Palermo per corruzione: emendamenti per favorire le leggi in cambio di una promessa di 30mila euro. Molto critici i 5 stelle che ne hanno immediatamente chiesto le dimissioni. Salvini ovviamente ha rinnovato la fiducia a Siri e lo ha blindato da ogni attacco: “Non deve dimettersi, c'è solo un'iscrizione nel registro degli indagati e solo se sarà condannato dovrà farsi da parte. Non ho mai chiesto di far dimettere Virginia Raggi o parlamentari 5 Stelle quando sono stati indagati”. Intanto il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha subito provveduto a togliergli le deleghe e dal Movimento sono partite le veline per isolare Siri e screditarlo.

La Raggi al centro di un nuovo caso rifiuti al comune di Roma

La situazione è caldissima ed è diventata incandescente quando dal cassetto è spuntata una registrazione, ora nelle mani della Procura capitolina, che svelerebbe le pressioni di Virginia Raggi sui vertici Ama per far chiudere in rosso il bilancio della società che si occupa dei rifiuti a Roma. Il caso rappresenta l'ennesima grana in Campidoglio e arriva dopo settimane segnate dallo scontro Salvini-Raggi proprio sulla Capitale.

Massima tensione nel Governo tra Salvini e Di Maio

L'inchiesta sul sottosegretario Armando Siri e le registrazioni sulla sindaca Virginia Raggi piombano sulla campagna per le Europee di M5S e Lega portando all'apice la tensione tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini e rendendo ancor più chiaro che da qui al 26 maggio lo scontro sarà senza quartiere e senza esclusione di colpi, con i due alleati ormai pronti all'attacco diretto pur di guadagnare terreno negli equilibri di Governo. Tanto che, tra gli scenari possibili, nei Palazzi si sta anche cercando di valutare l'ultima data utile per le elezioni politiche, a giugno, che presupporrebbe una rottura prima del 26 maggio: l’ipotesi mette sotto stress Governo e maggioranza, sia pure nella consapevolezza che prima delle elezioni europee non ci sarebbero molti spazi di manovra.

Dopo gli arresti, si dimette la presidente della Regione Umbria Marini

Alla fine si è dimessa la presidente della Regione Umbria del Pd, Catiuscia Marini. Le dimissioni sono arrivate dopo che il suo nome era finito tra quelli degli indagati nell'inchiesta sui presunti concorsi pilotati per le assunzioni all'ospedale di Perugia. Negli ultimi giorni le pressioni perché si sono state molto forti soprattutto da parte del nuovo segretario del partito Zingaretti che aveva dichiarato: “Confido nel senso di responsabilità e nelle valutazioni della presidente Marini perché faccia ciò che è meglio per l'Umbria e la sua comunità”.

I Sondaggi della Settimana 13 - 19 aprile 2019

Nei sondaggi pubblicati dall'Istituto SWG, la Lega di Matteo Salvini torna a crescere nei sondaggi e si attesta al 32,3% delle intenzioni di voto in crescita di mezzo punto percentuale. In leggera crescita il Movimento 5 Stelle che torna a distanziare il Partito democratico. Il partito guidato da Luigi Di Maio si attesta al 22.5% nelle intenzioni di voto degli italiani. La Lega di Matteo Salvini si conferma stabilmente il primo partito del Paese e la distanza dal secondo partito si attesta a 9,8 punti percentuali.

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Nell’area delle sinistre, Sinistra Italiana e Rifondazione comunista rimangono stabili rispetto alla settimana scorsa al 2,9%, mentre viene Europa verde, alleanza elettorale tra i Verdi e Possibili viene stimata all’1,2%. Nell’area centrista, +Europa, alleata con Italia in Comune, il movimento civico del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, si stabilizza intorno al 3,3%. In leggera risalita il Partito Democratico. I dem, che distano un punto percentuale dal Movimento 5 Stelle, questa settimana si attestano al 21,5%. Nel centrodestra, Fratelli d’Italia rimane pressoché stabile al 4,8%, così come Forza Italia che arriva all’8,9% nelle intenzioni di voto degli italiani.

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Ad oggi, l’area di Governo raccoglie il 54,8% delle preferenze di voto. Quella di centro destra il 46%, quella di centro sinistra il 24,8%. Il Movimento 5 Stelle è dato al 22,5%.

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Settimana Politica 13 - 19 aprile 2019.pdf

 

 



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