Scintille nel Governo sull’incontro di Salvini con le parti sociali

Matteo Salvini si è attirato pesanti critiche dagli alleati. Le più gravi, quelle del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che non ha gradito lo sconfinamento dell'ingombrante vicepremier nel terreno del confronto con sindacati e associazioni di categoria in vista della prossima legge di bilancio: “I tempi e modi della manovra li decido io”, ha scandito il Premier. In conferenza stampa al Viminale, al termine di un incontro di circa sei ore con 43 associazioni e sigle partecipanti, il leader della Lega non ha voluto mostrare particolare irritazione nei confronti delle critiche ricevute, almeno quando ha tenuto a riconoscere il ruolo del premier, ribadendo di avere “piena fiducia in lui”. 

Conte in Aula su Russiagate al posto di Salvini

Matteo Salvini resiste e alla fine sembra che non andrà in Aula. A riferire sui presunti finanziamenti illeciti da Mosca alla Lega sarà invece il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che si presenterà, il prossimo 24 luglio, davanti all'assemblea di palazzo Madama. “Sono la massima autorità di governo” sottolinea il premier. “È stato chiesto anche a me di riferire, e io riferisco, perché quando le forze parlamentari chiamano il Governo risponde”. Dal Viminale ancora nessuna risposta è stata inviata al Parlamento, nonostante le insistenze del presidente della Camera Roberto Fico che ha rinnovato l'invito anche in una lettera inviata al ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro. Salvini, però, non intende cambiare linea: “Io ho già detto che riferisco sulle cose vere, che esistono. Non sulla fantasia. C'è un'inchiesta aperta da mesi. Bene, la chiudano. Siamo assolutamente tranquilli”. Il Pd annuncia che ascolterà il premier per poi valutare se presentare o meno la mozione di sfiducia nei confronti di Matteo Salvini

Governo a un passo da crisi. Salvini: fiducia finita. Di Maio: colpiti alle spalle 

Giovedì è stato il giorno più difficile per il governo. Questa volta la tensione è arrivata a livelli di allerta. E se questa escalation porterà all'implosione della maggioranza o finirà con nulla di fatto, è solo questione di ore. E se non è crisi di governo, è di certo crisi di fiducia, “anche personale, perché io mi sono fidato per mesi”, lamenta Matteo Salvini. Tanto che il leader del Carroccio ha annunciato che non parteciperà al Cdm e neppure al vertice sull'autonomia. Ma è un dato di fatto che, tra Russiagate e manovra economica, i rapporti con il premier Giuseppe Conte e Luigi Di Maio sono diventati difficilissimi tanto da far tornare le voci di una imminente crisi. È Salvini a dare il via alla battaglia. “5Stelle e PD da due giorni sono già al governo insieme, per ora a Bruxelles”. Accuse cui Luigi Di Maio sceglie di replicare con un video su Facebook in cui rivendica “rispetto per il M5S” e ribadisce “Siamo stati colpiti alle spalle, le offese e le falsità dette nelle ultime 48 ore contro il M5S non hanno precedenti”. Per il Capitano oltre questo governo ci sono solo le elezioni, niente maggioranze alternative

Mattarella vigila e ribadisce la necessità di un governo in carica per la Manovra 

Il Quirinale vuole mettere in salvo la legge di Bilancio 2020 ed evitare assolutamente l'esercizio provvisorio. E per portare a casa questo obiettivo serve un governo in carica. Al Colle non sono giunte formalizzazioni di crisi ma ciò non toglie che Sergio Mattarella stia registrando con attenta preoccupazione le sempre più violente dichiarazioni di Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Mattarella ha sempre dimostrato estrema linearità e scrupolosa attenzione costituzionale. Logico aspettarsi questo tipo di comportamento anche nella gestione di una eventuale crisi di governo. Dando per scontato che difficilmente si riuscirà a trovare una maggioranza alternativa. Il segretario del Pd Zingaretti ha già ribadito che il suo partito non si alleerà mai con il M5S e che l’unica soluzione saranno le urne. Quindi, sviluppando il ragionamento, che poggia sull'esigenza di evitare l'esercizio provvisorio, è chiaro che i tempi sono strettissimi. 

I sondaggi della settimana

Nei sondaggi pubblicati dall'Istituto SWG, la Lega di Matteo Salvini fa registrare una lieve ripresa nelle intenzioni di voto nonostante il continuo botta e risposta con l’alleato di governo e lo scandalo Savoini. Il Carroccio si attesa al 37,7%. Riprende quota anche il Movimento 5 Stelle. Il partito guidato da Luigi Di Maio raggiunge il 17,9% nelle intenzioni di voto degli italiani, in crescita di mezzo punto a probabile dimostrazione del fatto che l’elettorato pentastellato apprezza la ritrovata combattività del Movimento. La Lega di Matteo Salvini si conferma stabilmente il primo partito del Paese e la distanza dal secondo partito (PD) cresce a 15,7 punti percentuali, mentre quella con il M5S è di 19,8 punti percentuali.

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Nell’area delle sinistre, Sinistra Italiana e Rifondazione comunista guadagnano qualcosa arrivando all’1,8%, mentre i Verdi rimangono stabili al 2,4%. Nell’area centrista, +Europa, alleata con Italia in Comune, il movimento civico dell’ex sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, si stabilizza al 3%. Chi risulta in netto calo è invece il Partito Democratico. I dem questa settimana scendono al 22% perdendo sette punti decimali. Nel centrodestra, continua il testa a testa tra Fratelli d’Italia e Forza Italia. Questa settimana il partito ora guidato da Giovanni Toti e Mara Carfagna stacca il competitor arrivando al 7% mentre il partito di Giorgia Meloni insegue al 6,4%. 

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Ad oggi, l’area di Governo raccoglie il 55,6% delle preferenze di voto. Quella di centro destra il 51,1%, quella di centro sinistra il 25%. Il Movimento 5 Stelle è dato al 17,9%.

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Settimana Politica 13 -19 luglio 2019



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