Draghi rilancia la politica estera italiana: vedrà Biden e Zelensky

Mario Draghi ha intenzione di rilanciare il ruolo internazionale dell’Italia: il 3 maggio parlerà alla Plenaria del Parlamento Ue e il 10 maggio volerà negli Stati Uniti per incontrare il Presidente Joe Biden. Il viaggio negli Usa servirà al Premier per rafforzare il coordinamento con gli Alleati sulle misure a sostegno del popolo ucraino e a contrasto all'aggressione della Russia e riaffermare la solidità del legame transatlantico. Sul tavolo ci saranno le principali sfide globali, dalla sicurezza energetica al contrasto ai cambiamenti climatici, dal rilancio dell'economia allo sviluppo della sicurezza transatlantica, anche in vista dei vertici G7 e Nato di giugno. Infine, non c’è ancora una data ma a inizio maggio Draghi è intenzionato a incontrare anche il Presidente Volodymyr Zelensky a Kiev. 

Guerini al Copasir: la lista delle armi da inviare in Ucraina sarà secretato

Via libera alla seconda tranche di armi italiane all'Ucraina. Il decreto, firmato dal Ministro della Difesa Lorenzo Guerini insieme al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio e dell’Economia Daniele Franco, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, anche se la lista degli armamenti rimane secretata. Guerini ha riferito in proposito al Copasir in un'audizione durata circa due ore: si tratta comunque di materiale bellico della stessa natura di quello già inviato col primo decreto. Secondo quanto trapelato in passato ci sarebbero stati missili anti-aereo Stinger, missili anti-carro Milan, mortai da 120 mm, mitragliatrici pesanti e leggere, giubbotti antiproiettile, elmetti, razioni k, proiettili e munizionamenti in grande quantità. Un possibile salto di qualità del materiale da trasferire, con mezzi pesanti come i semoventi d'artiglieria M109, i cingolati M113 e i più leggeri blindati Lince, verrà valutato successivamente e sarà eventualmente oggetto di un ulteriore decreto interministeriale. C’è una ricognizione in atto da parte dello Stato Maggiore della Difesa, ma ci sono anche valutazioni politiche in capo a Mario Draghi, dopo le prese di posizione di Giuseppe Conte sul coinvolgimento del Parlamento e di Matteo Salvini

Nella maggioranza M5S e Lega aprono il fronte pacifista

Lo spirito di Helsinki evocato da Sergio Mattarella ricompatta i partiti mentre si delinea sempre più netto un fronte pacifista che si schiera su una linea più simile (Giuseppe Conte e Matteo Salvini), con il PD che rilancia sul ruolo dell'Europa. Da Genova il segretario del PD Enrico Letta è chiaro: “Lo voglio dire con grande forza: non è che c’è qualcuno per la guerra e qualcuno che è per la pace. Il PD spinge affinché il Governo italiano, l'Unione Europea e tutti i Paesi lavorino per bloccare l'invasione russa dell'Ucraina”. Per il leader dem, è attorno al ruolo della Nazioni Unite che deve partire il filo per un negoziato di pace: “Noi ci crediamo e vogliamo che l'Europa intera spinga in questa direzione” dice Letta. “Più armiamo una parte, più la pace si allontana” mette in guardia Matteo Salvini che conferma di aver chiesto agli altri leader di incontrarsi “per parlare di pace”. Il leader del M5S, invece, ha intimato al Governo di attenersi strettamente a una logica “difensiva” nell'invio di nuovi armamenti all'Ucraina. 

Il Copasir invia la relazione sulla sicurezza energetica e sul conflitto in Ucraina

La crisi ucraina ha determinato un forte allarme per gli approvvigionamenti energetici ma può diventare un’opportunità. Occorre programmare una nuova politica energetica con l'obiettivo di ridurre la dipendenza dalla Russia, procedendo anche “attraverso il potere sostitutivo dello Stato e lo snellimento di ogni processo autorizzativo” per incrementare la produzione nazionale. Questo il messaggio che arriva dalla nuova relazione del Copasir sulle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina nell'ambito della sicurezza energetica. Il documento è stato approvato al termine di un ciclo di audizioni che ha coinvolto Mario Draghi, l’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica Franco Gabrielli, il direttore del Dis Elisabetta Belloni, il Ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani e gli Ad di Enel, Eni e Snam. Dalla relazione si evince che per smarcarsi dalla Russia bisogna perseguire la diversificazione delle forniture, puntando decisamente sull'Africa (Algeria, Congo, Egitto, Libia), purché però si attui un “modello di partnership che assicuri stabilità, pace e sviluppo ai Paesi fornitori”. Per il Comitato sarebbe auspicabile la costruzione di un gasdotto che attraverso la Spagna e la Francia aumenti i livelli di gas provenienti dall'Algeria. Occorre poi massimizzare la capacità dei tre rigassificatori nazionali di gas liquefatto, raddoppiare la portata del gasdotto Tap e realizzare unità galleggianti di rigassificazione.

Conte sul caso Petrocelli: possibile una sua espulsione dal M5S 

Il Presidente del M5S Giuseppe Conte sta cercando di trovare una soluzione alla questione del presidente pentastellato della Commissione Esteri del Senato Vito Petrocelli, inviso ormai da tutto l'arco parlamentare per la sua posizione sulla Russia e sulla guerra. A Palazzo Madama, dopo il tentativo fallito in Giunta del Regolamento, circola la bozza di una lettera indirizzata alla Presidente del Senato: è stata firmata da tutti i componenti della Commissione Esteri, tranne che dal pentastellato Alberto Airola. Nella lettera i senatori esprimono “profonda preoccupazione” per l’operatività della Commissione e per la “credibilità e l’onorabilità dell'Istituzione che rappresentiamo”. La Capogruppo 5 Stelle al Senato Mariolina Castellone ha chiarito di non avere intenzione di trasferirlo ad altra Commissione e che andrà avanti con il progetto di espulsione di Petrocelli dal gruppo e dal Movimento. Ma non sarà l'espulsione a risolvere il nodo della Presidenza, considerato che il regolamento di Palazzo Madama vieta la decadenza dall'incarico di un senatore che sia stato allontanato dal suo gruppo di provenienza. La strada delle dimissioni in blocco dei componenti resta percorribile: per arrivarci serve tuttavia un accordo politico per la rielezione del nuovo presidente, intesa che, sarebbe stata trovata sul nome della pentastellata Simona Nocerino

La maggioranza cerca un accordo sulla delega fiscale. Sarà in Aula il 9 maggio

La delega fiscale torna in calendario alla Camera. L'appuntamento in Aula è per lunedì 9 maggio ma se e con quale testo arriverà in Aula è tutto da vedere. A due settimane dall'incontro fra Mario Draghi e il centrodestra di governo, non sembra sbloccarsi lo stallo su catasto e sistema duale. Così l'esecutivo ha chiesto alla Capigruppo della Camera la calendarizzazione del provvedimento. Immediate reazioni: “Bene l'avanzamento di questa trattativa sulle modifiche che abbiamo chiesto alla proposta di riforma del catasto” ha detto Silvio Berlusconi, “Apprezziamo che il Governo abbia preso atto della nostra posizione”. “Andiamo avanti a ricercare una soluzione, con spirito costruttivo, ma con uguale determinazione: il risultato finale non potrà né dovrà in nessun modo prevedere alcun aumento delle tasse sulla casa”. Ai deputati della Commissione Finanze, da mesi alle prese con la delega, passi avanti non risultano. Sono in attesa di valutare eventuali emendamenti riformulati su cui servirà “un accordo politico tra Governo, relatore e tutta la maggioranza”, ha sottolineato il Presidente della Commissione Luigi Marattin, ribadendo che non convocherà sedute finché non sarà raggiunta quell'intesa, altrimenti, la delega rischia di arenarsi o di essere approvata senza modifiche, spaccando la maggioranza. 

Salvini: la Lega tornerà a Pontida 

Sono passati oltre trent'anni da quando i primi consiglieri della Lega Lombarda, al seguito di Umberto Bossi, giurarono fedeltà “alla causa dell'autonomia” sul “sacro suolo” del pratone nel Bergamasco. Da allora il tradizionale appuntamento di Pontida ha cambiato pelle ma non appeal per il popolo leghista che, sui social, già accoglie con soddisfazione l'annuncio del leader Matteo Salvini: dopo due anni di stop legato al Covid, il grande ritorno alla kermesse delle origini. L’appuntamento si terrà a metà settembre, probabilmente il 17 e 18, e viene comunicato il giorno prima della conferenza programmatica milanese di Giorgia Meloni, in cui la leader di Fratelli d'Italia lancerà la sua corsa alla leadership del centrodestra. Ed è in questo clima di forte tensione interna nella coalizione che arriva l'annuncio di Pontida 2022; il leader leghista ne parla durante un incontro con i consiglieri regionali del partito convocato per preparare la campagna per le amministrative e il referendum sulla giustizia del 12 giugno: sarà un ritorno importante e significativo, visti i due anni di pausa forzata a causa delle restrizioni Covid, dice Salvini. E i militanti non aspettavano altro. La due giorni sul pratone aprirà di fatto la lunga corsa per le politiche del 2023

In Sicilia il centrodestra si divide. Salta l’accordo su Palermo

Si spacca il centrodestra a Palermo, con conseguenze quasi scontate anche per le regionali d'autunno in Sicilia. Dopo giorni di colloqui FdI rompe gli indugi: Carolina Varchi si ritira, dopo che FdI annuncia il sostegno a Roberto Lagalla. La mossa arriva dopo una notte di trattative. Lega e FI non hanno accettato l’offerta di FdI: sostegno unitario a Lagalla e discussione sul Musumeci-bis. E così nella quinta città d'Italia, al voto il 12 giugno, il centrodestra si presenterà con due candidati: Roberto Lagalla, sostenuto da FdI, IV di Renzi e Udc, e Francesco Cascio appoggiato di FI, Lega-Prima con l'Italia, Nci, Coraggio Italia e gli autonomisti del Mna. Nonostante le richieste, i leader del centrodestra non si sono incontrati per risolvere la questione. Ora è il momento delle accuse reciproche ma resta il fatto che lo scontro tra Musumeci e Miccichè per la corsa alla regione Sicilia è destinato a far salire la tensione e con esso la possibilità che Matteo Salvini e Giorgia Meloni si allontanino ulteriormente.

I sondaggi della settimana

Negli ultimi sondaggi realizzati dall'Istituto SWGFratelli d’Italia di Giorgia Meloni si conferma primo partito italiano con il 21,7%, sopravanzando di mezzo punto il Partito Democratico (21,2%)Inoltre, il distacco tra FdI e la terza forza politica nazionale (Lega) èdi 6,1 punti. 

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Nell’area delle sinistre, i Verdi rimangono stabili (2,4%) mentre Sinistra Italiana e MDP Articolo Uno si attestano rispettivamente al 2,7% e al 2,5%. Nell’area centrista, l’alleanza tra Azione e +Europa rimane costante (5,1%), così come Italia Viva (2,3%). Stessa situazione anche per il consenso del Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte che si attesta al 12,7%. Nell’area del centrodestra, laLega non fa registrare differenze rispetto a sette giorni fa (15,6%) mentre Forza Italia sale di quasi mezzo punto all’8,2%. Italexit di Gianluigi Paragone, infine, si attesta al 2%.

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Negli ultimi sondaggi, i partiti che appoggiano il Governo Draghi raccolgono il 70%, mentre il centrosinistra formato da PD, M5S e MDP raggiunge il 36,4%. La coalizione del centrodestra unito raggiunge il 45,5%; infine, il rassemblement dei partiti di centro (Azione Più Europa e IV) si attesta al 7,4% dei consensi.



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