Il Governo è stretto tra le critiche di Renzi e delle opposizioni

Il mini lockdown deciso con l'ultimo Dpcm (leggi lo speciale di Nomos) per arginare il crescente numero di contagi da coronavirus apre una crepa nella maggioranza e mette il governo alle corde. L'ultimo decreto del presidente del Consiglio divide Pd e Italia viva: per Matteo Renzi va modificato, specie nei limiti imposti a bar, ristoranti e al mondo della cultura; chiede i dati scientifici che giustificano quelle novità, perché non si possono prendere decisioni sulla base delle “emozioni di un singolo ministro”, attacca sulla sua e-news. Nicola Zingaretti invece le difende: “Le misure hanno una ragione”, rilancia nella Direzione del Pd e bacchetta l'alleato: “Stare con i piedi in due staffe è eticamente intollerabile”. Insomma, o si sostiene la maggioranza o si sta all'opposizione, avverte. E anzi rilancia l'alleanza di Governo perché “il patto di legislatura non perde di attualità, ma diventa importante. C’è bisogno di coesione e coerenza”, rimarca il leader dei Dem. All'appello all’unità si accodano i 5 Stelle: “Al di là delle singole idee o posizioni, è indispensabile mettere da parte ciò che divide e lavorare alle soluzioni di cui il Paese ha bisogno”, proclama il capo politico Vito Crimi. Del resto a spingere per il gioco di squadra era stato il presidente della Repubblica, parlando della ricerca scientifica: “Il nemico di tutti è il virus”, è il monito di Sergio Mattarella. Il Governo insomma arranca e sembra cadere nel vuoto la mano tesa, anche alle opposizioni, dal premier Giuseppe Conte: “Dobbiamo alimentare il confronto delle idee, un confronto anche aspro ma sempre rispettoso dell'opinione altrui”, sottolinea in una cerimonia in ricordo di Willy Monteiro

La protesta anti Dpcm dilaga, allerta Viminale su tensioni sociali

A Napoli in migliaia hanno marciato fino alla sede della Regione e un manifestante è stato fermato. A Torino e Milano ci sono stati momenti di tensione quando i manifestanti hanno lanciato prima dei fumogeni e poi alcuni petardi contro le forze dell'ordine; a Cremona i ristoratori hanno battuto le pentole davanti alla prefettura e poi le hanno lasciate a terra come in un cimitero di stoviglie; a Catania hanno tirato bombe carta davanti alla prefettura, a Treviso in mille hanno sfilato in corteo. In tutta Italia, da nord a sud, si sono svolte manifestazioni di protesta contro il Dpcm che impone nuove chiusure per limitare il contagio da Covid e altre se ne annunciano per le prossime ore. E così, dopo la guerriglia a Napoli e i disordini a Roma e Torino che sono suonati come un campanello d'allarme, al Viminale sale l'allerta per le tensioni sociali, anche se in quei casi i protagonisti degli scontri non erano imprenditori e lavoratori colpiti dalle misure, ma piuttosto centri sociali, esponenti di estrema destra, ultras e manovalanza della criminalità organizzata. La linea, dicono al Ministero dell'Interno, è quella della massima attenzione; viene sottolineata la necessità di disinnescare sul nascere ogni situazione di possibile rischio. La preoccupazione è che la rabbia e la frustrazione che monta fra baristi, ristoratori, proprietari di palestre, dipendenti, lavoratori dello spettacolo possa diventare terreno fertile per chi ha interesse ad alimentare le tensioni. 

Il Governo vara il decreto ristori, da metà novembre i primi pagamenti

Un provvedimento doveroso messo in campo in tempi record che mobilita una massa consistente di risorse e che vedrà i primi pagamenti già a partire da metà novembre: descrivono così il decreto ristori i rappresentanti del Governo Giuseppe Conte, Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli in conferenza stampa dopo l'approvazione del Cdm. “Si tratta di un decreto che mobilita una massa consistente di risorse, si tratta per la precisione 5,4 miliardi di indebitamento netto, 6,2 miliardi in termini di saldo netto da finanziare”, spiega il titolare del Mef. Si va dal fondo da 30 milioni per far sì che medici di base e pediatri possano effettuare i tamponi antigenici rapidi alle misure per la didattica a distanza, dai rimborsi per gli spettacoli dal vivo ai fondi per il sostegno delle associazioni e società sportive dilettantistiche. Previste poi altre 6 settimane di Cig Covid-19 e il blocco licenziamenti fino al 31 gennaio. Sono alcune delle misure contenute nei 32 gli articoli che compongono il decreto che prevede interventi economici in favore delle attività che sono state chiuse totalmente o parzialmente con l'ultimo Dpcm. 

Nel decreto è previsto anche lo stop ai pignoramenti immobiliari, due nuove mensilità di reddito di emergenza, l’abolizione del versamento della seconda rata dell'Imu e la proroga al 30 novembre 2020 il termine per la presentazione del modello 770. Gli importi erogati tramite decreto saranno “significativi”, dice Gualtieri spiegando che l'importo medio che arriverà ai ristoranti fino a 400 mila euro di fatturato è di 5.172 euro, quello per ristoranti di fascia maggiore, fino a un milione di fatturato, sarà di 13.390 euro e quello per ristoranti fino a 5 milioni di fatturato sarà di 25 mila euro. C’è poi il ristoro immediato per i teatri e i cinema chiusi dal dpcm della scorsa settimana, 1.000 euro per tutti i lavoratori autonomi e intermittenti dello spettacolo, proroga della cassa integrazione e indennità speciali per i settori del turismo. Per il mese di novembre è prevista un’indennità di 800 euro per i lavoratori precari dello sport. Viene inoltre istituito il Fondo per il sostegno delle associazioni sportive dilettantistiche e delle società sportive dilettantistiche. Arriva, poi, un credito d'imposta sugli affitti commerciali

L’ipotesi rimpasto agita il Governo. Zingaretti frena ma il tema rimane

“Lo chiedo a lei: i singoli Ministri sono adeguati all'emergenza che stiamo vivendo?”: l'uscita del capogruppo Pd Andrea Marcucci piomba come una bomba nell'aula del Senato davanti al premier Giuseppe Conte. E la domanda che corre subito a palazzo Madama è se quell'affondo sia uno scatto in avanti del presidente dei senatori dem o una linea condivisa dal Nazareno. La risposta arriva a stretto giro; prima alcuni senatori e poi lo stesso segretario Nicola Zingaretti prendono le distanze: “Il sostegno del PD a questo Governo e ai suoi ministri è pieno e totale”. E lo stesso Marcucci ritratta quanto detto. Una sequenza che, filtra da palazzo Chigi, fa ritenere “chiusa la questione”, eppure, a parte la dinamica, le cose vengono raccontate in modo diverso: per gran parte dei dem, si riferisce, il tema di una revisione è soltanto questione di tempo e l'affondo di Andrea Orlando, indirizzato alla Ministra Lucia Azzolina, viene letto come un'ulteriore conferma. Nei ragionamenti di chi è più scettico rispetto all'ipotesi di un rimpasto c'è innanzitutto l'incognita M5S. L'assenza di un punto di riferimento, di un leader con cui confrontarsi spiazza gli interlocutori e quindi aprire una verifica di Governo potrebbe non avere un esito scontato. Nello stesso tempo, c'è chi confida che la disponibilità dei 5 Stelle sarebbe garantita dal timore di scivolare verso il voto anticipato

Stallo su licenziamenti, critica Confindustria, i sindacati sono pronti alla piazza

Il giorno dopo l'incontro con il Governo e mentre i ministri vedono le imprese, i Sindacati arrivano a evocare la piazza se non sarà garantita piena protezione dei posti di lavoro almeno fino a primavera. Ma una proroga del blocco generalizzato dei licenziamenti non può andare avanti all'infinito, e il Governo non deve cedere a ricatti come le minacce di sciopero, incalza il presidente di Confindustria Carlo Bonomi: per gli industriali e le altre associazioni dei datori di lavoro bisogna ritornare il prima possibile alle normali dinamiche del mercato del lavoro. Le posizioni restano distanti e sarà il nuovo round di oggi con i Sindacati presieduto dal premier Giuseppe Conte a dover tentare di trovare un’intesa, anche per poter chiudere la manovra economica che, a due settimane dal varo, ancora non è arrivata in Parlamento: il Governo, presenti i ministri Nunzia Catalfo e Stefano Patuanelli mentre al posto di Gualtieri ci sono il capo di gabinetto e il sottosegretario Pierpaolo Baretta, ripropone quanto già ha illustrato ai Sindacati, cioè l'idea di chiudere con il divieto generalizzato di licenziare alla fine di gennaio e proseguire dopo quella data (anche fino a fine marzo) con blocchi selettivi, legati all'effettivo utilizzo della cassa Covid da parte di quelle imprese che ne continuano ad avere bisogno per evidenti cali di fatturato e che ne potranno continuare a usufruire gratuitamente. La proposta non dispiace a Confcommercio, mentre la scelta di imporre invece dei costi tra il 9 e il 18% per quelle aziende che hanno perdite inferiori al 20% o che non hanno subito cali per Confidustria è “non accettabile”. 

L’Ue è pronta a coordinare terapie e test per far fronte all’emergenza Covid

La crescita verticale nella curva del contagio riporta il Consiglio e la Commissione europea nella cabina di regia del coordinamento Ue tra Stati membri. Archiviate le chiusure ai confini e i blocchi all'export di mascherine della prima ondata, i Governi nazionali sembrano più disposti a collaborare su ambiti che, fino a pochi mesi fa, erano ritenuti di esclusiva e intoccabile competenza nazionale. “Siamo sulla stessa barca”, ha detto Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, dopo la conclusione della videoconferenza tra leader. “Siamo di fronte a una crisi seria e severa, che ci mette a dura prova” aggiunge il belga, “i numeri stanno aumentando dovunque in Europa, la coesione e la solidarietà sono fondamentali”. Lo stretto coordinamento tra Governi e Commissione europea è fondamentale per rispondere con rapidità ed efficacia alla nuova ondata del COVID19, aggiunge il premier Giuseppe Conte dando il sostegno dell'Italia alla posizione dei 27. Tuttavia, ribadisce riferendosi al Recovery Fund, “la risposta sanitaria deve andare di pari passo a quella economica. Solo unita l'Europa supererà la crisi”. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen alza l'asticella della cooperazione Ue in materia sanitaria e annuncia: “Abbiamo stanziato 220 milioni per finanziare il trasferimento transfrontaliero di pazienti dove è necessario”. Tale azione, precisa la tedesca, si basa “su una condivisione di dati assieme alla piattaforma Ecdc” (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie), anche dei “letti a disposizione in terapia intensiva”. “Abbiamo avuto modo - spiega Michel - di concentrarci anche sui test, sulle politiche di tracciamento e sui vaccini” perché “sono questi i mezzi essenziali per fermare la diffusione del virus”. 

I sondaggi della settimana

 Negli ultimi sondaggi realizzati dall'Istituto SWG, la Lega di Matteo Salvini perde ben un punto percentuale (23,3%). Discorso diverso per il Movimento 5 Stelle. Il consenso del partito guidato da Vito Crimi rimane pressoché invariato al 15,4%. La Lega resta comunque il primo partito del Paese con una distanza dal secondo (PD) di 2,9 punti percentuali, mentre il gap rispetto a FdI, la terza forza politica italiana, si attesta a 7,1 punti.

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Nell’area delle sinistre, stazionari i Verdi (1,9%) così come Sinistra Italiana-MDP Articolo Uno (3,8%). Nell’area centrista, +Europa sale al 2,3%, mentre Italia Viva scende al 3,2% e Azione si attesta al 3%. Il Partito Democratico invece rimane stabile rispetto alle stime della scorsa rilevazione (20,4%). Nell’area del centrodestra, Fratelli d’Italia si conferma come la terza politica nazionale guadagnando mezzo puntuale (16,2%), Forza Italia è in ripresa (6,4%), mentre Cambiamo!, il partito di Giovanni Toti, rimane all’1,2%

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Ad oggi, l’area di Governo raccoglie il 42,8% delle preferenze di voto. La coalizione di centrodestra il 47,1%, quella di centrosinistra il 29,7%. Il Movimento 5 Stelle è dato al 15,4%.

 

 



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