Mancano oramai poche ore al voto del 4 marzo. Tutti i partiti si preparano al rush finale ma le incognite sono ancore molte perché al momento sembra che nessun partito o coalizione abbia la forza di raggiungere la soglia del 40%. Appare ormai certo che il prossimo Governo sarà deciso all’indomani del voto e che sarà il frutto di un accordo post elettorale fra le diverse forze politiche. Le variabili sono moltissime, prima fra tutti la percentuale di affluenza alle urne che ad oggi è stimata al disotto del 70%.

Nel centro destra, dopo settimane di tira e molla, il tanto atteso momento è arrivato: Berlusconi, Salvini, Meloni e Fitto si sono mostrati assieme sullo stesso palco. I quattro leader di Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e di Noi Con l’Italia, hanno garantito che non ci saranno inciuci dopo il voto, nemmeno nel caso in cui la coalizione non dovesse ottenere la maggioranza per governare.

Intanto ieri Silvio Berlusconi ha annunciato che l'attuale presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, ha sciolto la riserva e ha dato la disponibilità a guidare il prossimo governo di centrodestra. Forza Italia ha quindi il suo candidato premier. Ora la sfida sarà all’ultimo voto tra Tajani e Salvini. D’altronde la posta è altissima; chi otterrà un voto in più guiderà il centro destra all’indomani del voto.

Dopo giorni di attese, Luigi Di Maio ha presentato ufficialmente i diciassette ministri che il M5S schiererà nel caso di una vittoria elettorale. Nella rosa solamente due politici, Bonafede e Fraccaro, mentre le altre personalità appartengono tutte alle istituzioni e alla società civile.

Secondo quanto annunciato da Di Maio, Riccardo Fraccaro sarà Ministro per i rapporti con il Parlamento, Giuseppe Conte sarà a capo del Ministero per la PA, Domenico Fioravanti dello sport, Emanuela Del Re di quello degli Affari Esteri, Paola Giannetakis del Ministero dell'Interno, Alfonso Bonafede di quello della Giustizia, Elisabetta Trenta della Difesa, Andrea Roventini dell'Economia, Lorenzo Fioramonti dello Sviluppo Economico e Alessandra Pesce del Ministero delle politiche agricole.

Ma ci sono anche Mauro Coltorti al Ministero dei trasporti, Pasquale Tridico al Lavoro, Salvatore Giuliano al Ministero all'Istruzione, Alberto Bonisoli al Ministero dei Beni culturali, Armando Bartolazzi alla Salute, Filomena Maggino al Ministero per la qualità della vita e Sergio Costa al Ministero dell'Ambiente.

Matteo Renzi ha dichiarato che in caso di una sconfitta del Partito Democratico, qualora quindi non riuscisse a raggiungere quel 25% ottenuto da Bersani nel 2013, non farà nessun passo indietro e non si dimetterà da segretario. Affermazioni che dovranno confrontarsi con le correnti interne che sembrano già intenzionate a togliergli il sostegno all’indomani del voto.

Intanto il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha ricevuto, dopo quello di Romano Prodi e Giorgio Napolitano, l’endorsement di Enrico Letta. Questa settimana il partito di coloro che spingono il premier verso un suo ritorno a palazzo Chigi si è fatto sempre più ampio. La lotta interna al Pd è partita.

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Settimana Politica 24 febbraio - 2 marzo 2018



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