La maggioranza supera il voto sullo scostamento di bilancio

Il Governo ottiene il via libera sul nuovo scostamento di bilancio da 25 miliardi. Nei numeri c'è una ritrovata compattezza della maggioranza, perché oltre ai 326 voti favorevoli della Camera (222 gli astenuti, 1 contrario), ci sono i 170 sì e 4 no del Senato, 9 in più rispetto alla soglia minima di 161. Una gran bella notizia per Giuseppe Conte, perché è ampiamente sufficiente a tenere il premier e i suoi Ministri al riparo da tempeste politiche estive. Nemmeno la ritrovata solidità del centrodestra riesce a mettere in difficoltà la maggioranza, anche se alla fine Lega e Forza Italia si fermano all'astensione mentre FdI vota contro. Ora la strada è aperta verso la nuova manovra del cosiddetto decreto Agosto, che il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, assicura sarà in Cdm la prossima settimana, senza stravolgimenti particolari rispetto alle anticipazioni di questi giorni. “Le maggiori risorse saranno utilizzate per occupazione, fisco e liquidità, enti territoriali, istruzione e altre misure a sostegno della crescita”, spiega il responsabile del Mef, confermando che ci sarà il prolungamento della Cassa integrazione in deroga varata nel decreto Rilancio. Gualtieri ha poi sottolineando che “sul lavoro è nostra intenzione fornire incentivi di carattere contributivo”. Il ministro dell'Economia, poi, fa il computo degli interventi e delle risorse utilizzate, dopo l'autorizzazione delle Camere, per rendere chiara l'entità del lavoro svolto: “Complessivamente parliamo di 6 punti percentuali di Pil di maggiore indebitamento”, reso però “necessario dalla portata della crisi”. 

Conte accelera su Recovery. Nasce task force tecnica

Il Recovery Plan da presentare entro il 15 ottobre, il varo di una task force tecnica, l'assicurazione sul pieno coinvolgimento del Parlamento: sono queste le principali novità che il premier Giuseppe Conte ha portato sul tavolo della prima riunione del Governo sul Recovery Fund, che si è tenuta martedì. Riunione breve, ma affollatissima, visto che al tavolo del Comitato interministeriale per gli affari europei sono seduti tutti i Ministri e, in collegamento, i rappresentanti di tutti gli enti locali. “È una grande sfida e serve grande responsabilità”, è il monito del capo del Governo alla vigilia di un'estate che si preannuncia rovente. Del resto, sul premier è fortissimo il pressing dei gruppi parlamentari e degli enti locali; proprio in settimana a Montecitorio si deciderà sullo strumento parlamentare con cui avere un ruolo nella gestione delle risorse: si va dalla Bicamerale agognata da FI alla monocamerale, fino alla mozione e al voto in Commissione Bilancio o in Assemblea. E, visti i tempi stretti, è la Bicamerale, per cui è necessaria l'approvazione di una legge ad hoc, a essere al momento l'opzione più lontana. Tempi strettissimi che Conte sottolinea al tavolo del Ciae annunciando che si lavorerà anche ad agosto. Ma avverte “la puntualità nell'elaborazione del piano è una condizione, una premessa indispensabile per poter accedere a questo piano europeo ma direi che non è sufficiente”. La riunione è servita soprattutto a delineare un cronoprogramma. Si tratta poco il dossier fondi e, soprattutto, sul tavolo non compare il grande nodo del Mes. Comunque sia, la selezione dei progetti, spiega Conte, sarà innanzitutto politica. La base è quel piano di riforme già oggetto degli Stati Generali”: investimenti in infrastrutture, transizione energetica, digitalizzazione e scuola, saranno i pilastri del piano che il Governo presenterà nella prossima legge di bilancio

Riparte il confronto sulle pensioni tra Governo e parti sociali

Dopo la pausa causata dal lockdown, è ripreso il confronto tra esecutivo e sindacati sulle pensioni, argomento complesso che necessiterà di un lavoro doppio per un risultato concreto. Nunzia Catalfo, incontrando Cgil, Cisl e Uil, ha infatti ribadito come Quota 100 resterà in vigore fino alla sua naturale scadenza (fine 2021), indicando però in una legge delega lo strumento per intervenire sulla revisione organica della materia. L'idea è quella di procedere “lungo due binari paralleli”: il primo appuntamento, fissato per l’8 settembre, “servirà a definire il pacchetto d’interventi da inserire nella prossima legge di Bilancio”, come la proroga di Ape sociale e l’Opzione Donna, la staffetta generazionale e il contratto di solidarietà espansiva. L’altro incontro al Ministero del Lavoro è in agenda il 16 settembre, quando si inizierà a progettare a più ampio raggio la riforma che avrà come pilastri, spiega la Ministra, “maggiore equità e flessibilità in uscita e una pensione di garanzia per i giovani”. L'argomento è molto delicato, perché la sperimentazione della riforma voluta dal Governo gialloverde ha già esaurito il suo appeal di richieste e senza nuovi provvedimenti si tornerà alla rigidità della legge Fornero-Monti

Il Senato dà il via libera: Salvini sarà processato

Il Senato manda a processo Matteo Salvini, per la seconda volta in pochi mesi. Dopo la vicenda Gregoretti, la maggioranza di Palazzo Madama approva compatta, 149 voti favorevoli e 141 contrari, l'autorizzazione a procedere ai danni dell'ex ministro dell'Interno per il caso Open Arms. Salvini viene a sapere dell'esito del voto mentre si trova in macchina verso Milano Marittima, lo stesso luogo, il celebre Papeete, dove proprio l'anno scorso staccò la spina al Governo di cui era vicepresidente del Consiglio e Ministro dell'Interno. “Contro di me festeggiano i Palamara, i vigliacchi, gli scafisti e chi ha preferito la poltrona alla dignità. Sono orgoglioso di aver difeso l'Italia: lo rifarei e lo rifarò” commenta il leader della Lega a caldo. Quindi ripete le parole già usate in aula: “Vado avanti, a testa alta e con la coscienza pulita, guarderò tranquillo i miei figli negli occhi perché ho fatto il mio dovere con determinazione e buonsenso. Chi mi manda a processo mi fa un regalo. Ci vado a testa alta convinto che il tempo è galantuomo”. La sua strategia difensiva è sensibilmente cambiata rispetto alle altre volte in cui si dovette difendere dalle stesse accuse di sequestro di persona; in passato, il suo obiettivo era stato esclusivamente dimostrare che i suoi atti contro le Ong “erano collegiali del Governo” e che quindi, con lui, andavano processati anche Giuseppe Conte e i Ministri Cinque Stelle. Stavolta, invece, secondo Salvini, siamo di fronte a una maggioranza che “sceglie la via giudiziaria e non quella democratica di libere elezioni per battere i suoi avversari politici”. 

La maggioranza trova l’intesa sui decreti sicurezza. A settembre in Cdm

Al quinto incontro al Viminale si è trovata l'intesa tra il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese e gli esponenti della maggioranza su un nuovo testo che supera i Decreti Sicurezza di Matteo Salvini. Tra i punti di novità si segnalano la cancellazione delle multe milionarie alle navi ong, l'allargamento della possibilità di accedere alla protezione umanitaria, la revisione del sistema di accoglienza Siproimi e la possibilità per i richiedenti asilo di iscriversi all'anagrafe comunale. Il testo sarà sottoposto all'attenzione delle Autonomie locali, ma di approvazione in Cdm si riparlerà a inizio settembre. Non è stato un percorso facile: inizialmente le posizioni tra le diverse forze della maggioranza erano divaricate, con Pd, LeU e Iv che spingevano per un forte segnale di discontinuità con i provvedimenti firmati da Salvini che avevano introdotto, tra l'altro, multe fino a un milione di euro per le navi umanitarie, praticamente cancellato la protezione umanitaria ed eliminato i richiedenti asilo dal Sistema di accoglienza promosso con i Comuni (l'ex Sprar, diventato Siproimi). I Cinquestelle volevano limitarsi ad accogliere i rilievi espressi da Sergio Mattarella, ma poi la posizione si è ammorbidita aprendo a delle modifiche più sostanziali. 

Votati i nuovi Uffici di Presidenza delle Commissioni di Camera e Senato

Come previsto dai Regolamenti parlamentari, a metà legislatura Camera e Senato hanno provveduto al rinnovo delle 28 commissioni permanenti. Questa regola è stata introdotta come forma di tutela nel caso di modifica degli equilibri politici decretati dalle elezioni. Nell’attuale legislatura, i presidenti delle Commissioni furono scelti dalla maggioranza targata Lega-M5S che sosteneva il governo Conte I. Con il cambio del Governo, e dopo diversi mesi di “coabitazione” con ben dieci presidenze a guida leghista (cinque alla Camera e cinque al Senato), la maggioranza si è trovata a dover trovare una quadra sul nuovo assetto. Dopo diverse settimane di duro scontro politico e al termine di una giornata convulsa, in cui la maggioranza è stata battuta per ben tre volte nelle votazioni sui vertici delle Commissioni permanenti, sono stati eletti i nuovi Uffici di presidenza (Presidente, Vicepresidenti, segretari) e i partiti fanno i loro conti. Per quanto riguarda le presidenze, il M5S ne incassa 13 (6 al Senato e 7 alla Camera), perdendone però una rispetto all'accordo siglato all'interno della maggioranza (l’Agricoltura di palazzo Madama, che sarebbe dovuta andare a Pietro Lorefice mentre è stato rieletto il presidente uscente leghista Giampaolo Vallardi). Il Partito Democratico ottiene 5 presidenze di Commissione alla Camera e 4 al Senato. Italia Viva incassa tutte e 4 le presidenze concordate: 2 alla Camera e 2 al Senato. L'unica presidenza che sarebbe toccata a Leu, ovvero la Giustizia al Senato con Pietro Grasso, è rimasta al leghista Andrea Ostellari.

Alla Camera i presidenti eletti sono: Giuseppe Brescia (M5S) confermato alla Affari Costituzionali, Mario Perantoni (M5S) alla Giustizia; Piero Fassino (Pd) alla Esteri; Gianluca Rizzo (M5S) confermato alla Difesa; Fabio Melilli (Pd) alla Bilancio; Luigi Marattin (Iv) alla Finanze; Vittoria Casa (M5S) alla Cultura; Alessia Rotta (Pd) all’Ambiente; Raffaella Paita (Iv) ai Trasporti; Martina Nardi (Pd) alle Attività Produttive; Debora Serracchiani (Pd) alla Lavoro: Pd; Marialucia Lorefice (M5S) confermata agli Affari Sociali; Filippo Gallinella (M5S) confermato all’Agricoltura; e Sergio Battelli (M5S) confermato alle Politiche Ue. Al Senato i presidenti eletti sono: Dario Parrini (Pd) alla Affari Costituzionali; Andrea Ostellari (Lega) confermato alla Giustizia; Vito Petrocelli (M5S) agli Esteri; Roberta Pinotti (Pd) alla Difesa, Daniele Pesco (M5S) confermato alla Bilancio; Luciano D'Alfonso (Pd) alle Finanze; Riccardo Nencini (Iv) alla Cultura; Mauro Coltorti (M5S) alla Lavori Pubblici; Giampaolo Vallardi (Lega) confermato all’Agricoltura; Gianni Girotto (M5S) confermato all’Industria; Susy Matrisciano (M5S) confermata alla Lavoro; Annamaria Parente (Iv) alla Sanità; Wilma Moronese (M5S) confermata all’Ambiente; Dario Stefano (Pd) alle Politiche Ue. (Leggi lo speciale di Nomos)

I sondaggi della settimana

Negli ultimi sondaggi realizzati dall'Istituto SWG, la Lega di Matteo Salvini rimane pressoché ferma al 26,3%. Discorso diverso per il Movimento 5 Stelle. Il partito guidato da Vito Crimi beneficia del buon risultato del vertice europeo sul Recovery Fund e si attesta al 16% in aumento di quasi mezzo punto. La Lega resta il primo partito del Paese con una distanza dal secondo (PD) di 6,5 punti percentuali, mentre il gap rispetto al M5S si attesta a 10,3 punti.

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Nell’area delle sinistre, non si muovono i Verdi (1,8%), mentre l’alleanza tra Sinistra Italiana e MDP Articolo Uno arriva al 3,8%. Nell’area centrista, +Europa cala di qualche decimale (2,1%), Italia Viva rimane al 3% mentre Azione si ferma al 3,1%. Il Partito Democratico, invece, guadagna mezzo punto (19,8%). Nell’area del centrodestra, Fratelli d’Italia si conferma come la seconda forza della coalizione (13,9%) pur arretrando leggermente, a differenza di Forza Italia (6,2%), mentre Cambiamo!, il partito di Giovanni Toti, non fa registrare grosse variazioni (1,3%).

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Ad oggi, l’area di Governo raccoglie il 42,6% delle preferenze di voto. La coalizione di centrodestra il 47,7%, quella di centrosinistra il 28,7%. Il Movimento 5 Stelle è dato al 16%.

 

 

 



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