Alta tensione nel Movimento 5 Stelle su Tap e Tav

Il tema infrastrutture è una scintilla che rischia di trasformare in fiamme i malumori nella base M5S in merito a Tav e Tap. A San Foca di Melendugno (Lecce), nel giorno della manifestazione contro la realizzazione del gasdotto trans-adriatico Tap, si grida alle dimissioni di tutti i rappresentanti locali del M5S eletti in Salento in Parlamento dopo la conferma da parte Governo del progetto. La ministra del Sud Barbara Lezzi, fortemente criticata, ha immediatamente risposto: “Non mi fate paura, siete gli ultimi a poter chiedere le mie dimissioni”. Matteo Salvini ha evidenziato i vantaggi economici della Tap, e ribadito che passi indietro sul gasdotto non sono neanche in discussione, mentre il viceministro all'Economia Massimo Garavaglia ha chiuso la faccenda con un lapidario: “La Tap è un capitolo chiuso, consentirà di avere costi energetici più bassi per le nostre industrie”.

Pd, Martina lancia Congresso ed apre ad alleanza per europee

Il Pd entra nella sua fase congressuale: il segretario Maurizio Martina ha dichiarato concluso il suo mandato e ha annunciato la convocazione dell'Assemblea nazionale che fisserà la data dell’assise per l'elezione del nuovo leader del partito. Il tutto con buona pace dei renziani che speravano in un posticipo del Congresso a dopo le elezioni europee. Nel suo intervento al Forum per l'Italia di Milano, Martina ha aperto alla proposta di Dario Franceschini di costruire un'alleanza: “L’alternativa al governo sovran-populista di Lega e M5S si costruisce partendo sì dal Pd ma andando oltre il partito così come è stato finora concepito”. Franceschini ha chiesto un passo indietro a tutti i candidati, per convergere sulla candidatura di Zingaretti ed evitare lotte fratricide.

Allarme decreto sicurezza. Di Maio, uniti a testuggine

Non si placa la pressione dei dissidenti del M5S sul decreto sicurezza. Al momento sono quattro i senatori pentastellati (Paola Nugnes, Elena Fattori, Gregorio De Falco e Matteo Mantero) che hanno dichiarato che non voteranno il provvedimento in aula. Luigi Di Maio ha provato a sedare la rivolta interna, contrattando miglioramenti e ascoltando i riottosi. Stretto all'angolo dalla politica imposta dal contratto di governo e dall'offensiva leghista, ha chiamato le sue truppe a stringersi compatte: “Siamo sotto attacco. Dobbiamo essere compatti. Fusi insieme. Come lo era la testuggine romana” ha avvertito Di Maio salvo poi ordinare agli scettici interni di rientrare nei ranghi, pena la fuoriuscita dal M5S.

La manovra tra Parlamento e Bruxelles, tutte le tappe

Con l’arrivo della manovra in Parlamento inizia un vero e proprio tour de force per il Governo. La legge di Bilancio, trasmessa alle Camere con quindici giorni di ritardo sulla tabella di marcia, comincia così il suo iter per l'approvazione entro fine anno. Sul programma economico per il 2019 pesano però le critiche e la quasi bocciatura di Bruxelles. L'elemento più rilevante è che il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni con quota 100 non ci sono e saranno introdotti nel dettaglio con appositi provvedimenti collegati alla manovra.

Manovra, Mattarella scrive a Conte: tutelare l’economia italiana

Ricerca di equilibrio, dialogo, confronto per evitare bracci di ferro e tutelare l'economia italiana: si muove dentro questa cornice la lettera che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato a Giuseppe Conte accompagnando alla legge di Bilancio. Il capo dello Stato ha auspicato “un dialogo costruttivo” con l'Europa su cui vige “un comune intento di tutelare gli interessi fondamentali dell'Italia, con l'obiettivo di una legge di bilancio che difenda il risparmio degli italiani, rafforzi la fiducia delle famiglie, delle imprese e degli operatori economici e ponga l'Italia al riparo dall'instabilità finanziaria”.

I Sondaggi della Settimana 27 ottobre 2018 - 2 novembre 2018

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Nei sondaggi pubblicati dall'Istituto SWG, i partiti di governo rimangono pressoché stabili rispetto alla settimana scorsa. La Lega di Matteo Salvini si attesta al 30,6% dei sondaggi, guadagnando lo 0,2% rispetto all’ultimo sondaggio. Insegue ancora il Movimento 5 Stelle che, nonostante le fortissime tensione interne sul decreto fiscale e sicurezza, perde lo 0,1% attestandosi al 29%. Il partito di Salvini è stabilmente il primo partito del Paese e la distanza dal M5S è di 1,6% punti percentuali.

Nell’area delle sinistre, Liberi e Uguali, guadagna lo 0,1% raggiungendo il 2,8%, mentre in quella di centro, il partito della Bonino, Più Europa, è dato al 2,7%. In leggera diminuzione il Partito Democratico. I dem, che nel fine settimana scorso hanno tenuto la conferenza programmatica, perdono lo 0,5% e si attestano al 17% delle intenzioni di voto. Il partito guidato da Maurizio Martina fatica ancora a superare la crisi ed è ancora al di sotto del già deludente risultato delle ultime elezioni politiche.

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Nel centro destra, Fratelli d’Italia è in leggero calo attestandosi al 3,5%, mentre torna a crescere Forza Italia. Il partito di Berlusconi oggi è dato all’7,9% e dimostra ancora di non aver trovato una via di uscita alla crisi interna.

Ad oggi, l’area di Governo raccoglie il 59,6% delle preferenze di voto. Quella di centro destra il 42%, quella di centro sinistra il 22,5%. Il Movimento 5 Stelle è dato al 29%.

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Settimana Politica 27 ottobre 2018 - 2 novembre 2018



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