Il Decreto Sicurezza Bis è legge: la maggioranza tiene

La settimana inizia forte per Matteo Salvini che lunedì ha festeggiato l’approvazione definitiva, con voto di fiducia, del decreto sicurezza bis. Un provvedimento fortemente voluto dalla Lega e che ha avuto l’effetto di provocare non poche tensioni all’interno del M5S. In Senato il dl incassa la fiducia con 160 voti favorevoli, 57 contrari e 21 astenuti, sfiorando di fatto la maggioranza assoluta di 161. Un risultato importante anche avvisaglia di una crescente contrapposizione tra Lega e M5S.

Fondi Lega: prescritti Bossi e Belsito, rimangono confiscati 49 milioni 

La Corte di Cassazione ha dichiarato prescritto il reato di truffa ai danni dello Stato contestato a Umberto Bossi e all'ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito. Entrambi il 26 novembre scorso erano stati condannati per la vicenda dei fondi per i contributi elettorali non dovuti versati al Carroccio dal 2008 al 2010. Belsito è stato invece ritenuto responsabile del reato di appropriazione indebita e spetterà alla Corte d'Appello ligure rideterminare la pena. Confermata anche la confisca dei 49 milioni di euro al partito. 

Il Senato boccia la mozione M5S sulla Tav

Dopo settimane di polemiche, anche il Parlamento dice sì al Tav, ma Lega e M5S si spaccano in Senato. La mozione del Movimento che chiedeva di stoppare l’opera è stata bocciata. Il Senato ha poi approvato anche a favore delle mozioni proTav presentate da Pd, +Europa, Fi e Fdi. Una giornata difficile per la maggioranza che in Aula si spacca. Il viceministro all'Economia Massimo Garavaglia e il sottosegretario ai rapporti con il Parlamento Vincenzo Santangelo esprimono orientamenti diversi.  Una spaccatura evidente andata in scena prima in Senato, poi a palazzo Chigi e poi a Sabaudia dove Matteo Salvini ha tenuto un lungo discorso senza però aprire una crisi di Governo.

Toti lancia l’Associazione Cambiamo. Presto sarà un partito

Parte da un'associazione la nuova avventura politica del centrodestra moderato lanciata da Giovanni Toti, dopo l'addio a Forza Italia. Con lui, nel comitato promotore di Cambiamo, al momento ci sono Romani, Quagliariello e Osvaldo Napoli, ma la lista non è ancora. “Abbiamo registrato il comitato promotore dell'associazione che nelle prossime settimane evolverà in un movimento politico che ha come scopo quello di costituire all'interno del centrodestra la casa dei riformisti, dei liberali, dei moderati, dei popolari. Deve essere la casa delle categorie, del mondo del lavoro e dell'impresa, dei tanti amministratori piccoli, medi e grandi. Un movimento di partecipazione, cristallinamente alleati con gli amici della Lega e di Fratelli d'Italia”, spiega lo stesso Toti. 

Ore drammatiche: Salvini apre la crisi di Governo

La spaccatura profonda nel cuore del Governo giallo-verde, andata in scena in Senato con la bocciatura della mozione No Tav del M5S, è diventata una voragine mercoledì sera a Sabaudia dove la tenuta dell'esecutivo ha traballato grazie al comizio di Matteo Salvini. Il vicepremier e ministro dell'Interno ha detto che con gli alleati “negli ultimi mesi qualcosa si è rotto” e ha escluso ogni ipotesi di rimpasto. Quindi giovedì per il Governo si è aperto l’inizio della crisi. Conte, prima di salire al Quirinale, ha avuto un lungo colloquio con il leader Carroccio ma alla fine l’esito è stato quello della crisi. In serata son arrivate anche le parole di Matteo Salvini: “Andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza e restituiamo velocemente la parola agli elettori. Inutile andare avanti a colpi di no e di litigi, come nelle ultime settimane, gli italiani hanno bisogno di certezze e di un governo che faccia, non di Signor No. Non vogliamo poltrone o ministri in più, non vogliamo rimpasti o governi tecnici: dopo questo Governo (che ha fatto tante cose buone) ci sono solo le elezioni”. 

Conte sfida Salvini: “Il mio non è il Governo dei no”

Giuseppe Conte lascia, ma scende in campo. E inizia a demolire la narrazione con cui Matteo Salvini ha giustificato l'apertura della crisi. Al termine di una lunga giornata, nel giorno del suo 55esimo compleanno, mentre sembra concludersi la sua esperienza da presidente del Consiglio, il professore si presenta in sala stampa a Palazzo Chigi e annuncia che si presenterà in Parlamento, perché dovranno essere le Camere a sfiduciarlo. Svela anche che se il leader della Lega ha deciso di interrompere l'esperienza gialloverde è solo perché vuole “capitalizzare il suo consenso”. Lo dice anche Luigi Di Maio, che dagli schermi del Tg 1 attacca a testa bassa: “Salvini mette i sondaggi davanti al Paese”, accusa. E poi colpisce dove fa più male: “Con le elezioni di ottobre ci sarà un Governo che s’insedierà a dicembre” e probabilmente “farà aumentare l'Iva”, dice il leader M5s che assicura: “Noi siamo pronti al voto”. 

Mattarella attende le mosse di Conte e Salvini

Sergio Mattarella sonda la situazione dopo che la tensione nel Governo è giunta alle stelle; si profila un passaggio alle Camere e dunque possibili consultazioni tra il 24 e il 26 agosto. Il Presidente tiene sempre un occhio attento ai conti pubblici e auspica che tutto si svolga in modo istituzionalmente ordinato. Giovedì il presidente del Consiglio Giuseppe Conte gli aveva espresso la sua intenzione di cercare di ricucire gli strappi e di verificare comunque in Parlamento la solidità o meno della sua maggioranza. Nel pomeriggio Mattarella ha ricevuto il presidente della Camera Roberto Fico, un incontro durante il quale si è anche esaminato il calendario dei lavori parlamentari in caso di crisi. La Camera e il Senato infatti sono convocate in via ordinaria per i primi di settembre e servono alcuni giorni, tempi strettamente tecnici, per riaprire il Parlamento e procedere alla cosiddetta verifica. Il passaggio parlamentare, chiesto anche in serata da Matteo Salvini, non potrà avvenire dunque prima della prossima settimana. 

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Settimana Politica 3 - 9 agosto 2019



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