La Camera approva, non senza tensioni, la riforma del processo penale

Draghi c’è riuscito: la Camera ha approvato la riforma del processo penale. Un voto che arriva al termine di una lunga giornata in cui non sono mancati momenti di grande tensione in Aula. Per due volte la maggioranza si è spaccata: prima su un odg di FdI (bocciato) sulla responsabilità diretta dei magistrati, con Lega e Forza Italia che si sono astenute. Poi su un ordine del giorno sugli ecoreati per i quali si prevedono delle deroghe all'istituto della improcedibilità. In questo caso è il M5S a votare a favore, assieme ad alcuni esponenti di Leu. L'ordine del giorno è stato poi respinto per soli 5 voti. Due momenti di tensione, aggravate dal rinvio del ddl Zan a settembre al Senato e dalla presentazione di oltre 1.300 emendamenti, di cui 900 della Lega, sul decreto green pass, che hanno riacceso lo scontro tra centrodestra di governo e M5S, Pd e LeU. Tensioni a parte, la riforma del processo penale, frutto di una lunga mediazione, passa ora all'esame di palazzo Madama. Se nelle dichiarazioni e nei singoli voti esplodono le diverse posizioni, le forze politiche che sostengono il governo si sono ricompattate al momento del voto finale e rientra, come già avvenuto nella notte sui due voti di fiducia, l'iniziale pesante dissenso emerso nel M5S.  

Berlusconi e Meloni si incontrano per rilanciare l’unità del centrodestra

Giorgia Meloni ha fatto visita a Silvio Berlusconi in Sardegna con l’obiettivo di fare un punto sullo stato della coalizione di centrodestra. Il Cav dalla festa della Lega a Milano Marittima aveva ammesso di aver compiuto sulla Rai “uno sgarbo a Fratelli d’Italia”. Da qui l'esigenza di ricucire e ristabilire un rapporto su cui sia l'ex premier che la presidente di Fdi continuano a credere. Nessuna compensazione del danno con uno scambio di poltrone o candidati, trapela da entrambi i protagonisti della reunion, l'obiettivo è quello di verificare e certificare che il futuro del centrodestra, quello a tre (Fi-Lega-Fdi), non sia stato compromesso dall'esperienza dell'esecutivo Draghi. Insomma, quello di cui ha voluto accertarsi la Meloni è che gli ammiccamenti con IV di Matteo Renzi, sia da parte di Matteo Salvini che da parte di alcuni esponenti di FI, non proseguano anche in futuro. E soprattutto, avrebbe insistito Meloni, “non voglio convivere con avversari in casa”, facendo riferimento al leader leghista. Dalla Lega arriva a stretto giro la replica, che si presta tuttavia a interpretazioni: “L’unità, la forza, la compattezza della coalizione è un valore fondamentale, che ci differenzia da una sinistra divisa e litigiosa. Avanti con il progetto di federazione, per sostenere compatti il governo Draghi, e per vincere con una coalizione compatta le elezioni del 2023”.  

Sulla questione migranti Lamorgese cerca sponde in UE

Riesplode, come ogni estate, la questione dei flussi migratori e l'Italia prova ad alzare di nuovo la voce con l'Europa: il nostro paese non può essere lasciato solo e Bruxelles non può continuare a voltarci le spalle. A muoversi, d'intesa con Palazzo Chigi, è stato il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese dopo l'ennesimo sbarco a Lampedusa. Per questo, mentre Mario Draghi ha avuto un colloquio con il presidente della Repubblica tunisino Kais Saied con al centro sia gli aiuti che l'Italia continuerà a garantire sia i flussi migratori, la Lamorgese ha sentito il Commissario per gli Affari interni dell'Ue Ylva Johansson ed è poi volata a Tripoli per incontrare il primo ministro del governo di unità nazionale Abdulhamid Dabaiba e il ministro dell'Interno Khaled Mazen. Riunioni programmate da tempo per fare il punto sui tanti tavoli tecnici aperti con la Libia. Per quanto riguarda la prevenzione dei flussi migratori irregolari e della tratta di esseri umani, da parte italiana è stata confermata la volontà di sviluppare concretamente e in tempi rapidi, in collaborazione con l'Oim, il progetto portato avanti dal Viminale riguardante le frontiere meridionali libiche. A Johansson, Lamorgese ha invece chiesto la convocazione urgente di un Consiglio affari interni straordinario nel quale affrontare il nodo con gli altri paesi dell'Ue sulla gestione dei flussi migratori. 

Il Parlamento chiude per un mese, tutto rimandato a settembre 

Con l'approvazione del decreto green pass in Cdm, la conversione in legge del decreto sul rafforzamento della PA da parte dell'aula della Camera e l'ok in prima lettura al decreto grandi navi al Senato, Parlamento e governo vanno in ferie. La pausa estiva delle Camere durerà un mese, quella dell'esecutivo, con la curva del contagio e le varianti da tenere sotto controllo e la prima applicazione del green pass, sicuramente meno. L'aula di Montecitorio è convocata per il 6 settembre, quella di Palazzo Madama per il 7. I deputati saranno alle prese con il decreto green pass sul quale pendono centinaia di emendamenti, molti della Lega che ha annunciato battaglia contro l'obbligo di certificazione. Anche per i senatori la ripresa sarà movimentata: ci sarà da approvare la riforma del processo penale. Il testo, passato e ripassato in Cdm, dovrebbe essere blindato ma a settembre, con le elezioni amministrative, previste per il 3 e 4 ottobre, nulla si può dare per scontato. 

Il governo approva all’unanimità il green pass per scuola e trasporti

Le nuove regole del green pass passano il vaglio del Cdm senza grossi scossoni. Il decreto-legge riceve l'ok di tutti i ministri, anche con il benestare della Lega. Nessuna resa dei conti, nessuno scontro e soprattutto nessun assalto alla tenuta dell'esecutivo, con rivendicazioni e soprattutto, “proclami per piazzare bandierine”. Alla fine, il green pass sarà obbligatorio per il personale della scuola, dell’università e per gli studenti degli atenei. Insomma, pugno duro contro docenti e il personale scolastico che non si sarà vaccinato. Per lavorare a scuola bisognerà avere ricevuto il vaccino o presentare un tampone, pena la sospensione dallo stipendio. Il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi chiarisce che l'obiettivo rimane la ripartenza a settembre della scuola in presenza. Il provvedimento licenziato dall'esecutivo riguarda anche il settore dei trasporti. Il governo ha deciso di rendere obbligatorio il pass vaccinale ai passeggeri del trasporto a lunga percorrenza.

Il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini annuncia che le nuove misure saranno in vigore dal 1 settembre al 31 dicembre e che il “green pass sarà obbligatorio per l'accesso ai voli aerei, navi e traghetti interregionali, con l'eccezione per i traghetti tra Messina e Reggio Calabria. Ed ancora per i treni di tipo intercity e intercity notte e sugli autobus interregionali”. Il governo, quindi, sembra avere trovato la quadra su un provvedimento che alla vigilia sembrava in salita per via di alcune resistenze della Lega. Roberto Speranza, rispondendo ad una domanda dei giornalisti, rassicura sull’unità di un esecutivo totalmente convergente sulle scelte assunte. “Il provvedimento è stato approvato all’unanimità e c’è stata una larghissima adesione. Non è assolutamente una vittoria di una parte” assicura.  

Draghi traccia un bilancio dei primi sei mesi del suo Governo

Nell’ultimo Cdm prima della pausa estiva, il premier Mario Draghi traccia un bilancio positivo dei primi sei mesi di governo. Dopo il via libera del nuovo decreto-legge sul green pass, il presidente del Consiglio registra un cambio di clima nella sua maggioranza: rispetto alle riunioni di marzo, rileva il capo del governo, l'atmosfera è ben diversa. Ma per Draghi il bilancio positivo non deve far perdere la bussola delle riforme. “I risultati ottenuti devono spronarci a continuare con la stessa determinazione quando torneremo dalla pausa estiva”, spiega il premier ai ministri, non senza ricordare i provvedimenti messi in campo dall'esecutivo finora: dal decreto lavoro e imprese all'assegno unico per i figli, dalla limitazione del traffico delle grandi navi a Venezia, all'Agenzia per la Cybersicurezza. E poi c’è il dato economico che fa ben sperare: “Oggi l'economia italiana cresce molto più velocemente di quanto prevedesse lo stesso Def e si prospetta un'espansione ben oltre il 5%”, sottolinea Draghi. Un rilancio, quello dell'economia, che si alimenta anche della campagna vaccinale, fondamentale per non tornare alle chiusure. “Con cautela e allo stesso tempo con coraggio siamo andati incontro alle esigenze dell'economia e siamo riusciti a tenere sotto controllo la curva del contagio”, rimarca non a caso il capo del governo. A settembre si parte subito in salito: la riforma del fisco e la legge sulla concorrenza sono le prime due tappe del cronoprogramma di Draghi. 

È conto alla rovescia per l’investitura di Conte a leader del M5S

Il conto alla rovescia per l'elezione di Giuseppe Conte a primo presidente del M5S è iniziato. L'Assemblea degli iscritti, che ha già dato il via libera alle modifiche dello statuto, finirà di votare sulla piattaforma Skyvote questa sera alle 22.00. L'esito è scontato, l'ex premier sarà ufficialmente incoronato leader. Quello che resta da capire è il risultato finale della consultazione. In occasione della votazione dei giorni scorsi sullo statuto, su 113.894 aventi diritto si erano espressi 60.940 attivisti. E tra le fila pentastellate ovviamente si spera che Conte superi di parecchio l'asticella. Soprattutto dopo l'avvio sprint registrato sullo strumento telematico che ha preso il posto della piattaforma Rousseau: dopo appena tre ore avevano infatti già votato 20mila persone, diventate poi 40mila quasi al termine della prima giornata di consultazione. Insomma, si delinea all'orizzonte un vero e proprio plebiscito per Conte, che però non lo metterà al riparo dalle critiche della parte dell’ala ortodossa del Movimento che non ha gradito la nuova strada imboccata dopo la nascita dell'esecutivo Draghi. 

I sondaggi della settimana

Negli ultimi sondaggi realizzati dall'Istituto SWG, Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni si conferma primo partito italiano e, in crescita di qualche decimale fino al 20,6%, fa registrare un vantaggio di 0,3 punti sulla Lega di Matteo Salvini che si ferma al 20,3%. Inoltre, il distacco tra FdI sulla terza forza politica nazionale (PD) è di 1,6 punti.

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Nell’area delle sinistre, i Verdi rimangono stabili (2%) mentre Sinistra Italiana e MDP Articolo Uno si attestano rispettivamente al 2,7% e al 2,3%. Nell’area centrista, +Europa rimane pressoché stabile (1,8%), così come Italia Viva (2,2%) e Azione (3,9%). Pressoché stabile anche il Partito Democratico al 19% mentre il Movimento 5 Stelle indietreggia fino al 15,5%. Nell’area del centrodestra, Forza Italia perde qualcosa (6,8%) mentre Coraggio Italia, il nuovo partito di Giovanni Toti e Luigi Brugnaro, si attesta all’1,1%.

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Negli ultimi sondaggi, i partiti che appoggiano il Governo Draghi raccolgono il 74,9% nelle intenzioni di voto, mentre il centrosinistra formato da PD, M5S e MDP raggiunge il 36,8%. La coalizione del centrodestra unito, invece, raggiunge il 48,8%, mentre il rassemblement dei partiti di centro (Azione, IV e +Europa) si attesta all'7,9% dei consensi. 



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