Legge elettorale, pronto il Germanicum, proporzionale con soglia di sbarramento

Il presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia (M5S), ha presentato il “Germanicum” che prevede un sistema proporzionale con una soglia di sbarramento e un meccanismo di “diritto di tribuna” per garantire ai partiti minori (o a quelli regionali) di avere una rappresentanza minima in Parlamento. Diverse le posizioni dei partiti. Da una parte Lega e Fratelli d’Italia sono contrari al proporzionale preferendo un sistema maggioritario per via della forza della coalizione di centrodestra, anche se Forza Italia per il momento rimane in silenzio poiché l’alleanza a trazione sovranista non è proprio il suo sogno e la soglia del 5 sembra raggiungibile, dall’altra PD e M5S sono particolarmente favorevoli mentre resta qualche perplessità di IV sul meccanismo di diritto di tribuna (perché automaticamente toglierebbe seggi ai partiti piccoli che invece ce la fanno a superare il 5%) e soprattutto di una parte di Liberi e Uguali che invece vede come eccessiva lo sbarramento al 5%.

Referendum taglio parlamentari, mancano le firme, tutto rimandato alla settimana prossima

Nonostante la partita sembrasse chiusa da giorni, il deposito delle firme in Cassazione di ieri non è avvenuto a causa del ritiro all’ultimo momento di alcuni senatori provenienti da FI, in particolare dalla corrente “Voce Libera” vicina a Mara Carfagna e da alcuni dem. A tal proposito, Massimo Mallegni (FI) ha dichiarato che il ritiro delle firme servirebbe “a impedire a qualcuno di farsi prendere dalla tentazione di andare a votare senza ridurre prima il numero dei parlamentari”. Uno dei promotori dell’iniziativa, il forzista Andrea Cangini assicura che sarà preso un nuovo appuntamento in Cassazione entro il 12 gennaio (le firme devono essere raccolte e verbalizzate entro domenica 12 e possono essere consegnate in Cassazione anche il 13) contando sull’aiuto della Lega che al momento sta ragionando sull’opportunità o meno di sostituire le firme ritirate.

Prescrizione, ripresa la discussione all’interno della maggioranza

"Nella riunione ci sono stati importanti passi avanti per portare in tempi brevi la riforma del processo penale in Consiglio dei ministri. C'è stato un input importante del presidente del Consiglio", ha detto Bonafede al termine della riunione di maggioranza sulla prescrizione. "Io sarei pronto a portare la riforma del processo penale in Cdm la prossima settimana perché cittadini hanno bisogno di risposte". Sembra dunque che la maggioranza sia uscita dall’impasse sulla riforma della prescrizione anche se rimangono alcuni punti critici. Davide Faraone, capogruppo IV al Senato, ha affermato che resta ancora in piedi la possibilità di votare la proposta FI di Costa nel caso in cui la proposta di maggioranza non dovesse essere soddisfacente.

Autostrade, sul tavolo l’ipotesi maximulta

Sembra essere mutato l’orientamento del governo nei confronti di Autostrade per l’Italia. L’apertura del dossier avvenuta dopo il crollo del ponte Morandi di Genova sembrava dovesse portare alla revoca delle concessioni soprattutto a causa delle fortissime pressioni esercitate da Luigi Di Maio e da tutto il Movimento 5 Stelle. Ora l’ipotesi che circola con più insistenza riguarderebbe una maximulta da comminare all’azienda invece della revoca delle concessioni. La notizia arriva nei giorni in cui la società di rating Fitch taglia il rating di Atlantia dopo alcuni giorni di saliscendi in Borsa. Alla luce delle modifiche inserite nel decreto Milleproroghe di fine anno, Gli esperti del merito di credito hanno così rivisto il rating di Autostrade per l'Italia da 'BBB+' a 'BB+' e quello della stessa holding Atlantia dal precedente 'BBB' a 'BB'; anche il rating di Aeroporti di Roma, legato a quello del gruppo di cui fa parte, è passato da 'BBB+' a 'BBB'.

Restituzione stipendio: in 47 del M5S rischiano sanzioni

Sono ben 47 i parlamentari M5S accusati di non aver restituito parte dello stipendio. Per questo motivo, il collegio dei probiviri ha iniziato un procedimento interno che porterà a sanzioni. La situazione è molto delicata perché nove di questi rischiano l’espulsione con ripercussioni sulla tenuta del governo: cinque dei nove “ritardatari” sono senatori (Lello Ciampolillo, Fabio Di Micco, Cristiano Anastasi, Luigi Di Marzio e Mario Michele Giarrusso). Dopo le defezioni di eletti nelle fila del M5S delle ultime settimane, la maggioranza a Palazzo Madama conta su 164 voti, solo tre in più della maggioranza assoluta. Nel caso estremo in cui tutti e cinque dovessero essere espulsi (anche se in questi giorni sono in corso delle trattative per non arrivare al punto di rottura soprattutto per quanto riguarda Di Marzio e Giarrusso), la maggioranza governativa rimarrebbe in piedi al Senato solo grazie ai voti del gruppo Autonomie composto da diversi senatori a vita e potrebbe contare, in caso di bisogno, su una pattuglia di responsabili provenienti da Forza Italia.

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Settimana Politica 4 - 10 gennaio 2020



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