Braccio di ferro tra Berlusconi e Salvini

Il giorno dopo lo scontro a distanza tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini i toni non si abbassano, complice un vertice a due a Palazzo Grazioli in tarda serata di mercoledì durante il quale, sostiene il leader della Lega Nord, non si è trattato di presidenti delle Camere o maggioranza di governo, ma “si è parlato di altro”.

Sull'ostilità mostrata dall’ex Cav al Movimento 5Stelle il candidato premier del centrodestra glissa: “Non mi sembra”, dice. In realtà i due continuano a parlare lingue diverse: l'ex premier guarda ai grillini con grandissima diffidenza, mentre il leader leghista vuole tentare un accordo di peso per andare a governare, ovviamente con una comunione d'intenti sul programma.

Una cosa è certa: Berlusconi non starà a guardare. Nemmeno sulla partita delle presidenze lascerà carta bianca a Salvini, anche se lui ha il mandato di portare avanti le trattative; l'idea è quella di essere presenti con uomini di fiducia: non a caso l'ex Cav ha riconfermato Renato Brunetta e Paolo Romani come capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, mentre Gianni Letta potrebbe avere un filo diretto con Luigi Di Maio.

Quello che è certo è che Silvio Berlusconi non vuole restare fuori dai giochi e, nel colloquio con Salvini, avrebbe rivendicato una delle due Camere. In chiaro lo ha detto anche Giorgia Meloni: se il leader del Carroccio vuole fare il premier, “non può prendersi anche il Senato”.

Intanto alla corte di Arcore si è riaffacciato Denis Verdini, già uomo macchina di Forza Italia. Al momento non gli sarebbe stato conferito nessun incarico d’interlocuzione con il Partito Democratico, ma una delle carte di Berlusconi potrebbe essere proprio quella di cercare un dialogo con il Nazareno in vista delle consultazioni per la nascita del prossimo Governo.

Il leader azzurro, comunque, guarda forse più in là, quando i giochi si faranno duri, quando cioè si darà per assodato che una maggioranza che duri una legislatura è solo un miraggio. E in questo scenario Verdini potrebbe essere prezioso quando si dovrà provare a dare vita a un governo del “tutti dentro” ed evitare le urne anticipate. Il rischio di nuove elezioni spaventa non poco Berlusconi: il timore è che Forzi Italia perda ulteriore consenso e che la Lega possa rafforzarsi a tal punto da poter fare a meno di un’alleanza.

Nell'incontro di mercoledì sera è stato dato ampio spazio alle prossime regionali in Friuli Venezia Giulia. Oggi c'è stata l'ufficializzazione del candidato in Molise, Donato Toma. Per il dopo Serracchiani in Friuli, invece, il candidato non c'è ancora: la poltrona è contesa tra Massimiliano Fedriga (Lega) e Riccardo Riccardi (Forza Italia): la questione doveva essere risolta proprio mercoledì sera, con un candidato unico, ma a quanto pare il braccio di ferro tra Salvini e Cav non ha portato a una soluzione.

Il Movimento 5 Stelle punta dritto alla Presidenza della Camera

Massima prudenza per Luigi Di Maio che negli ultimi due giorni ha deciso di non partecipare a eventi pubblici e di affidare ai capigruppo di Camera e Senato, Giulia Grillo e Danilo Toninelli, i negoziati con gli altri partiti per le presidenze dei due rami del Parlamento.

I giorni caldi delle trattative si avvicinano e nel Movimento cresce, parallelamente, il timore di restare fuori dai giochi di governo, anche perchè quell'asse con la Lega, che il primo contatto tra Di Maio e Matteo Salvini sembra aver fatto emergere, presenta più di un nodo da sciogliere.

Primo fra tutti l’eventuale modifica del Rosatellum nelle modalità chieste dalla Lega, cioè con il premio di maggioranza alla coalizione, una soluzione che il Movimento vede come il fumo negli occhi essendo l'unica forza che corre da sola. Ma a preoccupare sarebbe anche l’intenzione della Lega di non rompere il patto con Forza Italia e Fratelli d’Italia; un problema non da poco.

D’altra parte però un asse con la Lega, nonostante la compattezza del Movimento, metterebbe a dura prova la tenuta interna dei pentastellati. Senza contare che la base ad oggi è divisa tra i duri e puri del “nessuna alleanza”, quelli che aprono ad una interlocuzione con il Partito Democratico e quelli che invece vorrebbero un’alleanza con Matteo Salvini.

L’asse senza dubbio in queste ore sembra profilarsi per l’elezione dei presidenti di Camera e Senato: la trattativa è serratissima e i timori sono tanti. In queste ore sta circolando insistentemente la voce che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sia intenzionato, dopo un primo giro di consultazioni, ad affidare il mandato esplorativo a uno dei due presidenti.

Al Senato i grillini non avrebbero un nome così forte e autorevole da poter ricevere un simile incarico, ragion per cui Luigi Di Maio sarebbe orientato a puntare a un accordo che porti un esponente del Movimento 5 Stelle alla presidenza di Montecitorio.



Seguici sui Social


2

Nomos Centro Studi Parlamentari è una delle principali realtà italiane nel settore delle Relazioni IstituzionaliPublic Affairs, Lobbying e Monitoraggio Legislativo e Parlamentare 

Vuoi ricevere tutti i nostri aggiornamenti in tempo reale? Seguici sui nostri canali social