Il Presidente Juncker lancia allarme: in Italia rischio governo non operativo

Le parole del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker infiammano gli ultimi giorni della campagna elettorale italiana. Intervenendo alla conferenza CepsIdeas Lab 2018, a Bruxelles, Juncker ha detto: “L'inizio di marzo sarà una settimana molto importante per l'Unione europea. Questo perché avremo l'esito del cosiddetto referendum della Spd in Germania, che dovrebbe dare il via libera a un governo di grande coalizione, e il voto italiano”. Juncker ha aggiunto di essere “più preoccupato per l'esito del voto in Italia che per quello dei membri della Spd”. L'ex premier del Lussemburgo ha esortato a prepararsi allo “scenario peggiore”, che sarebbe “non avere un governo operativo in Italia”.

Non passano nemmeno un paio d'ore e il premier Paolo Gentiloni risponde indirettamente a Juncker da Porta a Porta: “L'Italia è un Paese stabile”, ha assicurato, con l’intenzione di ribattere il Presidente della Commissione direttamente al vertice europeo. Il premier ha poi detto che “i governi sono tutti operativi” ed ha ribadito: “Non sono d'accordo nel vedere queste elezioni come un salto nel buio e dal mio punto di vista il ruolo del centro sinistra di governo è fondamentale, ma non ho paura del baratro”.

In serata, forse rendendosi conto del peso di parole pronunciate in maniera avventata, Juncker ha corretto il tiro: “Le elezioni sono un momento di democrazia, e questo si applica anche all'Italia, un Paese che è molto vicino al mio cuore. Il 4 marzo gli italiani andranno ai seggi e voteranno. Qualunque sarà il risultato, sono sicuro che avremo un governo che assicurerà che l'Italia giocherà un ruolo centrale per l'Europa e per plasmare il futuro dell'Europa stessa”.

Sia quel che sia, le sue parole hanno scatenato una serie infinita di dichiarazioni, ognuna declinata secondo un interesse particolare. Silvio Berlusconi ha sottolineato, dopo aver incontrato a Bruxelles il presidente Junker, che la vera paura per l’Europa è che in Italia possa esserci una deriva populista. Emma Bonino, leader di +Europa, ha affermato che Juncker non ha fatto altro che dire quello che dicono tutti i commentatori.

Per Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia, infine, “Gentiloni tranquillizza il suo principale, Juncker, mentre noi tranquillizziamo i nostri principali, gli italiani: dal 5 marzo si cambia musica, iniziamo a fare i vostri interessi”. Di Maio invece ha dichiarato che “Noi siamo responsabili: non lasceremo il Paese e i cittadini nel caos restando all'opposizione. La sera dopo il voto lanceremo un appello alle forze politiche per approvare un programma su punti importanti e sui tempi per realizzarli” così da creare un Governo a guida Movimento 5 Stelle.

Il Movimento di Grillo prepara la squadra di Governo

C’è una stella polare che guida Luigi Di Maio nel rush finale della campagna elettorale: non permettere che il Movimento 5 Stelle resti fuori dai giochi del governo. Ed è una linea seguendo la quale il leader del M5S arriva all'ultimo miglio della definizione della lista dei ministri di un futuro governo M5S. In questi ultimi giorni i vertici pentastellati sono al lavoro per metterla insieme e presentarla il 2 marzo, giorno della chiusura della campagna elettorale del Movimento 5 Stelle in Piazza del Popolo a Roma.

Dal comitato elettorale sottolineano di aver compilato una lista “come se il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella fosse presente”, dando una misura del vero e proprio corteggiamento che il Movimento ha messo in campo da giorni nei confronti del Quirinale. Se da un lato, infatti, il M5S si scaglia contro le larghe intese dall'altro è ben più aperto a un cosiddetto governo del presidente. Il movimento di Grillo sarà il partito che raccoglierà il maggior consenso elettorale e quindi dovrà essere per forza di cose incaricato dal Capo dello Stato di formare un nuovo Governo.

La linea governista viene seguita nella compilazione della squadra dei ministri: una ventina, forse meno, i dicasteri previsti con alcune novità come il ministero della Meritrocazia e quello per famiglie e bambini. Secondo le prime indiscrezioni “le donne saranno a capo dei ministeri chiave”. A mancare però sarebbe il dicastero più importante di tutti, quello dell’economia per il quale ci sarebbe un trittico di nomi.

Berlusconi rassicura i moderati: Salvini mai premier

In questi ultimi giorni di campagna elettorale il centro destra sembra essere più interessato alla sfida interna sulla leadership che sulla competizione con gli altri partiti del centro sinistra o del Movimento 5 Stelle. Forte dei sondaggi che danno la coalizione ad un passo del 40% dei voti, Silvio Berlusconi è tornato a ribadire che Matteo Salvini non sarà mai il candidato premier del centro destra. Secondo le stime dell’ex Cavaliere, la Lega sarebbe sotto di 4 punti rispetto a Forza Italia. Siccome c’è un accordo che prevede che il partito più votato fra FI, Lega e Fratelli d’Italia guiderà la coalizione nella fase successiva al voto, Berlusconi ostenta tranquillità e oramai da giorni assicura il “popolo dei moderati” che Salvini non sarà mai il prossimo Presidente del Consiglio.



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