Parisi si candida Presidente del Lazio

Dopo settimane di trattative sul candidato presidente alla Regione Lazio, il centro destra ha trovato un nome. Anzi, due: mentre Stefano Parisi, leader di Energie per l'Italia, con l’appoggio di Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, ha formalizzato la sia candidatura per la corsa al palazzo di via Cristoforo Colombo, Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice col cuore a destra, non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro. Nel centro destra spingono per un suo ritiro, ma il Movimento 5 Stelle, guidato in Regione dalla candidata Roberta Lombardi, sarebbe disposta a offrirgli l'Assessorato alla ricostruzione della futura giunta.

Berlusconi rilancia Tajani a palazzo Chigi

Intanto Berlusconi è tornato a ribadire che Forza Italia sarà il primo partito della coalizione e che quindi sarà lui, e non Salvini, a decidere chi andrà a palazzo Chigi. La rosa di nomi in testa al Cavaliere c’è, ma quello in pole pare essere di nuovo il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. L'idea di un governo a guida Tajani non fa fare i salti di gioia agli alleati soprattutto per i rapporti con l'Europa: che la politica estera sia un tema su cui si registrano le maggiori tensioni all'interno della coalizione non è un mistero. Basti pensare al dibattito sullo sforamento del tetto del 3% o, più di recente, i distinguo tra Berlusconi e Salvini sui dazi di cui parla Donald Trump. Il leader della Lega ieri ha spalleggiato la politica protezionistica del presidente americano, mentre il leader di Forza Italia si schiera con la Merkel parlando di danno per l'economia.

Intanto ad Arcore proseguono le riunioni per la definizione delle liste. Le regioni faticano a comporre le caselle tant'è che tra i parlamentari continua a salire la tensione vista la difficoltà a conoscere dove saranno ricandidati. Tra le new entry ci sarebbe la corsa nel proporzionale in Piemonte del fratello di Alberto Zangrillo, medico personale di Berlusconi. A complicare il puzzle pare che sia la situazione di Noi con l'Italia: il punto, raccontano, è il problema dell'Udc in Puglia, dove il partito di Cesa è nella maggioranza della giunta di Michele Emiliano mentre a livello nazionale è socio fondatore della cosiddetta Quarta Gamba e corre con il centrodestra. La situazione dentro Nci sta portando al caos e a fortissimi tensioni tra Raffaele Fitto e Lorenzo Cesa.

Candidature, la lunga notte del Partito Democratico

Al terzo piano del Nazareno le riunioni dei vertici del Partito Democratico sono andate avanti per tutto il giorno e davanti a Matteo Renzi, Luca Lotti, Lorenzo Guerini, Maurizio Martina e Ettore Rosato sono passate fino a tarda sera le delegazioni regionali.

Il risiko delle candidature è in continua evoluzione e lo stato maggiore prova a placare i malumori delle minoranze: gli orlandiani minacciano di non votare la relazione del segretario alla Direzione nazionale di oggi. Il segretario ha incontrato Andrea Orlando in tarda serata nella speranza di trovare un accordo definitiva sulla quota di seggi uninominali sicuri da assegnare alla sua corrente

L’idea di Renzi è quella di presentare questo pomeriggio le principali candidature, con la possibilità di intervenire sulle liste fino a lunedì, specie per quel che riguarda i territori. Se in Abruzzo sembra ormai certa la candidatura del governatore Luciano D'Alfonso al Senato, per palazzo Madama dovrebbe correre l'attuale capogruppo europeo del Pse Gianni Pittella (che ieri ha fatto capolino al Nazareno), mentre Riccardo Illy dovrebbe andare in Friuli. A rischio nomi di peso come Cesare Damiano e Beppe Fioroni. Ancora in alto mare i puzzle di Campania, Sicilia e Calabria.

Chiusa, o quasi, invece la partita che riguarda gli alleati: Emma Bonino potrebbe correre a Roma all'uninominale e Beatrice Lorenzin riuscirebbe a rimanere in Toscana pur traslocando da Prato a Lucca. Appuntamento al Nazareno in serata (e in continuo aggiornamento da ieri) anche per la lista Insieme con Nencini, Santagata e Bonelli che non sono molto soddisfatti dei tre seggi offerti dal Pd.

Speranza sfiderà Gentiloni a Roma

Anche dentro Liberi e uguali le ore che precedono la chiusura delle liste sono di tensione per una vera e propria rivolta degli esponenti locali in Sardegna, Sicilia e Abruzzo. La protesta monta contro i candidati catapultati da fuori (gli abruzzesi lamentano l'innesto di Celeste Costantino, calabrese, e Danilo Leva, molisano). Pippo Civati, alla guida di Possibile, non esclude neanche una rottura in extremis, visto il fortissimo ridimensionamento dei suoi candidati nelle liste.

Oggi Pietro Grasso dovrebbe annunciare la candidatura di un imprenditore del Nord e rappresentante della società civile: si fa il nome di Lucio Cavazzoni, presidente di Alce Nero, azienda leader del bio, ma non avrebbe ancora sciolto la riserva. Rossella Muroni dovrebbe essere candidata in Puglia, mentre a sfidare Paolo Gentiloni nel collegio Roma 1 potrebbe andare Roberto Speranza. Il leader di LeU Grasso invece potrebbe correre all'uninominale nella sua Palermo, per trainare la lista di sinistra.



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