Via libera di Berlusconi al Governo Lega – M5S

Silvio Berlusconi concede all'alleato Matteo Salvini l'opportunità di firmare il famoso contratto con Luigi Di Maio per dar vita al governo Lega-M5S, che però non avrà il voto di fiducia di Forza Italia ma potrà contare sul supporto azzurro qualora produrrà “provvedimenti che siano in linea con il nostro programma e che riterremo utili per gli italiani”.

Il via libera per il momento mantiene intatta la coalizione di centrodestra: “Se un'altra forza politica del centrodestra ritiene di assumersi la responsabilità di creare un governo con i 5 Stelle, prendiamo atto con rispetto della scelta. Non sta certo a noi porre veti o pregiudiziali e tutto ciò non segna la fine dell'alleanza”.

Il nullaosta dell’ex Cavaliere arriva alla fine di una giornata complessa e frenetica d’incontri e riunioni. I segnali che qualcosa, stavolta, si stava davvero muovendo era arrivato direttamente dal capo politico pentastellato, che aveva insolitamente riconosciuto a Berlusconi di essere “l'ultimo ad avere responsabilità” dell'impasse istituzionale degli ultimi 60 giorni.

Comunque sia il sì di Silvio Berlusconi è arrivato dopo aver ricevuto le dovute rassicurazioni da Matteo Salvini su alcuni temi essenziali come il conflitto d’interessi ma anche sulla tutela delle sue aziende. Ma a pesare è stato soprattutto l’enorme pressione interna a Forza Italia: il concreto timore di un ritorno alle urne e la consapevolezza che il partito non avrebbe potuto garantire un risultato migliore di quello ottenuto il 4 marzo ha fatto scattare tutti i big azzurri.

Partita Di Maio-Salvini nel vivo, da contratto governo a squadra

Il via libera di Silvio Berlusconi a un governo Lega - Movimento 5 Stelle fa entrare nel vivo la partita tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il capo politico M5S mette da parte, per il momento, la campagna elettorale, annulla gli impegni di oggi a Parma e Imola, e annuncia che già questa mattina si ritroverà faccia a faccia con il leader leghista: sul tavolo ci saranno il contratto di governo (già si parla di abolizione della legge Fornero, d’immigrazione e reddito di cittadinanza), la squadra e soprattutto l'individuazione di un premier per dare un segnale al Quirinale in tempi non troppo lunghi.

“Domani mattina ho intenzione di incontrare Matteo Salvini. Ci sederemo al tavolo e inizieremo a parlare dei temi per il Paese, poi parleremo dei nomi. La cosa importante è il contratto di governo", spiega Di Maio in serata. Quindi, non ha nascosto la sua soddisfazione: “E' un momento importante ma abbiamo ancora tanto da fare, perché dobbiamo mettere in piedi un contratto di governo e una squadra di governo. Mi fa piacere che abbia prevalso la responsabilità e sono molto contento”.

L’OK di Silvio Berlusconi è un fatto importantissimo anche per Matteo Salvini che lo ringrazia ma avverte: “Rimane da lavorare su programma, tempi, squadra e cose da fare. O si chiude veloce o si vota”. Ma la strada è ancora in salita e per trovare la quadra e chiudere con tutte le caselle al loro posto potrebbe servire almeno una settimana.

Da questo momento in poi, in ogni caso, sono ore cruciali per le trattative. Di Maio tiene a precisare, ancora prima del via libera di Berlusconi, che con Salvini non si è ancora parlato di premier o di nomi della squadra di governo: “Leggo una narrazione che dice che si è incagliata la trattativa. Ma la trattativa non è iniziata neanche”.

Comunque, è reale il nodo di chi dovrebbe guidare l'esecutivo. Al momento sembrerebbe tramontare il nome del leghista Giancarlo Giorgetti: secondo i pentastelati a stopparlo sarebbe stato il leader del Carroccio, mentre i leghisti accusano Di Maio di aver detto no al nome del fidatissimo di Salvini.

In serata Luigi Di Maio ha smentito possibilità di un suo ripensamento sulla premiership: “Non c’è nessuna volontà di tradire la parola data pubblicamente sul fatto di decidere un premier terzo insieme a Salvini”. Mentre il leader del Carroccio ha scritto: “Per me sarebbe un onore guidare il Paese”.

In ogni caso tutti sarebbero d'accordo sul fatto che debba essere un premier politico e non un tecnico, un parlamentare eletto, espressione della Lega o del Movimento, e in questo caso l'unica opzione resterebbe quella di Di Maio. E qui si gioca la sfida.

Che la strada sia in salita lo confermano anche le parole che Matteo Salvini aveva detto ai suoi, prima del via libera di Berlusconi, di non prenotare le vacanze e di tenersi liberi per un eventuale voto: “C'è un 50% di possibilità di accordo e un 50% che si voti”.

Quello che è certo è che in queste fase peserà, e non poco, il ruolo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Difficile che Lega e M5S possano in autonomia decidere premier e governo senza dare assicurazioni forti al Capo dello Stato: il Colle chiede certezze non solo sul premier ma soprattutto sul prossimo Ministro dell’economia e su quello degli Esteri, pedine essenziali per affrontare la legge di bilancio e soprattutto i prossimi impegni europei.

Proseguono i lavori delle Commissioni speciali di Camera e Senato

La Commissione speciale del Senato esaminerà gli schemi di decreto legislativo sulla mobilità dei lavoratori tra Stati membri, sulla distribuzione assicurativa, su quello relativo alle incompatibilità degli amministratori giudiziari, sulla tutela del lavoro nell'ambito delle imprese sequestrate e confiscate e infine sulla revisione della disciplina in materia d’impresa sociale.

La Commissione speciale della Camera, invece, proseguirà l’esame dello schema di decreto legislativo sulla distribuzione assicurativa, sull'uso dei dati del codice di prenotazione (PNR) a fini di prevenzione, sulla riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici e su quello relativo alle incompatibilità degli amministratori giudiziari.

Si confronterà poi sullo schema di decreto legislativo per la salvaguardia di diritti pensionistici complementari, sulla mobilità dei lavoratori tra Stati membri e sulla revisione della disciplina in materia d’impresa sociale.



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