Quirinale, al via il secondo giro di consultazioni

Questa mattina al Quirinale inizierà il secondo giro di consultazioni per cercare di dare vita al prossimo esecutivo. Alle 10 saliranno al Colle le delegazioni parlamentari delle Autonomie del Senato, seguiti alle 10.30 dal gruppo misto di palazzo Madama e da quello di Montecitorio; a seguire, alle 11 sarà il turno di Liberi e Uguali. Nel pomeriggio, a partire dalle 16.30, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ascolterà il Partito Democratico.

Alle 17.30 riceverà i rappresentanti del centrodestra uniti: contrariamente a quanto accaduto nella prima consultazione oggi davanti al Capo dello Stato ci saranno Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Infine alle 18.30 sarà il turno del Movimento 5 Stelle in qualità di gruppo più numeroso del Parlamento.

Nella mattinata di domani, infine, saranno ricevuti al Quirinale il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, il presidente della Camera Roberto Fico e per ultimo la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati.

Prove accordo Salvini-Di Maio a vigilia consultazioni

Il nuovo accordo tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio sulla presidenza della Commissione speciale della Camera assegnata a un uomo del Carroccio sembra riportare in auge l'asse Lega - Movimento 5 Stelle. I due leader si sono sentiti convenendo sulla candidatura alla Commissione del leghista Nicola Molteni e poi hanno diramato una nota congiunta in cui annunciano l'accordo stretto con “spirito di collaborazione” per rendere “operativo il Parlamento al più presto”.

L'intesa, a poche ore dal secondo giro di consultazioni al Quirinale, riporta il focus su una possibile alleanza tra i pentastellati e il Carroccio su cui grava però sempre la figura ingombrante di Silvio Berlusconi, alleato della Lega, ma la cui presenza in un esecutivo resta indigeribile per i 5 Stelle.

Sull’ex Cavaliere piovono infatti prima gli attacchi del 5 Stelle Alessandro Di Battista che ha parlato di lui come il “male assoluto” e poi il più pacato appello del capo politico del Movimento che gli rinnova la richiesta di farsi da parte far partire "un governo delle nuove generazioni, un governo del cambiamento”.

Eppure anche dentro la coalizione di centrodestra qualcosa si muove: oggi Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni saliranno insieme al Quirinale ma prima si incontreranno per un vertice. Gli umori che filtrano parlano di un lento ma progressivo sganciamento di Salvini dal leader di Forza Italia: basta pensare che la decisione di indicare Nicola Molteni come Presidente della Commissione Speciale della Camera non è stata concertata con gli alleati e che secondo gli accordi sarebbe dovuto essere Giancarlo Giorgetti; la scelta che ha determinato non pochi attriti tra i leader del centrodestra.

Matteo Salvini sprona Luigi Di Maio per un’intesa

Di sicuro però per la formazione del prossimo Governo conteranno i risultati delle elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia e Molise che si terranno a fine mese. “Se la Lega e il centrodestra vinceranno queste due elezioni vedete che il governo arriva in fretta, qualcuno abbassa la cresta e noi finalmente cominciamo a lavorare” è il messaggio che lancia Salvini e che pare diretto a Di Maio.

Con Di Maio, per altro, il segretario del Carroccio è molto esplicito: “Di Maio scenda dal piedistallo, non può dire io, io, io ho vinto, io faccio il premier. Noi diciamo noi e voi, con umiltà e buon senso”. Matteo Salvini è convinto di riuscire a convincere il leader di Forza Italia a tenere un atteggiamento responsabile per consentire la nascita di un governo.

Luigi Di Maio prende tempo e lancia il comitato scientifico sui programmi

Pronta la risposta diLuigi Di Maio: “Io comprendo che la Lega sia all'interno di una coalizione ma possiamo dirci che questa coalizione è nata solo per il Rosatellum”. Anche il leader del Movimento prende tempo: continua a rivendicare la sua premiership ma capisce che il suo possibile alleato ha bisogno di tempo. Per questo riferisce che al Quirinale annuncerà la costituzione di un comitato scientifico che studi le possibili convergenze di programma con la Lega ma anche con il Partito Democratico.

Mattarella non concederà un terzo giro di consultazioni

Di fatto sia dalla Lega sia dal Movimento 5 Stelle arriverà, in forme e modi diversi, una sostanziale richiesta di avere ancora tempo. Quello che sembra certo è l’intenzione del Presidente della Repubblica di non convocare un terzo giro di consultazioni.

Sembra probabile che darà qualche giorno di tempo, fino alla settimana prossima e chiederà ai partiti di segnalargli autonomamente eventuali novità. in assenza delle quali assumerà lui stesso delle decisioni. Una forma di moral suasion: anche solo l'annunciare questa decisione potrebbe spingere i partiti a giungere a un accordo per evitare un preincarico che rischi di bruciare qualcuno o un incarico a una figura istituzionale che certifichi l’incapacità di chi ha avuto successo elettorale di trasformare il successo in un governo per il Paese.

Va infatti ricordato che cinque sono gli strumenti in mano al Capo dello Stato in frangenti come questo: scioglimento delle Camere, consultazioni, incarico pieno, preincarico e mandato esplorativo. I primi tre strumenti sono stati assolutamente esclusi al Colle, rimangono gli ultimi due.

In base a una valutazione della situazione il Capo dello Stato potrà dunque affidare o un preincarico a un esponente politico, più probabile Salvini, che cerchi di coagulare intorno al suo programma una maggioranza, o un mandato esplorativo a una figura istituzionale come Casellati o Fico.



Seguici sui Social


2

Nomos Centro Studi Parlamentari è una delle principali realtà italiane nel settore delle Relazioni IstituzionaliPublic Affairs, Lobbying e Monitoraggio Legislativo e Parlamentare 

Vuoi ricevere tutti i nostri aggiornamenti in tempo reale? Seguici sui nostri canali social