Terremoto in Campidoglio: indagato anche il fedelissimo della Raggi

L'inchiesta sul nuovo stadio della Roma, con i suoi diversi filoni, continua a scuotere il Campidoglio e il Movimento 5 Stelle. Nel giorno in cui Marcello De Vito, l'ormai ex presidente dell'assemblea capitolina, annuncia dal carcere di essere pronto a chiarire tutto, il terremoto giudiziario apre un'altra faglia che stavolta arriva a toccare l'assessore allo Sport: Daniele Frongia, fedelissimo della sindaca Virginia Raggi, è indagato per corruzione

Ma la vicenda non è collegata all'arresto di De Vito, finito in manette per aver sfruttato il suo ruolo in cambio di tangenti per favorire la realizzazione dei progetti dei costruttori Toti, Statuto e Parnasi. L'iscrizione nel registro degli indagati di Frongia è dovuta a una nomina, poi non concretizzata, per un posto di responsabile delle relazioni istituzionali della società Ampersand riconducibile all'imprenditore a Parnasi. Sul punto il costruttore avrebbe riferito di non aver mai ricevuto pressioni o richieste di favori da parte di Frongia: per questo non è da escludere che la posizione dell'assessore possa essere archiviata nei prossimi giorni. Per il momento il braccio destro della sindaca si è autosospeso dal Movimento e ha rimesso le sue deleghe di Giunta alla Raggi.

Il Senato salva Toninelli ma la maggioranza è sul filo 

A meno di ventiquattro ore della decisione del Senato di non concedere l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini su caso Diciotti, arriva anche bocciatura della doppia mozione di sfiducia nei confronti di Danilo Toninelli. Se la sfida è stata superata in qualche modo, la guerra dei numeri e la tenuta della maggioranza a Palazzo Madama diventa sempre più un nodo politico per i giallo-verdi. A subire il pressing delle cifre è in particolare il M5S: il gruppo dei dissidenti, ufficialmente tre, se espulso, potrebbe far scendere la maggioranza a 162, ovvero a un solo voto in più di margine, con un'appendice, altrettanto rischiosa per Luigi Di Maio: la necessità di un soccorso da destra, in particolare da FdI

Non a caso, in Aula, è Ignazio La Russa a metter in chiaro il potenziale problema per i giallo-verdi ricordando che per salvare Salvini sono stati determinanti i voti del partito di Giorgia Meloni e quelli di Forza Italia. Invece, sulla doppia mozione di sfiducia nei confronti del ministro dei trasporti FdI ha diviso volontariamente il suo voto: gli astenuti sulla mozione del Pd sono stati quindici e, con il nuovo regolamento, ciò abbassa di fatto il quorum. Alla fine, il titolare del Mit mantiene il suo incarico con 159 voti contrari alla prima mozione, 157 nella seconda. Ieri a mancare sono stati alcuni senatori della Lega, un’assenza che non ha mancato di essere notata e per giunta in aula non c’era nessun ministro del Carroccio. Sebbene Matteo Salvini abbia in più occasioni fatto dichiarazioni concilianti, la distanza con l’operato del Ministro, in particolare sulla Tav, rimane molto forte e se a questa si aggiunge la possibilità di mettere in crisi il M5S in un momento di forte tensione interna il gioco della Lega è presto fatto. 

Sullo sblocca cantieri manca ancora l’accordo tra M5S e Lega

Nel testo del decreto sblocca cantieri, approvato mercoledì sera salvo intese dal Consiglio dei ministri, ci sono sostanziali novità rispetto alle prime bozze, e non è detto che siano le uniche. Se per il premier Giuseppe Conte ora si tratta di aggiustare alcuni dettagli tecnici, per il vice Matteo Salvini di lavoro ce n’è ancora molto, segno che la Lega non ha ancora dichiarato chiusa la partita su un provvedimento a firma pentastellata ma che tocca temi fondamentali per l'elettorato del Carroccio. E dunque lo sblocca cantieri per Salvini deve essere ancora più corposo: il leader leghista è tornato alla carica dicendo di voler sbloccare anche le norme sull’edilizia privata, una sorta di condono, che tra le fila dei cinquestelle, dopo il caso Ischia, è fortemente osteggiato; ha suggerito anche di incrementare l’elenco delle opere strategiche in particolare al Nord.

A quanto sembra, sarebbe stato raggiunto l’accordo sui Commissari. Per velocizzare la partenza dei cantieri ne arriveranno uno o più di uno, che avranno ampi poteri, potendo assumere direttamente le funzioni di stazione appaltante e operare in deroga alle disposizioni di legge in materia di contratti pubblici, tutela ambientale e paesaggistica, tutela del patrimonio storico, artistico e monumentale, fatto salvo solo il rispetto delle disposizioni del Codice delle leggi antimafia e dei vincoli Ue. La misura, fortemente voluta da Salvini per aggirare e superare i continui no del ministro dei trasporti Danilo Toninelli, se da un lato riduce il ruolo dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle dighe e fa scomparire il decreto sul Codice degli appalti che aveva il compito di assorbire i vari decreti ministeriali e le linee guida dell'Anac, dall’altro comporta il rafforzamento del partenariato pubblico-privato, uno dei temi cari alla Lega e che era stato inserito dal ministro dell'Economia Giovanni Tria.

Tria frena sulla Flattax, ma la Lega rilancia

Al momento di Flattax non se ne parla. Ne è sicuro il ministro dell'Economia Giovanni Tria, che ha detto chiaramente che il tema verrà esaminato in vista della prossima legge di bilancio. Per ora insomma, è tutto allo studio e non c'è nulla di concreto; la misura non sarà inserita nel Def del prossimo 10 aprile con buona pace dei leghisti che della tassa piatta a due aliquote, misura contenuta nel contratto di governo, avevano fatto un cavallo di battaglia in campagna elettorale e uno dei punti principali da attuare. 

In realtà, ha spiegato il titolare del Mef rispondendo al question time al Senato, il progetto di revisione del sistema fiscale italiano è già iniziato con la legge di bilancio 2019 che ha introdotto la tassazione fissa al 15% per i lavoratori autonomi e potenziato il regime forfettario, con il risultato che dal 2020 un milione e mezzo di soggetti usufruirà dei regimi agevolati, quasi il 40% dei titolari di partita Iva

Per ora, nonostante il balletto di cifre circolate nei giorni scorsi, non sarebbe stata formulata alcuna stima e nemmeno alcuna ipotesi d’impatto sulla possibile estensione della misura. Sul punto la Lega, anche in vista dei numerosi appuntamenti elettorali dei prossimi due mesi, rilancia il tema della flattax ogni giorno: Salvini, che aveva dichiarato di lavorare giorno e notte alla misura, ha annunciato che “serviranno fra i 12 e i 15 miliardi per una rivoluzione epocale” scontrandosi con l'alleato di governo Luigi Di Maio che a più riprese lo ha invitato a non lanciarsi in promesse alla Berlusconi. 

Si chiude la questione del Congresso delle famiglie. Via il logo di Palazzo Chigi

Dopo una settimana di polemiche, Giuseppe Conte ha detto no al patrocinio per il Congresso mondiale delle famiglie. Il presidente del Consiglio, dopo giorni di dibattito e scontro politico, con il braccio di ferro tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini che ha rischiato di incrinare maggiormente i rapporti tra Movimento 5 Stelle e Lega all'interno della maggioranza di governo, ha detto il suo no definitivo all’iniziativa del Ministro della Famiglia; il capo dell'esecutivo spiega di averne parlato con lo stesso Lorenzo Fontana. Alla fine, ciò che resta è il patrocinio concesso dal Ministro per la famiglia e la disabilità nell'ambito delle sue proprie prerogative, senza quindi il coinvolgimento del Governo.



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