Nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato non si riunirà. I lavori parlamentari questa settimana sono infatti stati ridotti a causa delle elezioni amministrative in Trentino Alto Adige. Nella giornata di ieri, l’Aula di palazzo Madama si è confrontata, senza concluderne l’esame che è stato rinviato alla prossima settimana, sulla Legge europea 2015. La Conferenza dei Capigruppo ha approvato alcune modifiche al calendario corrente e il nuovo calendario dei lavori fino al 19 maggio. La prossima settimana sono previsti, oltre al seguito della legge europea, il decreto sulla funzionalità del sistema scolastico, la modifica allo Statuto del Friuli Venezia Giulia e il ddl sull'Agenzia ambientale, mentre in quella successiva, i ddl in materia sanitaria e per il contrasto dell'intimidazione degli amministratori locali, nonché le mozioni sulle concessioni marittime e sulla corruzione.

Per quanto riguarda i lavori delle Commissioni, la Affari Costituzionali si confronterà sul ddl relativo alle disposizioni urgenti in materia di procedure esecutive e concorsuali, nonché a favore degli investitori in banche in liquidazione e svolgerà diverse audizioni nell’ambito dell’esame del ddl per l’istituzione del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione e deleghe al Governo per la ridefinizione della disciplina del sostegno pubblico per il settore dell'editoria. La Commissione Istruzione, nell’ambito dell’affare assegnato sullo stato di salute dello sport, con particolare riferimento alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024, ascolterà Giovanni Malagò, Presidente del CONI. La Commissione Industria ascolterà informalmente i rappresentanti dei sindacati nell’ambito dell’esame del ddl sul contrasto alle false cooperative e successivamente riprenderà l’esame del ddl "concorrenza".

Nella giornata di ieri, la Commissione Giustizia ha adottato il testo base sulla riforma del processo penale che contiene, tra le altre cose, le norme sulla prescrizione e la delega al Governo per la riforma delle intercettazioni. L'accordo tra i partiti che sostengono il Governo sembra essere ancora lontano e anche i voti del gruppo di Verdini, che in più di un'occasione al Senato hanno aiutato i provvedimenti dell'Esecutivo, sono tutt'altro che scontati quando si tratta di giustizia. La lunga giornata di ieri era iniziata con un vertice di maggioranza con il guardasigilli Andrea Orlando, al quale sembrerebbe abbia preso parte anche il senatore di Ala Ciro Falanga. Il fatto ha determinato diverse reazioni politiche. Dure le accuse del Movimento 5 Stelle che rilanciano: "Siamo al paradosso: il Governo discute di giustizia con gli uomini di un plurindagato e condannato per corruzione!" e ribadiscono quanto denunciato la settimana scorsa al presidente della Repubblica Mattarella. Piovono critiche anche dalla minoranza interna al Partito Democratico: il senatore Carlo Pegorer invita il Governo a circoscrivere "ben bene" i confini della "cosiddetta maggioranza".

Ma la tensione non è scemata. Forza Italia, Cor, Idea e Lega Nord hanno lasciato la commissione Giustizia in segno di protesta per non aver avuto tempo a sufficienza per leggere il testo base. Dopo una breve sospensione dei lavori, alla fine, il testo base, formato da 41 articoli sulla riforma del processo penale che disciplinano anche la riforma della prescrizione come approvata dalla Camera, la riforma dell'ordinamento penitenziario e la delega al governo per la riforma delle intercettazioni, è stato approvato con i voti del Partito Democratico, di Ncd e Psi, con l'astensione del M5S. Gli altri partiti, Ala compreso, non hanno preso parte alla votazione.

Per quanto riguarda l’altro ramo del Parlamento, anche l’Assemblea della Camera nella giornata di oggi e in quella di domani non si riunirà. Nella seduta di ieri l’Aula ha approvato la variazione del calendario rinviando di fatto la discussione del ddl sul Consumo del suolo, che sarà ripresa la settimana prossima dopo l’approvazione delle Unioni Civili.

Per quanto riguarda i lavori delle Commissioni, la Affari Costituzionali proseguirà l’esame delle disposizioni di attuazione dell'articolo 49 della Costituzione relativo ai partiti politici, si confronterà sull’istituzione di una commissione d’inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle pubbliche amministrazioni e sugli investimenti complessivi riguardanti il settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, e sull’istituzione di una commissione d'inchiesta sullo stato della sicurezza e del degrado delle città italiane e delle loro periferie. Alle 14 ascolterà il Presidente dell'INPS, Tito Boeri, in relazione alle proposte di legge in materia di vitalizi e sulla nuova disciplina dei trattamenti pensionistici dei componenti delle Camere e dei consiglieri regionali. La Commissione Lavoro invece ascolterà i rappresentanti di CGIL, CISL, UIL, UGL, DOMINA, Fidaldo e Obiettivo Famiglia–Federcasalinghe, nell’ambito dell’esame della disciplina sul lavoro accessorio.

Nella giornata di ieri la Commissione Giustizia ha approvato il testo sulle Unioni Civili. Lunedì 9 maggio il provvedimento approderà in Aula per la sua approvazione definitiva visto che al momento non sono state apportate modifiche rispetto al testo uscito dal Senato. Il via libera è stato contraddistinto da una fortissima tensione politica: Forza Italia, Lega Nord e Democrazia solidale-Centro democratico hanno rumorosamente disertato il voto per protesta contro l'intenzione del Governo di porre la fiducia in Aula. Il voto finale è previsto per giovedì 12 maggio e il nuovo terreno di scontro è proprio sulla possibile decisione di mettere la fiducia sul provvedimento, decisione che da un lato impedirà la possibilità che il testo possa essere modificato e che dall’altro alimenta le tensioni politiche anche all’interno della stessa maggioranza di Governo e in particolare dentro Area Popolare.

Nella lunga giornata di ieri, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha più volte ribadito l’intenzione del Governo di intervenire con decisione nel 2017 per rendere ancora più flessibili le uscite previdenziali. Le intenzioni sarebbero rivolte in particolare ai nati fra il 1951 e il 1953 e quindi a quella fetta di popolazione maggiormente penalizzata dagli effetti della riforma Fornero. Il nuovo meccanismo che verrà introdotto il prossimo anno si chiamerà Ape e garantirà la possibilità di anticipare la pensione con una decurtazione economica temporanea. Il premier ha rilanciato anche l’intenzione di avviare una graduale riduzione generalizzata dell’Irpef rimodulando gli scaglioni: essa inevitabilmente porterà a una riduzione del gettito complessivo delle imposte versate allo Stato che secondo le intenzioni di Renzi dovrebbe essere in parte compensata dai nuovi procedimenti di riscossione affidati a Equitalia e soprattutto dall’effetto contributivo generato dell’aumento della popolazione occupata. Parlando poi della prossima Legge di Stabilità, ha rilanciato sulla riduzione dell’Ires per le imprese e il congelamento degli aumenti Iva. Renzi ha anche ipotizzato la soppressione del bollo auto, compensato da un aumento corrispondente delle accise sulla benzina, secondo il principio “chi inquina, paga”.

Sempre nella giornata di ieri, al Ministero dell’Economia e delle Finanze sono stati avviati i lavori per verificare concretamente la possibilità di una fusione tra Anas e Ferrovie. E' un tema delicato e strategico per il Paese che potrebbe portare alla creazione di un gruppo infrastrutturale di respiro internazionale, come affermato dal ministro dell’Economia Piercarlo Padoan.

L’arresto del sindaco di Lodi continua a scuotere le fondamenta del Pd ed anche il Csm, dopo che il membro laico del Pd Giuseppe Fanfani ha annunciato, salvo poi fare marcia indietro, la presentazione di una pratica per verificare la legittimità dell'arresto. Un episodio che ha determinato l'accusa da parte dell’Anm di "indebita interferenza" e che ha costretto il premier a ribadire in più circostanza che “Non c’è alcun complotto della magistratura". Dopo la nuova vicenda giudiziaria sul Pd, ad un mese dalle elezioni amministrative, il Presidente del Consiglio non vuole negare il problema e neanche di essere "arrabbiato" per una vicenda che oscura l’attività dell'Esecutivo. Ma, contrattacca al question time di ieri pomeriggio alla Camera, "la questione morale c’è dappertutto, anzi in percentuale gli amministratori M5S con indagini sono più dei nostri, smettiamola di sparare sugli altri. Su questo non c’è destra contro sinistra ma onesti contro ladri".



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