Mattarella lavora a governo di servizio: Belloni in pole

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrebbe affidare già oggi pomeriggio l'incarico per formare il governo di garanzia annunciato lunedì al termine del terzo giro di consultazioni. E nel riserbo totale del Quirinale impazza il toto-nome: rumours parlamentari danno in pole per l'incarico di premier Elisabetta Belloni, la prima donna a ricoprire il delicato ruolo di segretario generale del Ministero degli Esteri. Molto forti anche le voci intorno a Salvatore Rossi, direttore Generale della Banca d'Italia dal 2013, all'Economia.

Per azzardare un pronostico bisogna partire dal profilo generale impostato da Sergio Mattarella nei giorni scorsi. Le certezze sono poche: il premier deve avere uno standing internazionale ed essere riconosciuto in Europa (il Consiglio europeo di fine giugno viene considerato cruciale); nella squadra ci devono essere competenze di gestione economica visto che l'obiettivo è scongiurare l'aumento dell'Iva grazie all'approvazione della Legge di Bilancio 2019; i componenti dell'esecutivo non devono essere politici, anche perché' il Presidente chiederà loro di non candidarsi alle prossime elezioni; i profili devono essere inattaccabili dal punto di vista etico e giudiziario.

Questi paletti presuppongono una decisione difficile anche da parte di chi dovesse essere chiamato dal Colle: si tratta infatti di un Governo a vita limitata e, probabilmente, limitatissima se i partiti lo bocceranno sul nascere. Nella rosa di Mattarella, oltre a Elisabetta Belloni (nome bipartisan gradito anche al Movimento 5 Stelle), è entrata Marta Cartabia che dal 2014 è Vicepresidente della Corte Costituzionale, nominata alla Consulta da Giorgio Napolitano e molto stimata dal Presidente.

Anche il profilo di Lucrezia Reichlin viene scandagliato dagli uomini del Colle: romana, economista figlia di due comunisti storici (Alfredo Reichlin e Luciana Castellina), docente di Economia alla London Business School, direttrice generale alla Ricerca alla Bce, ha tutte le carte in regola per un ruolo di prestigio. Poi si parla anche di Giampiero Massolo, ambasciatore di lungo corso con grandi conoscenze internazionali: sarebbe perfetto agli Esteri.

Da giorni si fanno anche i nomi di Carlo Cottarelli, 64 anni, già commissario alla spending review a Palazzo Chigi, di Anna Maria Tarantola, una vita in Bankitalia ed ex presidente della Rai, di Enzo Moavero Milanese, grande esperto dei meccanismi dell'Unione europea ed ex ministro del governo Letta.

M5S e Lega spingono per il voto a luglio o in autunno

Per il momento solamente il Partito Democratico e Liberi e Uguali si sono detti disponibili ad appoggiare un governo del Presidente. Tutti gli altri partiti invece spingono in altre direzioni: il Movimento 5 Stelle propende per il voto e ieri Luigi Di Maio ha invocato l’approvazione di un decreto per anticipare il voto già nel mese di giugno; la Lega, sebbene con minore forza, propone elezioni a luglio o in autunno mentre la posizione di Forza Italia è di contrarietà all’ipotesi di voto estivo ma tutto sommato aperta al voto in autunno.

Per Berlusconi un Governo Lega- M5S rimane inaccettabile

Silvio Berlusconi non si piega, anzi dopo quasi due giorni di silenzio spazza via dal campo qualsiasi indiscrezione che lo vorrebbe pronto a dare un appoggio esterno a un governo guidato da Movimento 5 Stelle e Lega. La linea non cambia: l’ex Cavaliere ha ribadito con fermezza che dopo due mesi di tentativi per dare vita a un governo espressione del centrodestra, prima forza politica alle elezioni del 4 marzo, “Forza Italia non può accettare nessun veto”.

Dal Carroccio la prima stilettata arriva da Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega, che avverte il leader di Forza Italia: “A Silvio chiediamo un gesto di responsabilità, favorendo la nascita di un governo politico con il M5S”, segno che tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio i contatti per formare un nuovo governo non si sono mai interrotti.

Ciò avrebbe irritato non poco Silvio Berlusconi che prontamente, prima con le parole di Maria Stella Gelmini poi con le sue, ha ribadito che la proposta della Lega è irricevibile e che Forza Italia non romperà mai la coalizione di centrodestra. Un modo chiaro per dire che se Matteo Salvini vuole una rottura se ne deve assumere la responsabilità. 

Ma i problemi per Berlusconi non si limitano solamente ai rapporti con gli altri leader della coalizione: in queste ore sta montando non poca tensione fra i parlamentari Forza Italia, che in molti non voglio andare a votare a luglio e spingono affinché l’ex Cav benedica la nascita di un esecutivo M5S e Lega.

Gentiloni guiderà la coalizione di centrosinistra

Nel Partito Democratico si cerca una tregua dopo settimane di fortissima tensione interna e si ragiona sui passi da compiere qualora si dovesse davvero tornare a elezioni in tempi brevi. L’Assemblea nazionale del partito, che si riunirà il 19 maggio, molto probabilmente confermerà la reggenza a Maurizio Martina, ma la vera novità è la decisione, fortemente spinta da Matteo Renzi, di lanciare la premiership di Paolo Gentiloni (che ieri, molto probabilmente, ha presieduto l'ultimo Consiglio dei ministri) che avrebbe il compito di ricompattare la coalizione di centrosinistra magari ricomprendendo anche Liberi e Uguali.

Proseguono i lavori delle Commissioni speciali di Camera e Senato

Le Commissioni Speciali per l'esame di Atti del Governo di Camera e Senato torneranno a riunirsi per proseguire e concludere il ciclo di audizioni sul Documento di economia e finanza 2018 (DEF). Nello specifico a partire dalle 10 ascolteranno i rappresentanti dell'ISTAT, di Banca d'Italia, il Presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) Giuseppe Pisauro e quelli di ANCI e UPI.

Per quanto riguarda il Senato, la Commissione speciale esaminerà gli schemi di decreto legislativo sulla distribuzione assicurativa, sulle misure per un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi nell'Unione e quello sulla riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici.

Alle 15 il Parlamento si riunirà in seduta comune per l’elezione di un giudice della Corte Costituzionale e di due componenti il Consiglio superiore della magistratura.



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