Oggi al Senato

L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi a partire 11 per esaminare il ddl concorrenza. Successivamente l’Aula di Palazzo Madama si confronterà sulla proposta di legge, approvata la settimana scorsa dalla Camera, per l’abolizione dei vitalizi e la nuova disciplina dei trattamenti pensionistici dei membri del Parlamento e dei consiglieri regionali, e discuterà il rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l'anno finanziario 2016 e il progetto di bilancio interno per il 2017 .

Per quanto riguarda i lavori delle Commissioni, la Affari Costituzionali si confronterà sul disegno di legge relativo alle segnalazioni di reati o irregolarità nel lavoro pubblico o privato, sul ddl in materia di operazioni elettorali e su quello in tema di trasparenza dei partiti politici. In sede riunita con la Giustizia, svolgerà diverse audizioni sul ddl relativo a ineleggibilità e incompatibilità dei magistrati in servizio e di quelli cessati da cariche politiche. La Commissione Giustizia proseguirà l’esame del ddl sul reato di diffamazione.

La Commissione Bilancio proseguirà l’esame del ddl sul rendiconto 2016 e di quello relativo all’assestamento 2017. La Commissione Finanze si confronterà sugli Atti europei sulla capacità di assorbimento delle perdite e sulla ricapitalizzazione degli enti creditizi. La Commissione Lavori pubblici proseguirà il confronto sul ddl relativo all’iscrizione nel registro delle opposizioni e ascolterà i vertici dell'ENAC sui collegamenti aerei per la continuità territoriale con la Sardegna.

La Commissione Industria esaminerà i ddl sulla tracciabilità dei prodotti e si confronterà sugli Atti europei relativi alle prestazioni energetiche nell’edilizia. In sede riunita con la Territorio, si confronterà sull’affare assegnato relativo alle asimmetrie competitive per l'industria europea e su quello sulla strategia energetica nazionale.

La Commissione Lavoro ascolterà i rappresentanti di IWA Italy sull'affare assegnato in tema d'impatto sul mercato del lavoro della quarta rivoluzione industriale. La Commissione Sanità proseguirà l’esame degli emendamenti al ddl sul fine vita. La Commissione Territorio esaminerà il disegno di legge sulle aree protette, riprenderà l’audizione del Capo Dipartimento della Protezione civile sui recenti incendi che hanno interessato il territorio nazionale.

Oggi alla Camera

Per quanto riguarda l’altro ramo del Parlamento, dopo che ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sul decreto per la crescita del mezzogiorno approvato la settimana scorsa dal Senato, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi a partite dalle 13 per le dichiarazioni di voto e il voto di fiducia. Successivamente l’Aula proseguirà l’esame degli ordini del giorno al decreto e arriverà al voto finale già nella tarda serata di oggi.

Quanto ai lavori delle Commissioni, la Bilancio alle 11.30 ascolterà il presidente dell'ISTAT Giorgio Alleva nell'ambito dell'esame dello schema di decreto ministeriale recante individuazione degli indicatori di benessere equo e sostenibile. La Commissione Ambiente svolgerà diverse audizioni nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'emergenza idrica. Nello specifico alle 11 ascolterà il Ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti e alle 12.30 i rappresentanti di Utilitalia. La Commissione Lavoro, in sede riunita con la Cultura, ascolterà i dirigenti scolastici delle zone colpite dai terremoti in centro Italia sulla pdl che regola la responsabilità dei dirigenti in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro.

Legge elettorale: tutto rimandato a settembre

Luigi Di Maio conferma la volontà del Movimento 5 Stelle di presentarsi alle prossime elezioni con la squadra di Governo al completo e ha annunciato l’intenzione di presentare il candidato premier e i ministri il prossimo 24 settembre. L'appuntamento è già fissato a Rimini in una tre giorni (22,23 e 24 settembre) che Beppe Grillo ha lanciato con il titolo #Italia5Stelle.

Tornado alla politica nazionale Di Maio sembra aprire una porta al dialogo sulle regole del voto: “Noi ci abbiamo provato tre mesi fa a fare una legge elettorale con il partito di maggioranza sul modello tedesco, ed è finita a franchi tiratori”. E alla richiesta sulla disponibilità ad aprire un nuovo dialogo, il presidente della Camera ha risposto: “Ho poca fiducia che si possa riaprire un tavolo per rispolverare il modello cassato. Se il Pd risolve i suoi problemi interni possiamo riparlarne”.

Con i lavori parlamentari orami in chiusura tutto sarà rimandato ad inizio settembre. Nel frattempo sembra chiaro che continueranno i contatti fra i partiti per trovare un punto di partenza così da consentire, come più volte ha chiesto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di approvare una nuova legge o quantomeno di armonizzare i due sistemi elettorali di Camera e Senato. Ma la partita non è affatto semplice e i nodi politici sono moltissimi, primo fra tutti quello di individuare un modello elettorale che incentivi le coalizioni pre-elettorali o che invece rimandi a una fase successiva al voto l’aggregazione delle forze politiche in Parlamento per la nascita di una maggioranza e la scelta del prossimo Presidente del Consiglio.

La questione è spinosa e implica direttamente la capacità, principalmente per i partiti tradizionali, di essere nelle condizioni di creare una colazione. Il Centro Destra sembra più avanti in questo: ormai da settimane Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia sono al lavoro per cercare di creare un percorso comune. Manca ancora da capire chi sarà il leader, se Berlusconi o Salvini o se addirittura un outsider capace di riunire compattamente il Centro Destra.

Nel Centro Sinistra la confusione è fortissima. Giuliano Pisapia è ormai al lavoro da mesi per trovare il modo di riunire sotto un unico tetto tutte le diverse aree di sinistra, impresa difficile che a oggi ha portato ancora a pochi risultati. Difficile sarà superare le fortissime rivalità tra gli scissionisti di Mdp guidati da Bersani eD’Alema e il Partito Democratico di Matteo Renzi. E se per i primi la questione è prevalentemente personale e di programmi di Governo, per l’ex Presidente del Consiglio forte è la necessità di non presentarsi davanti agli elettori con un progetto politico pigliatutto come fu l’Unione nel 2006.

La differenza è che Matteo Renzi ha la possibilità di influenzare, e non poco, la decisione sulla prossima legge elettorale, cosa da non sottovalutare e che d’altro canto ci permetterà di capire, magari alla ripresa dei lavori parlamentari, quale sarà la direzione che il Partito Democratico vorrà imprimere sulla prossima legge elettorale: tutto sembra indicare una soluzione di tipo proporzionale.

 



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