Dopo che nella giornata di ieri è stato approvato definitivamente, con voto di fiducia il decreto, già approvato dalla Camera, sulle disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città e che il Ministro degli affari esteri Angelino Alfano ha svolto l’informativa del sulla situazione in Siria, l’ Assemblea del Senato non si riunirà.

Per quanto riguarda i lavori delle Commissioni, nella giornata di oggi si riuniranno solamente la Affari Costituzionali e la Difesa che, in sede riunita, svolgeranno diverse audizioni sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di revisione dei ruoli delle Forze di polizia.

Per quanto riguarda l’altro ramo del Parlamento, l’ Assemblea della Camera oggi non si riunirà. Nella seduta di ieri è stato approvato in via definitiva e con voto di fiducia il decreto, già approvato dal Senato, sulle disposizioni urgenti per l'accelerazione dei procedimenti in materia diprotezione internazionale e per il contrasto dell'immigrazione illegale.

Successivamente è stata svolta l' informativa urgente del Governo sui recenti sviluppi della situazione in Siria e sono state discusse e approvate le mozioni in materia di liste d'attesa per le prestazioni del SSN e l'esercizio della libera professione intramoenia e quelle sulle iniziative in materia di politiche attive del lavoro, con particolare riferimento al potenziamento dei centri per l'impiego . Nella giornata di oggi nessuna Commissioni si riunirà.

Dopo l’approvazione del Consiglio dei Ministri, ieri il Documento di Economia e Finanza è stato pubblicato dal Ministero dell'Economia. Un documento molto atteso che rappresenta il principale strumento di programmazione della politica economica nazionale, che traccia, in una prospettiva di medio-lungo termine, gli impegni sul piano del consolidamento delle finanze pubbliche e degli indirizzi delle diverse politiche pubbliche. Impegni adottati dall’Italia nel rispetto del Patto di Stabilità e per il conseguimento degli obiettivi di crescita intelligente, sostenibile e solidale definiti nella Strategia Europa 2020.

Nello specifico il DEF si articola in tre sezioni: programma di Stabilità dell’Italia (che definisce il quadro macro economico), analisi e tendenze di finanza pubblica e programma nazionale di riforma. Documento quest’ultimo nel quale vengono ribaditi i pilastri dell’agenda di riforme strutturali del Governo come ad esempio la legge sulla concorrenza (che dovrebbe essere discussa la prossima settimana dall’Aula del Senato), la contrattazione decentrata, la lotta alla povertà e il programma delle privatizzazioni.

Altro elemento di novità del Def 2017 è rappresentato dall’inclusione di quattro indicatori di benessere equo e sostenibile. Si tratta del reddito medio disponibile, dell’indice di diseguaglianza, del tasso di mancata partecipazione al lavoro e dei parametri relativi alle emissioni di CO2 e di altri gas clima alteranti. Il Governo ha deciso di anticipare in via sperimentale l’inserimento di un primo gruppo di indicatori nel processo di bilancio. E sotto questo aspetto l’Italia è fra i primi paesi europei ad aver preso questa decisione.

Ma volendo entrare maggiormente nel dettaglio di quanto previsto dal Def un primo punto è quello del deficit e l’Iva. Dai numeri presenti nelle tabelle del Governo si possono già trarre informazioni preziose sulla prossima legge di Bilancio. L'ipoteca principale è rappresentata dalla clausola di salvaguardia che prevede l'innalzamento delle aliquote Iva. Se il Governo volesse quindi sterilizzare gli aumenti Iva come promesso e mantenere gli stessi target di deficit dovrà reperire per la Legge di Bilancio 16,3 miliardi di euro.

Per quanto riguarda la pressione fiscale, punto sul quale il Governo su forte impulso del Partito Democratico ha limitato all’osso ogni possibile aumento diretto o indiretto, scende al 42,3%, nel 2017 anche se risalirà al 42,8% nel 2018 e 2019 per effetto delle clausole europee. Sul fronte della spending review il Governo prevede la ripresa del programma dei tagli per almeno un miliardo l'anno. Una misura che in passato è stata fortemente contrastata dalle singole amministrazioni e che fino ad ora ha prodotto risultati tutto sommato modesti.

Per la lotta alla povertà le risorse stanziate ammontano complessivamente a 1,2 miliardi nel 2017 e 1,7 nel 2018. Tre gli ambiti di intervento: il reddito di inclusione, il riordino delle prestazioni assistenziali e il rafforzamento e coordinamento degli interventi dei servizi sociali. Sul fronte del pubblico impiego il Governo ha confermato che stanzierà 2,8 miliardi per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, bloccato da otto anni. Una previsione che potrebbe determinare un aumento medio in busta paga di 85 euro lordi al mese per tutti gli statali.

Sul fronte delle assunzioni della PA viene previsto l’aumento dal 25 al 75% del turnover nei Comuni sopra i 10mila abitanti, percentuale che potrebbe salire al 90% nel 2018. Tra le misure in cantiere ci sono l'estensione dei premi di produttività alle piccole e medie imprese, il decreto delegato sul reddito di inclusione per le famiglie in povertà e la cosiddetta "tassa Airbnb", una trattenuta del 21% che gli intermediari dovrebbero applicare alla fonte sui redditi da locazione.

Sparisce il tanto sbandierato taglio delle aliquote Irpef, mentre resta prioritaria la riduzione del cuneo fiscale. Un taglio giudicato cruciale per ridurre il costo del lavoro e parallelamente per aumentare il reddito disponibile dei lavoratori. Ma nel pacchetto non trovano posto anche due norme di cui si era parlato nelle scorse settimane. La prima è la riforma del catasto, che avrebbe dovuto rivedere le categorie delle abitazioni e riformulare i valori patrimoniali degli immobili, con conseguente variazione del carico fiscale. La seconda è la legge anti scorrerie proposta dal ministro Calenda che avrebbe introdotto obblighi informativi maggiorati per i soci rilevanti delle società quotate italiane.

Per quanto riguarda la manovra correttiva dei conti pubblici chiesta dalla Commissione, pari allo 0,2% del Pil, porta con se l’aumento delle accise su sigarette e tabacchi, così come la cosiddetta “ tassa sulla fortuna” il prelievo fiscale sulle vincite da giochi e lotterie, dal Superenalotto ai Gratta e vinci. Lo split payment, il meccanismo anti evasione che consente al committente di girare direttamente all'Erario l'Iva dovuta dai suoi fornitori, viene esteso anche alle società pubbliche e a tutte le quotate. Ancora da definire invece i tagli alla spesa, ai trasferimenti dei ministeri e alle agevolazioni fiscali. La manovrina crea un fondo di un miliardo l'anno, per tre anni, per sostenere le zone del Centro Italia colpite dai terremoti.

Intanto il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker ha dato un primo ok all'azione del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. “Gli sforzi del Governo italiano vanno nella giusta direzione, l'Italia sta facendo grandi sforzi per tenere il deficit sotto controllo, ma nel medio-lungo termine ha bisogno di consolidare decisamente i suoi conti pubblici e specialmente il suo enorme debito per salvare se stessa e l'Unione monetaria”. Il messaggio è duplice. Da una parte, plaude apertamente alle mosse del Governo, ribadendo il sostegno alla linea europeista di Gentiloni; dall'altra, però, ricorda che né la manovra correttiva né le misure annunciate sono abbastanza.

Per abbattere il debito servirà uno sforzo ulteriore. Il Governo, che con la Commissione europea interloquisce quotidianamente, ne è consapevole e per questo ha inserito nel Def i numeri del deficit (2,1 per il 2017 e 1,2 per il 2018) che rispondono alle richieste. Questi numeri sono la promessa, e speriamo anche la garanzia, che l'anno prossimo l'Italia farà un aggiustamento strutturale maggiore di 0,5 punti, come prevedono le regole e, come Padoan aveva già anticipato ai commissari Ue Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici all'Ecofin.

Una riduzione che vale 10 miliardi e che già da sola rappresenta una manovra. Una sfida importante che si incrocerà con il delicato dibattito sulla flessibilità visto l’avvicinarsi della prossima legge di bilancio. Ma facendo un passo indietro entro il 30 aprile Def, Pnr e manovra correttiva arriveranno sul tavolo della Commissione Eruopea. Per un primo responso bisognerà attendere il 16 maggio quando verranno resi pubbliche le raccomandazione ai singoli paesi dell’Unione.

 



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