Pubblicato in GU il nuovo Dpcm che chiude le attività produttive

Tre giorni in più alle imprese per prepararsi e smaltire le merci già in consegna e una lista di 80 voci delle attività riconosciute come essenziali che quindi continueranno a restare in funzione: arriva dopo quasi un giorno intero di trattativa il Dpcm, già pubblicato i Gazzetta Ufficiale, che chiude le fabbriche per fermare il contagio del Coronavirus. Nonostante l'annuncio notturno del premier Giuseppe Conte il braccio di ferro sulle attività da includere e da escludere dalla lista è andato avanti a lungo, con le imprese in pressing per tenere aperto il più possibile, dimenticanze vitali per le filiere strategiche, e i sindacati in allarme per il rischio che alla fine troppe attività restassero aperte vanificando gli intenti di preservare la salute dei lavoratori. La tensione sale quando circola un elenco che include anche i codici 24 e 25, cioè metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, che di fatto avrebbe significato lasciare aperto il 70% delle imprese metal meccaniche; è la goccia che fa traboccare il vaso per i sindacati che, nonostante le due voci spariscano dall'elenco definitivo, mandano un messaggio forte e unitario a Conte: se si dovessero allargare troppo le maglie i sindacati sono pronti anche allo sciopero generale

La lista in effetti, il compromesso finale, potrà essere aggiornata in un secondo momento con decreto del Ministero dello Sviluppo economico (sentito il Mef) e anche i prefetti avranno potere di bloccare eventuali aperture fuori schema. Gli studi dei professionisti, dopo i vari allarmi lanciati dalle categorie, resteranno aperti (commercialisti, avvocati, ma anche ingegneri e architetti), così come l'intera filiera della stampa, dalla carta al commercio all'ingrosso di libri, riviste e giornali fino ai servizi d’informazione e comunicazione. Oltre alle edicole, comunque, continueranno a operare anche i tabaccai, nonostante lo stop a Lotto e scommesse. Le famiglie potranno continuare ad avere colf e badanti conviventi e pure a servirsi del portiere in condominio. Scorrendo la lista compare una serie di servizi, a partire dai call center, che potranno continuare a operare rispettando ovviamente le regole sulle distanze e i protocolli siglati la scorsa settimana sull'uso di guanti e mascherine. Nell'ambito delle aziende restano attive tutte le filiere essenziali e quindi quelle legate al settore alimentare, a quello farmaceutico e biomedicale, compresa la fabbricazione forniture mediche e dentistiche. Inclusa anche la filiera del legno e la fabbricazione delle bare.  

Netta, invece, la riduzione delle attività della Pubblica amministrazione: restano di fatto aperte gli esercizi legati a sanità, difesa e istruzione, rigorosamente a distanza. Continuano anche i servizi dell'Inps e l'assistenza sociale residenziale e non residenziale. Sul fronte agroalimentare restano attive l'industria delle bevande, le industrie del cibo, la zootecnia. Anche l'industria tessile potrà continuare a operare escluso, però, l'abbigliamento. Le produzioni di gomma, materie plastiche e prodotti chimici non saranno interrotte, così come le raffinerie petrolifere non saranno fermate. Salve anche le attività legate all'idraulica, all'installazione d’impianti elettrici, di riscaldamento o di condizionatori, oltre alle diverse forniture, dall'energia elettrica all'acqua al gas. Il Dpcm lascia libero il trasporto terrestre, marittimo e aereo, compreso quello delle merci. Attive anche la gestione fognaria e quella della raccolta dei rifiuti, oltre alle attività bancarie, postali, assicurative e finanziarie. 

Berlusconi, Salvini e Meloni attaccano Conte. Critico anche Renzi

Il centrodestra critica le scelte del Governo: “Annunci di notte e confusione di giorno”, l'attacco concentrico di Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni che chiedono direttamente un incontro al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E anche Matteo Renzi non risparmia critiche, più che altro alla comunicazione: “Non siamo al Grande fratello”. E così il premier Conte, il giorno dopo il discorso in cui ha ceduto al pressing delle Regioni e dei sindacati per una stretta sulle attività non essenziali si ritrova alle prese con un provvedimento che ha visto la luce solo in serata sia per la mole di lavoro che per le 'resistenze' da parte delle aziende, con Confindustria che ha reiterato l'invito a ogni tipo di cautela. Il presidente del Consiglio, difeso in maggioranza dal Partito Democratico e con M5S in posizione più defilata, respinge gli attacchi che provengono da più parti. La sua linea è improntata alla trasparenza e ha rilasciato dichiarazioni alla stampa ieri proprio per evitare che ci fossero ulteriori fughe di notizie o che si creasse confusione e panico: “Ci sto mettendo la faccia con il massimo impegno”.  

Del resto è Dario Franceschini, il più alto in grado del Pd nel Governo, a rimarcare il peso della responsabilità senza uguali per un presidente del Consiglio che si ritrova a fronteggiare una situazione del genere; sulla stessa lunghezza d'onda arriva poi il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Il ministro dei Beni culturali dice senza mezzi termini che Conte “va ringraziato per il suo lavoro senza sosta”; certo, ammette che qualche errore è stato fatto, ma così come l'hanno commesso in tanti e invita Berlusconi, Salvini e Meloni a sotterrare l'ascia di guerra e a giocare “nella stessa squadra”. “Verrà il momento degli scontri e delle analisi” ma non ora afferma il capo delegazione dem. In realtà a non risparmiare critiche all'operato di Conte è il leader di Italia viva: “No a una comunicazione come un reality”, l'affondo. Renzi è critico con le comunicazioni rese dal premier sabato sera tardi in diretta facebook. Polemiche pretestuose, dicono nella sede del Governo: di domenica la sala stampa è chiusa, c'era difficoltà nel radunare i giornalisti e indire una conferenza vera e propria, si è trattato di dichiarazioni andate contemporaneamente in tv con segnale autonomo e trasmesse con i social, nulla di atipico considerato anche l’eccezionalità del momento.  

La Casellati chiede a Conte di raccordarsi costantemente con le Camere

La Presidente del Senato Elisabetta Casellati è molto chiara nel lanciare un messaggio all’esecutivo: “Sono convinta che la centralità del Parlamento non possa mai venire meno, soprattutto quando i provvedimenti governativi limitano le libertà personali dei cittadini e le attività essenziali all’economia del Paese. Siamo una democrazia parlamentare. È fondamentale perciò che il Presidente del Consiglio e il Governo stabiliscano un sistematico raccordo, a ora mai attuato, con i Presidenti delle Camere in merito ad ogni iniziativa normativa relativa all’emergenza Coronavirus, per consentire ai parlamentari di svolgere le prerogative affidate loro dalla Carta Costituzionale”. Per la Presidente di palazzo Madama “In un momento drammatico come quello che il Paese sta attraversando, basta con le polemiche su una presunta chiusura del Parlamento che creano soltanto una pericolosa disinformazione. Lo dico a costo di ripetermi, l’attività legislativa non subirà alcuna limitazione, né vi saranno restrizioni delle prerogative parlamentari. Sin da quando è scattata l’emergenza il Senato non ha mai smesso di lavorare e, personalmente, non mi sono mai mossa da Palazzo Madama proprio per garantirne la piena operatività, nel rispetto della sicurezza sanitaria dei senatori e di tutto il personale. Fin dall’ultima settimana di febbraio abbiamo adottato le misure necessarie a contenere il contagio, dalle distanze di sicurezza in Commissione e in Aula, alle modalità di votazione idonee ad evitare assembramenti. La prossima settimana tutte le Commissioni lavoreranno sul decreto che stabilisce le misure sull’emergenza Coronavirus.  

In Parlamento

Nell’arco di questa settimana l’assemblea del Senato si riunirà mercoledì alle 15.00 per le Comunicazioni del Presidente. Per quanto riguarda le Commissioni, la Bilancio inizierà l’esame del decreto legge per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale e il sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19, il cosiddetto decreto Cura Italia. Alle 15, in sede congiunta con la rispettiva della Camera, ascolterà in videoconferenza il Ministro dell'economia e delle finanze Roberto Gualtieri sulle recenti misure economiche adottate dal Governo. La maggior parte delle altre Commissioni si riuniranno solamente in sede consultiva per l’espressione del parere del decreto Cura Italia. L’Assemblea della Camera si riunirà mercoledì alle 15.00 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata; le Commissioni non si riuniranno. 

Per Romano Prodi sugli eurobond si gioca destino Europa

Sui covidbond si gioca il destino dell'Europa. È questo in sintesi il pensiero del ragionamento di Romano Prodi su il Messaggero dedicato all'emergenza coronavirus: “La tragica globalizzazione del morbo è stata finalmente accompagnata da una parallela globalizzazione della lotta per contenerlo; allo stesso modo e con la stessa rapidità è cambiato il quadro economico di tutto il pianeta; la caduta dell'economia sarà di conseguenza altrettanto rovinosa, della stessa dimensione, o forse ancora maggiore, di quanto avveniva nei tempi di guerra. Per fortuna anche nella politica economica europea sono almeno cambiate le intenzioni e gli orientamenti: in modo rapido e, sotto molti aspetti, inaspettato. È evidente che, nella difficile situazione in cui si trova la nostra economia, la ripresa italiana potrà partire solo nel quadro di una concreta solidarietà europea di lungo periodo e questo può avvenire unicamente con l'adozione degli Eurobonds” che “dovranno finalmente essere sottoposti a un giudizio definitivo da parte delle Istituzioni europee. Abbiamo quindi davanti a noi pochissimi giorni per vedere se l’Europa è cambiata davvero; anche se l'atmosfera è cambiata, si vedrà solo nei prossimi giorni se il mutamento è reale e duraturo. L'Italia deve perciò usare ogni strumento per indurre l'Europa ad affrontare, finalmente unita, i grandi cambiamenti del mondo; non sarà una battaglia facile. Anzi una battaglia difficilissima, ma che va combattuta”. 



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