Inaugurato il nuovo ponte di Genova. Mattarella chiede giustizia

Dopo 720 giorni dal crollo del ponte Morandi (14 agosto 2018, 43 morti) e 476 dall'inizio della ricostruzione, Genova e l'Italia hanno un nuovo viadotto, il Genova San Giorgio. Cerimonia sobria, per l'inaugurazione come aveva chiesto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha invocato “un rigoroso accertamento delle responsabilità” per quel crollo: “Le responsabilità non sono generiche, hanno sempre un nome e un cognome. Sono sempre frutto di azioni che dovevano essere fatte o di omissioni che non dovevano essere compiute. Quindi è importante che vi sia un'azione severa, precisa e rigorosa di accertamento delle responsabilità”. Il capo dello Stato lo ha detto incontrando i familiari delle vittime, in forma privata, in prefettura; Mattarella ha voluto anche precisare che l'inaugurazione del ponte “non è la chiusura di quanto avvenuto ma la conseguenza di quanto avvenuto. Ed è un modo di ricordare la tragedia: chiunque vedrà il Ponte a Genova avrà sempre in mente che il Ponte è lì perché un altro ponte è crollato. E sicuramente lo ricorderà la Repubblica”. 

Sul ponte ci sono tutte le istituzioni: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, la presidente del Senato Elisabetta Casellati, quello della Camera Roberto Fico, i ministri Luigi Di Maio e Paola De Micheli, il suo predecessore Danilo Toninelli. “Oggi Genova riparte forte della sua operosità, come ha fatto in tanti momenti della sua storia, confidando nella forza del lavoro. Mostra un Paese che, a dispetto degli stereotipi, sa rialzarsi, che sa tornare a correre”, ha detto il premier. “Il Ponte crea una nuova unità, genera nuova fiducia, ha la funzione di riavvicinare i cittadini di Genova, dell'Italia intera, allo Stato”, aggiunge, sottolineando che il ponte “è un mirabile frutto del genio italico”. Poi ricorda che “è ancora troppo acuto il dolore della tragedia”. 

Conte rilancia la politica del rigore sull’immigrazione. Pioggia di critiche

Spaventato dai pronostici che vedono il Governo a rischio scivolone sulla questione migranti, Giuseppe Conte opta per la linea dura e dice stop agli ingressi irregolari, promettendo più rimpatri. Il premier insegue Matteo Salvini, almeno sul piano del linguaggio, e soprattutto si adegua alla direzione dettata da Luigi Di Maio, dopo che nelle ultime ore si sono susseguite le notizie degli sbarchi sulle coste italiane provenienti in particolare dalla Tunisia. Il ministro degli Esteri tiene il punto e, in un colloquio telefonico con l’Alto Rappresentante UE per la Politica estera e di sicurezza Josep Borrell Fontelles, torna a chiedere “un impegno sia sul fronte della redistribuzione che dei rimpatri”. Anche il viceministro dell'Interno Matteo Mauri (Pd) in un'intervista a Repubblica ammette che c'è già l'accordo con la Tunisia per far crescere ancora il numero dei rimpatri. Insomma, pur non retrocedendo ancora sulla modifica ai decreti Salvini, i giallorossi optano per un’impostazione più rigorista soprattutto dopo l'ok al finanziamento alla cosiddetta guardia costiera libica che ha creato non pochi malumori. Quello dell'immigrazione è un argomento su cui l'elettorato italiano è sensibile da sempre, ma che diventa scottante in epoca di contagi da Coronavirus, ed è fin troppo facile da cavalcare per l'opposizione, specialmente in vista delle Regionali e dei possibili rimpasti di Governo o di nuove maggioranze. Per questo, intervenendo a Foggia, Conte non usa mezzi termini: “Dobbiamo essere duri e inflessibili. Dobbiamo intensificare i rimpatri, non si entra in Italia in questo modo soprattutto in questo momento di fase acuta non possiamo permettere che la comunità internazionale sia esposta a ulteriori pericoli. Dobbiamo contrastare i traffici e gli incrementi degli utili da parte dei gruppi criminali”. 

Con le sue dichiarazioni Conte si è attirato le critiche di +Europa che gli ha dato dell'irresponsabile, ma anche del centrodestra: “Gli immigrati e i profughi che arrivano via mare sono gli unici cui viene fatto il tampone e cui viene imposta la quarantena, a differenza di tutti gli altri viaggiatori che entrano ogni giorno in Italia, per turismo o per lavoro”, sottolinea Giordano Masini. Per Mariastella Gelmini a parlare è un omonimo di quel presidente del Consiglio che si è pronunciato nei mesi scorsi apertamente contro i decreti Sicurezza voluti da Matteo Salvini, mentre la capogruppo dei senatori azzurri Anna Maria Bernini mette in evidenza come il premier di fatto smentisca i Ministri del Pd, secondo i quali non ci sono né emergenza né rischi sanitari provocati dagli sbarchi. Replica al presidente Conte lo stesso Matteo Salvini che accusa il Governo giallorosso di aver moltiplicato gli sbarchi e si dice “senza parole” di fronte alle affermazioni di un “governo clandestino” che tratta “gli italiani come scemi”.  

Nel M5S la tensione è alle stelle. Spadafora minaccia le dimissioni

L'appuntamento per l'ennesima resa dei conti interna al M5S è per questa sera alle 20.45. Gli uomini vicini a Vito Crimi sono consapevoli dei mal di pancia e il capo politico è nel mirino dopo il caos andato in scena con l'elezione dei presidenti delle Commissioni parlamentari. La posta in gioco è la guida politica del movimento e il percorso attraverso il quale arrivarci. La frattura non è più solo, ormai, tra governisti e non, o tra filo dem o vicini alla Lega; ogni parlamentare sta scegliendo il cavallo su cui puntare in futuro: da Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista o Roberto Fico fino alle outsider Chiara Appendino e Paola Taverna. Il capo politico, in realtà, non è l'unico sotto attacco: i deputati pentastellati intendono delegittimare il direttivo della Camera, prendendo di mira soprattutto il capogruppo Davide Crippa e il suo vice Riccardo Ricciardi. Anche tra i senatori è caos: pesa ancora il patatrac andato in scena in Commissione Agricoltura, rimasta alla Lega pur spettando, da accordo di maggioranza, al M5S. Difficile, comunque, si arrivi a una vera e propria sfiducia, dal momento che a palazzo Madama il direttivo andrà comunque rinnovato a ottobre. 

Nel mirino, poi, finiscono anche Vincenzo Spadafora e la sua riforma dello sport. Il direttivo della Camera ha scritto una lettera al Ministro per bloccare il testo, che presenta alcune criticità e che non è stato costruito, a parer loro, attraverso “un percorso condiviso”. I pentastellati chiedono di incontrare Crimi e il capodelegazione al Governo Alfonso Bonafede e intanto tutto si ferma. Ad attaccare Spadafora sarebbero in particolare i parlamentari Provenza, Valente, Tuzi, Mariani e Dessì, membri del Tavolo sport, che non ne hanno apprezzato il lavoro. Provenza e Valente, riferiscono le stesse fonti, avrebbero anche “altre ambizioni. Vogliono la delega allo Sport al prossimo rimpasto”, è l'attacco. “Prendere tempo significa far saltare la delega, che scade l'8 novembre e l'iter è ancora lungo. Se non va all'ultimo Cdm prima dell'estate o al primo dopo la pausa salta tutto e se ne riparla la prossima legislatura”, spiega invece chi è vicino al ministro. Spadafora, in ogni caso, non intende indietreggiare e, viene spiegato, sarebbe pronto alla remissione della delega allo Sport nelle mani di Giuseppe Conte. Lo stop alla riforma, in ogni caso, rischia di diventare l'ennesimo fronte aperto all'interno della maggioranza; Pd e Iv, infatti, sono chiari: “Vedetevela al vostro interno ma di ritornare alla norma Giorgetti non se ne parla”.

L’Aula del Senato

L’assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 9.30 per l’esame del ddl sulla sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nello svolgimento delle loro funzioni, della ratifica dell’accordo di cooperazione nel settore della difesa tra il Governo italiano e l’Argentina e per discutere la relazione sull'emergenza epidemiologica COVID-19 e ciclo dei rifiuti approvata dalla Commissione d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali a esse correlati. 

Le Commissioni del Senato

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali, insieme alla Lavori Pubblici, si confronterà sul decreto semplificazioni il cui termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato a giovedì alle 10.00. La Giustizia esaminerà lo schema di decreto legislativo relativo alla nuova regolamentazione delle professioni. L’Istruzione esaminerà il disegno di legge sull’educazione motoria nella scuola primaria. La Commissione Industria audirà e dibatterà sulla nomina di Federico Testa alla presidenza dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo sostenibile (ENEA) e svolgerà diverse audizioni nell’ambito dell’affare assegnato sul settore dell'automotive italiano e le implicazioni in termini di competitività conseguenti alla transizione alla propulsione elettrica. La Lavoro dibatterà sul ddl per il personale a contratto delle rappresentanze diplomatiche, degli uffici consolari e degli Istituti italiani di cultura. Infine la Politiche dell’UE proseguirà il confronto sulla legge di delegazione europea. 

L’Aula della Camera

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 11.00 per svolgere le interpellanze e interrogazioni. Dalle 12.30 esaminerà il decreto sulla parità di genere nelle consultazioni elettorali delle Regioni a statuto ordinario, la proposta di legge sulle misure di sostegno al settore agricolo e sulle disposizioni di semplificazione in materia di agricoltura; i disegni di legge sul rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2019 e sulle disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2020. A seguire si confronterà sulla relazione della Giunta per le autorizzazioni relativa alla domanda di autorizzazione all'utilizzazione di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni telefoniche e ambientali nei confronti di Antonio Marotta (deputato all'epoca dei fatti) e della relazione nei confronti del deputato Boniardi. Esaminerà la pdl sulle misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all'orientamento sessuale e all'identità di genere, le mozioni per la promozione di un'indagine internazionale sulle origini dell'epidemia da COVID-19 e d’indirizzi unitari nell'ambito dell'Unione europea per la gestione delle emergenze epidemiologiche, e i progetti di legge di ratifica relativi all’accordo UE, CEEA-Armenia di partenariato globale e rafforzato, alla Convenzione istitutiva dell'osservatorio Square Kilometre Array e alla Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore del patrimonio culturale per la società. 

Le commissioni della Camera

Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia esaminerà lo schema di decreto legislativo relativo alla nuova regolamentazione delle professioni. La Commissione Esteri si confronterà sugli Atti europei per l’istituzione del Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD), per la garanzia dell'EFSD e per il Fondo di garanzia dell'EFSD e dibatterà sulla relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'attuazione del Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile. La Attività Produttive ascolterà e dibatterà sulla nomina di Federico Testa alla presidenza dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo sostenibile (ENEA). La Lavoro esaminerà lo schema di decreto legislativo relativo al distacco dei lavoratori nell'ambito di una prestazione di servizi e la risoluzione sulla situazione lavorativa del personale civile impiegato presso la base militare di Aviano.

La Affari Sociali esaminerà il decreto sulle misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica da COVID-19, la pdl per l’introduzione sperimentale del metodo del budget di salute per la realizzazione di progetti terapeutici riabilitativi individualizzati e le proposte di legge per la diagnosi e la cura delle immunodeficienze congenite e l'assistenza delle persone che ne sono affette. A seguire si confronterà sulle risoluzioni per la prevenzione, diagnosi e cura della sindrome delle apnee ostruttive del sonno. L’Agricoltura esaminerà la pdl per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico. Infine la Politiche dell’UE svolgerà diverse audizioni sugli Atti europei relativi al programma di lavoro della Commissione per il 2020 - Un'Unione più ambiziosa e alla relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2020.

 

 

 



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