Salvini e il centrodestra conquistano l’Umbria distaccando di 20 punti il candidato di Pd e M5S

Sembra non arrestarsi il momento d’oro del centrodestra nelle urne. Dopo le vittorie convincenti in Abruzzo, Sardegna, Basilicata e Piemonte, gli elettori incoronano ancora una volta la coalizione guidata da Matteo Salvini portando alla vittoria in Umbria la senatrice leghista Donatella Tesei (57,6% dei voti). Non si è rivelata competitiva la candidatura civica promossa da Pd e M5S di Vincenzo Bianconi: il presidente di Federalberghi Umbria si è fermato al 37,5% dei voti. E’ andato molto male il candidato civico ed ex sindaco di Assisi, Claudio Ricci, che non è riuscito a trasformare la sua popolarità in consenso elettorale, fermandosi al 2,6%. Gli altri cinque candidati alla presidenza della regione hanno raccolto complessivamente circa il 2,3% dei voti.

Dopo la sconfitta in Umbria Zingaretti sprona il M5S sulle alleanze

La sconfitta in Umbria, pur abbondantemente annunciata, ha un'eco non da poco ai piani alti del Partito Democratico. Sono diversi i livelli di analisi su cui Nicola Zingaretti, Dario Franceschini e lo stato maggiore dem si concentrano: il 22,3% raggiunto dal Pd viene fotografato come un risultato di tenuta, dal momento che arriva “dopo una scissione”. E se a finire sul banco degli imputati è subito l'alleanza civica con il M5S (“l'esperimento non ha funzionato e non è più praticabile”, taglia corto Luigi Di Maio) i dem non indietreggiano: “Il Pd è pronto ad andare avanti, ma non aspetta a tutti i costi le mosse del M5S. Loro crollano e noi siamo l'unico perno dell'alternativa a Salvini”, è il messaggio che viene fatto recapitare agli alleati.

Renzi critica la strategia sull’Umbria e ribadisce il suo appoggio al Governo

Matteo Renzi, all’indomani della sconfitta del centrosinistra in Umbria, non perde l'occasione per puntare il dito e marcare la distanza di strategia rispetto agli ex compagni: “Credo sia stato un errore politico drammatizzare il voto di questa pur bellissima regione, errore compiuto sia rivendicando l'alleanza strategica fra Pd e Cinque Stelle, sia impegnando il capo del Governo nella chiusura della campagna elettorale. La foto di Narni, insomma, non ha aiutato a vincere”, scrive nella consueta enews. Il Governo, però, non c'entra: “Deve preoccuparsi solo di governare, e di farlo bene. Noi stiamo dando una mano e continueremo a farlo”, assicura.

Antisemitismo, nasce Commissione contro l’odio. Ma il centrodestra si astiene

Diventa un caso politico l'istituzione della Commissione straordinaria per il contrasto ai fenomeni dell'intolleranza, del razzismo, dell'antisemitismo e dell'istigazione all'odio e alla violenza che aveva come prima firmataria Liliana Segre. La mozione è stata approvata dal Senato con 151 voti favorevoli e nessun contrario, ma con l’astensione di tutti e 98 i senatori di Lega, FI e FdI. Dura la critica di Nicola Zingaretti “Che vergogna questa destra sempre più a trazione Salvini che cede alla piazza San Giovanni piena d’odio, rancore e violenza e boccia la Commissione. E poi diteci che non c’è differenza tra destra e sinistra”. La replica leghista arriva da Massimiliano Capitanio: “Siamo contro il razzismo, la violenza, l'odio e l'antisemitismo senza se e senza ma. Non vorremmo che però, qualcuno a sinistra, spacciasse per razzismo quella che per noi è una convinzione, un diritto, ovvero prima gli italiani”.

I sondaggi della settimana

Nei sondaggi pubblicati dall'Istituto SWG, la Lega di Matteo Salvini subisce una leggera battuta d’arresto fermandosi al 33,6%. Il consenso del Movimento 5 Stelle, invece, torna a salire. Il partito guidato da Luigi Di Maio arriva al 18,2% nelle intenzioni di voto. La Lega si conferma il primo partito del Paese e la distanza dal secondo partito (M5S) è di 15,4 punti percentuali, mentre quella con il PD si attesta a 15,6 punti percentuali.

Nell’area delle sinistre, troviamo in leggera risalita l’alleanza tra Sinistra Italiana e MDP Articolo Uno: le forze che esprimono l’attuale ministro della Salute si attestano al 3,2%, mentre i Verdi salgono al 2,1%. Nell’area centrista, +Europa si ferma all’1,6%, mentre il nuovo partito di Matteo Renzi, Italia Viva, viene dato al 5,2%. Il consenso stimato del Partito Democratico nel Paese è in diminuzione rispetto alla scorsa settimana. I dem perdono quasi un punto percentuale e si fermano al 18%. Nel centrodestra, Fratelli d’Italia si conferma stabilmente come la seconda forza della coalizione raggiungendo il 9%. Forza Italia rimane a più di tre punti di distanza (5,5%) dal partito di Giorgia Meloni mentre Cambiamo!, il partito del Governatore ligure Giovanni Toti, è dato all’1,6% nelle intenzioni di voto degli italiani.

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Ad oggi, l’area di Governo raccoglie il 44,6% delle preferenze di voto. La coalizione di centrodestra il 49,7%, quella di centrosinistra il 28%. Il Movimento 5 Stelle è dato al 18,2%.

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Settimana Politica 26 - 31 ottobre 2019



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