Arriva l'emendamento su Irpef agricola

Dopo una settimana di protesta degli agricoltori e di ipotesi messe sul tavolo, il centrodestra trova la quadra sulla nuova configurazione dell'Irpef agricola. La riunione della Lega convocata da Matteo Salvini con i dirigenti del partito per parlare del dossier agricoltura ha stabilito le condizioni per l’intesa: Incrementare l'esenzione Irpef (sopra i 10mila euro), approvare la proposta della Lega su controllo dei prezzi e costi di produzione, accelerare i provvedimenti per limitare i danni provocati dalla fauna selvatica, con Salvini che spiega che l’obiettivo è quello di coinvolgere un numero sempre maggiore di imprenditori agricoli. La Lega ribadisce anche “la netta contrarietà ai negoziati dell'Europa con il Sudamerica. L'intesa con i Paesi del Mercosur, a cui sta lavorando ancora Bruxelles senza vere garanzie sul rispetto degli standard simili ai nostri, rappresenterebbe un pericolo per i produttori italiani con l'arrivo sulle nostre tavole di prodotti che non danno le nostre stesse garanzie. Per la Lega si tratta dell'ennesimo tentativo di favorire le multinazionali danneggiando il made in Italy”. Anche Forza Italia parla entusiasta di un risultato che copre oltre il 95% dei contribuenti del settore. In serata arriva il commento della Premier Giorgia Meloni: “Per quello che riguarda gli agricoltori capisco le proteste ovviamente, perché l'agricoltura è in una condizione molto difficile in Europa. Chiaramente per modificare tutto questo le prossime elezioni europee fanno la differenza”.

Il testo depositato dal Governo, inserito nel decreto Milleproroghe, prevede l'esenzione totale dell'Irpef per i redditi fino a diecimila euro e un dimezzamento per quelli tra i dieci e i quindicimila. La misura avrà la durata di due anni e costerà circa 220 milioni per il 2025 e poco più di 130 milioni per il 2026; le risorse vengono recuperate dal fondo per l'attuazione della delega fiscale. Si tratta, ha detto la presidente del consiglio Giorgia Meloni, di un intervento “proposto dal Governo su mio preciso indirizzo”, realizzando “un intervento che esenta” chi è in “più in difficoltà”. Esulta Matteo Salvini: “La Lega è e sarà sempre al fianco di chi porta i sani prodotti italiani sulle nostre tavole”, mentre il Pd rilancia chiedendo un esonero per tutti senza i paletti del reddito. Ma per i diretti interessati non basta; duro il presidente di Altragricoltura Gianni Fabbris: “La politica farebbe bene ad assumersi le proprie responsabilità e non ridurre tutto alle mance dell'Irpef” e annuncia l'arrivo nella capitale di cento trattori da diverse regioni in attesa della manifestazione di Popolo Produttivo

Il terzo mandato agita la maggioranza. La Lega non cede

È ancora tensione tra Lega e FdI sul terzo mandato per i governatori. È il Ministro Luca Ciriani a smontare l'urgenza del tema e, con riferimento al Veneto, storica roccaforte leghista tallonata dai meloniani e al voto nel 2025, precisa: “Senza peccare di modestia, noi vogliamo giocare tutte le partite. Per Zaia, che è stato un ottimo governatore, sarebbe il quarto mandato. L'alternanza potrebbe essere possibile”. Tace Matteo Salvini, concentrato sul ponte sullo Stretto e l'aggiornamento del progetto definitivo, ma anche sulla sfida per le Europee di giugno. In ogni caso, il nodo veneto riaccende lo scontro tra alleati. Archiviato apparentemente quello sulla protesta degli agricoltori, il match nella maggioranza si sposta al Senato. Qui l'arma brandita è un emendamento della Lega che chiede di portare da 2 a 3 i mandati dei presidenti di Regione. Nei corridoi di Palazzo Madama, al momento, il ritiro non è contemplato, anzi. E nonostante la proposta abbia spiazzato e irritato il resto della maggioranza, anche perché presentata al decreto elezioni all'esame della Commissione Affari costituzionali, Ciriani non nasconde le riserve sullo strumento. Il rischio è che, messo al voto, l'emendamento venga bocciato da FdI e FI. In ogni caso il round è rimandato a giovedì prossimo, quando la Commissione potrebbe votare l’emendamento. Giorni preziosi per trovare un accordo, considerando anche che il 21 febbraio Matteo SalviniGiorgia Meloni e Antonio Tajani saranno insieme a Cagliari per chiudere la campagna elettorale di Paolo Truzzu, candidato di coalizione faticosamente trovato in Sardegna. Quello che è certo è che la Lega sembra non aver nessuna intenzione di fare un passo indietro.

Schlein sente Meloni e riesce a far approvare mozione Pd sul MO

Elly Schlein è soddisfatta, la mossa della mozione sul Medio Oriente funziona, la Camera approva l’atto del Pd grazie all'astensione del Governo e con i voti di tutte le opposizioni: la richiesta di un “cessate il fuoco” a Gaza è ora la posizione del Parlamento italiano. La telefonata con Giorgia Meloni arriva all'ora di pranzo, poco prima della discussione in aula: il Governo chiede una riformulazione del passaggio che chiede la sospensione delle ostilità e il Pd acconsente, incassando appunto l'astensione della maggioranza, fondamentale per poter approvare la mozione: dopo la limatura, essa impegna il Governo “a sostenere ogni iniziativa volta a perseguire la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani e a chiedere un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza al fine di tutelare l'incolumità della popolazione civile di Gaza, garantendo altresì la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi e sicuri all'interno della Striscia”. Non tutto il documento Pd passa, la maggioranza non accetta per esempio il punto in cui si chiede di lavorare perché l'Europa proceda al riconoscimento dello Stato di Israele, ma “su questo noi insisteremo”, assicura la Schlein ai giornalisti. I democratici riescono ad ottenere anche l'ok delle altre opposizioni; la mozione di Avs è stata votata per parti separate: il Pd non ha sostenuto due passaggi sull'iniziativa del Sud Africa contro Israele alla Corte penale internazionale e sul Mar Rosso. Nella mozione M5S c'era il passaggio sulle armi a Israele, ma dopo le trattative degli ultimi giorni è stato scritto in una formula che poteva essere accettata dal Pd.

Girandola di accuse tra Pd e M5S 

La tensione fra Giuseppe Conte ed Elly Schlein non accenna a diminuire. Ora lo scontro è su una questione apparentemente non di primo piano: la scelta di alcuni componenti della Commissione di vigilanza su Cassa depositi e prestiti. A far scattare lo scontro è stata l'elezione, sostenuta dalla Lega, di Gianmauro Dall'Olio del M5S. Dagli esponenti Pd è trapelato sconcerto: sono arrivati al voto con la convinzione che sarebbe stato eletto il dem Luciano D'Alfonso. Questo non è che l’ultimo episodio di tensione che ha segnato i rapporti tra M5S e Pd. Il clima è anche più teso dopo il via libera alla mozione del Pd sul Medio Oriente arrivata con l'astensione della maggioranza, frutto delle telefonate fra Schlein e la presidente del consiglio Giorgia Meloni. Per la segretaria del Pd “è estremamente importante che finalmente la Camera abbia approvato una richiesta di cessate il fuoco umanitario immediato”. Il vicepresidente del M5S, Riccardo Ricciardi, ha però ridimensionato il risultato rivendicato dalla segretaria: “E' grave che la maggioranza di Governo si sia astenuta sul cessate il fuoco perché, di fatto, continua a non esprimersi come ha fatto mesi fa all'Onu”. Il punto di vista M5S ribalta quello entusiasta del Pd e restituisce un sapore più di fallimento che di successo: bisogna aspettare la Meloni alla prova dei fatti ma intanto quel voto aiuta il Governo avendolo tolto dall'imbarazzo di dover fare davvero qualcosa per un cessate il fuoco, visto che la maggioranza non lo ha votato. 

L’Italia rallenta e si fa strada l’ipotesi di una manovra correttiva

L'economia italiana rallenta rispetto alle previsioni. Dopo che anche la Commissione Ue ha limato le proprie stime, portandole ai livelli degli altri principali istituti, gli obiettivi della Nadef appaiono ormai superati. E un Pil più basso complica le cose non solo per il percorso di rientro del debito, che a dicembre torna a rialzare la testa, ma soprattutto per il deficit. Per il Mef la situazione è sotto controllo e per ora non si ritiene necessaria una manovra aggiuntiva. Le nuove stime di Bruxelles abbassano l'asticella della crescita italiana 2024, portandola allo 0,7% (dallo 0,9% indicato a novembre), mentre per il prossimo anno è confermato un +1,2%. Negli ultimi mesi l'aggravarsi dello scenario geopolitico internazionale ha complicato il quadro. Il Ministro Giancarlo Giorgetti, che già a novembre apriva alla possibilità di “correggere al ribasso” la stima sul Pil 2023 (+0,8%). Sarà il Def ad aprile a mettere nero su bianco le nuove previsioni, che terranno conto degli ultimi dati aggiornati dell'Istat, che il primo marzo diffonderà il dato definitivo sul Pil 2023. Intanto il debito riprende il proprio percorso di crescita: a fine dicembre 2023, secondo i dati della Banca d'Italia, è salito a 2.862,8 miliardi, ben 105,3 miliardi in più rispetto all'ammontare del 2022. Bruxelles deciderà a fine giugno sull'avvio delle procedure per deficit eccessivo se non venisse fatta una manovra correttiva; il Commissario Ue all'Economia Paolo Gentiloni è cauto: “Non è mai modo di agire della Commissione parlare di manovre correttive tanto meno di fronte a cambiamenti dello zero virgola”. Le previsioni italiane sono “largamente nella media Ue” e si può archiviare l'idea che il nostro Paese sia fanalino di coda; si può dunque avere fiducia in una “ripresa”, assicura, per la quale “molto importanti” saranno le riforme e gli investimenti del Pnrr

Pd e Avs presentano un esposto sul ponte sullo stretto. Salvini: l’opera si farà

Angelo BonelliElly Schlein e Nicola Fratoianni hanno presentato un esposto alla Procura di Roma per denunciare condotte ritenute poco trasparenti sulla ripresa del progetto che dovrebbe collegare Sicilia e Calabria. L'esposto parte dal decreto varato dal governo Meloni del marzo 2023: il testo, su impulso del vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, rimette in moto gli ingranaggi dell'iter per la costruzione del ponte a campata unica “attraverso la ripresa del rapporto concessorio con la società Stretto di Messina Spa, la ripresa dei rapporti contrattuali tra la medesima società concessionaria, il contraente generale e gli altri soggetti affidatari dei servizi connessi alla realizzazione dell'opera”. In particolare, vengono citati articoli e commi del testo con cui l'esecutivo fa “rivivere i rapporti contrattuali tra la società concessionaria Stretto di Messina Spa e il contraente generale (una associazione temporanea di impresa capeggiata da Webuild), mediante la stipula di atti aggiuntivi ai contratti caducati”, ovvero che avrebbero perso efficacia. Non solo, i tre leader del centrosinistra vogliono vederci chiaro anche su un incontro svelato da un'inchiesta della trasmissione di Rai3 Report. Secondo quanto riferito in onda, “Salvini, prima di varare il decreto Ponte, aveva incontrato l'ex ministro Pietro Lunardi e il costruttore Pietro Salini”Matteo Salvini sceglie i social per replicare: “Il partito dei no è senza vergogna: non vincono nelle urne e allora usano i tribunali provando a fermare un’opera che porterà lavoro, sviluppo e crescita per Sicilia, Calabria e tutto il Paese. La sinistra se ne faccia una ragione: il Ponte si farà e sarà un vanto per tutta Italia. Avanti tutta”. 

La protesta trattori si sgonfia. FdI punta il dito sull’Ue

La manifestazione degli agricoltori a Roma alla fine si è sgonfiata. Al Circo Massimo, infatti, arrivano 1.500 persone per aderire alla protesta indetta da Cra-Agricoltori traditi, con 10 trattori e 1 minivan che hanno sfilato dal presidio di Cecchina fino alle strade della Capitale. Trecento circa, invece, i partecipanti al presidio in Campidoglio di Altra Agricoltura e Popolo produttivo; lontana la cifra di 5mila stimata da Danilo Calvani e gli altri membri del movimento che da settimane gridano per ottenere dal governo interventi a favore del settore, prendendosela anche con le regole stabilite dall'Ue. Dal palco molti gli interventi dai toni accesi contro il Governo e le associazioni degli agricoltori; più di uno se la prende con Coldiretti che lo scorso mese di ottobre in tre giorni aveva riempito proprio lo spazio del Circo Massimo con circa 2 milioni di persone per il Villaggio con gli stand dei coltivatori diretti. Il Ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida però, respinge le accuse. “Abbiamo fatto tutto il possibile per la categoria”, e sulla scelta di ripristinare le esenzioni sull'Irpef agricola rivela di averlo “già proposto quando abbiamo scritto la manovra, ma con senso di responsabilità ho accettato la linea del ministro Giancarlo Giorgetti: non c'erano risorse”. Lollobrigida ricorda, poi, che questa “non è certo la richiesta principale di chi protesta, la partita vera è europea, in particolare va rivista la Pac. Questo Governo è diventato un modello per gli agricoltori di tutto il continente per le norme sulla carne sintetica, quelle sul carburante agricolo e per le risorse del Pnrr che abbiamo messo in campo”. 

Via libera al progetto del Ponte sullo Stretto. Esulta Salvini

Il Ponte sullo Stretto compie un piccolo passo verso la realtà: il Cda della società Stretto di Messina ha approvato la Relazione di aggiornamento al progetto definitivo. “Confermo che l'intenzione è aprire i cantieri entro l'anno 2024 e aprire al traffico stradale e ferroviario il Ponte nel 2032”, ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini al question time al Senato.In particolare, la Relazione “ha attestato la rispondenza del progetto definitivo al progetto preliminare”; è stato, fra l'altro, approvato l'aggiornamento della documentazione ambientale, l'analisi costi-benefici, l'aggiornamento del piano degli espropri, il programma di opere anticipate da avviare dopo l'approvazione del progetto definitivo da parte del Cipess. Confermate tutte le caratteristiche tecniche dell'opera e dei suoi collegamenti a terra. Il Ponte, il cui costo è salito a 13,5 miliardi dagli 8,5 miliardi del 2011, sarà lungo 3,3 km e sarà progettato per avere una vita di 200 anni. Sarà in grado “di garantire” tempi medi di attraversamento “di circa 15 minuti” per i servizi ferroviari e di “circa 10/13 minuti su gomma”. Le opere stradali e ferroviarie di collegamento del Ponte al territorio comprendono 40 km di raccordi viari e ferroviari (circa l'80% sviluppati in galleria) che collegheranno, dal lato Calabria, l'autostrada del Mediterraneo (A2) e la stazione di Villa San Giovanni e, dal lato Sicilia, le autostrade Messina-Catania (A18) e Messina-Palermo (A20) nonché la nuova stazione di Messina. Sul fronte occupazionale, per tutta la durata del cantiere (7 anni) si avrà un impatto diretto di circa 30.000 unità lavorative per anno cui aggiungere l'impatto indiretto e indotto, stimato in 90.000 unità, per un totale di 120.000 unità lavorative generate dell'opera, spiega la società. Per Salvini il Ponte sullo Stretto è un'opera che “porterà sviluppo e crescita non solo in due regioni affamate di infrastrutture e di lavoro ma in tutta Italia”. 

La campagna elettorale in Sardegna è al rush finale

Comincia con l'arrivo del leader del M5S Giuseppe Conte il rush prima delle elezioni regionali in Sardegna che dovranno decidere chi tra Alessandra Todde per il campo largo Pd-M5S, Renato Soru per la Coalizione sarda, Paolo Truzzu per il centrodestra o l'outsider Lucia Chessa con Sardegna R-esiste, dovrà guidare l'Isola per i prossimi cinque anni. Test nazionale prima delle Europee, soprattutto per la coalizione guidata da Giorgia Meloni, le consultazioni sarde hanno convinto la premier alla trasferta per chiudere la campagna elettorale mercoledì 21 febbraio alla Fiera di Cagliari insieme ai due leader alleati di Lega e Fi, Matteo Salvini e Antonio Tajani. Da oggi e fino al 25 febbraio sarà quotidiano l'arrivo nell'Isola di Ministri; tra i più presenti proprio il vice premier Salvini, che è già stato in Sardegna tre volte e tornerà ancora prima della chiusura a tre, il prossimo fine settimana, quando è atteso nel Medio Campidano, a Cagliari e Oristano. Dopo Alfonso Urso e Marina Calderone di Fdi e Giuseppe della Lega, arrivano gli esponenti del governo di Fi, oggi con Gilberto Pichetto Fratin nella sede di Confindustria a Cagliari ed Elisabetta Alberti Casellatia Sassari. Sabato 17 è la volta di Anna Maria Bernini a Lula, sede dell'Einstein Telescope, con chiusura a Cagliari, e dopo una settimana sarà il turno di Paolo Zangrillo (Pubblica Amministrazione). Giuseppe Conte, in campo per la Todde, è partito ieri da Sassari per un tour che toccherà i principali centri sardi e terminerà sabato a Cagliari. E sull'eventualità che ci possa essere una chiusura della campagna con la segretaria del Pd Elly Schlein, già volata in Sardegna per due volte, Conte risponde: “Adesso ci ragioniamo, assolutamente. Io sono sempre a disposizione”. In ogni caso le elezioni in Sardegna del 25 febbraio saranno importanti per dare una prima indicazione nazionale sulla tenuta della maggioranza e su quanto costruito dai partiti delle opposizioni.

I sondaggi della settimana

Negli ultimi sondaggi realizzati dall’Istituto SWG il 12 febbraio, Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni si conferma il primo partito italiano, con il 27,9%, davanti al PD (19,7%). Più di 12 punti percentuali in meno per il Movimento 5 Stelle al 15,7%. Da sottolineare come il distacco tra FdI e la seconda forza politica nazionale (PD) sia pari a 8,2 punti percentuali. Nell’area delle sinistre, la lista rosso-verde Alleanza Verdi e Sinistra è stimata al 4,2%, mentre Unione Popolare all’1,5%. Nell’area centrista, Azione è data al 4,3%, mentre Italia Viva al 3,1%. Nella coalizione del centrodestra, Lega scende all’8,3%, Forza Italia rimane stabile a 7,3%. Per l’Italia sale all’1,7%

sondaggi.swg-16-2-24.jpeg

La stima di voto per la coalizione di centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) scende al 43,5%, mentre il centrosinistra, formato da PD, +Europa e Alleanza Verdi-Sinistra, sale al 26,4%. Il Polo di centro, composto da Azione e Italia Viva, rimane invariato al 7,4%; fuori da ogni alleanza, il M5S scende al 15,7%.

Coalizioni-16-2-24.png

 



Seguici sui Social


2

Nomos Centro Studi Parlamentari è una delle principali realtà italiane nel settore delle Relazioni IstituzionaliPublic Affairs, Lobbying e Monitoraggio Legislativo e Parlamentare 

Vuoi ricevere tutti i nostri aggiornamenti in tempo reale? Seguici sui nostri canali social