Le elezioni regionali in Piemonte rientrano tra gli appuntamenti elettorali dell’Election Day del 26 maggio in cui si voterà per le Europee, per le Amministrative e per le elezioni suppletive della Camera nei collegi di Trento e Pergine Valsugana (TN). I cittadini piemontesi si recheranno alle urne dalle 7 alle 23 per l’elezione del nuovo presidente della Regione e dei 50 consiglieri regionali. L’esito elettorale avrà importanti riflessi sullo scenario politico regionale e nazionale, in particolare per quanto riguarda la realizzazione della TAV. I candidati che si sfideranno per guidare la regione sabauda nell’XI legislatura sono l’attuale Presidente Sergio Chiamparino, sostenuto per un secondo mandato da una coalizione di centrosinistra composta dal Partito Democratico, +Europa, Liberi e Uguali e una serie di liste minori; l’eurodeputato forzista uscente Alberto Cirio, sostenuto dal centrodestra unito (Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia), UdC e da una civica pro Tav; il consigliere regionale Giorgio Bertola, candidato del Movimento 5 Stelle; l’ex consigliere comunale a Torino per l’UdC e attuale presidente del Movimento per la Vita – Piemonte, Valter Boero, sostenuto dal Popolo della famiglia.

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Centrosinistra

(Partito Democratico, Moderati per Chiamparino, Chiamparino Sì Demos, Italia in Comune, Chiamparino per il Piemonte del Sì, +Europa Si Tav e Liberi Uguali Verdi)

I partiti di centrosinistra si sono compattati intorno al presidente uscente Sergio Chiamparino, che ha alle spalle una storia ventennale nelle istituzioni piemontesi. Eletto alla Camera nel 1996, nel 2001 è diventato sindaco di Torino, carica ricoperta fino al 2011. Nel 2014 viene eletto Presidente della Regione con quasi il 47% dei voti. Oltre che dal PD, è appoggiato da +Europa, da Liberi Uguali Verdi (composta da esponenti di Articolo Uno - MdP, Sinistra Italiane e Verdi) e da una serie di liste minori quali: i Moderati, partito di ispirazione centrista e popolare guidata dall’ex deputato PD Giacomo Portas, il partito dei cattolici popolari ed europeisti Democrazia solidale (Demos) guidato a livello nazionale dall’ex viceministro agli esteri nei governi Renzi e Gentiloni, Mario Giro, e dal consigliere regionale del Lazio, Paolo Ciani. Fa parte della squadra anche Italia in Comune, il movimento fondato da Federico Pizzarotti che accoglie i delusi del M5S e qualche esponente di Sinistra e Libertà e la civica della lista del Presidente, Chiamparino per il Piemonte del Sì.

Centrodestra

(Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia, UdC e Sì Tav Sì Lavoro per il Piemonte nel cuore)

E’ Alberto Cirio il candidato della coalizione di centrodestra composta da Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia, UdC e la civica Sì Tav, Sì Lavoro per il Piemonte nel cuore. Quest’ultima lista civica è nata dalla sinergia tra Mino Giachino, ex Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel governo Berlusconi IV, promotore della petizione online Sì Tav, e Gian Luca Vignale, fondatore della lista civica Piemonte nel cuore, presentata in vista delle elezioni regionali del 2019 con la vocazione di essere uno “sbocco naturale per le liste civiche di centrodestra del Piemonte”. Tra gli obiettivi della lista Sì Tav, Sì Lavoro per il Piemonte nel cuore, oltre quello di “rappresentare il Piemonte dimenticato”, rientrano le politiche sociali, la sanità e la realizzazione della Tav. Il candidato è Alberto Cirio, quarantasette anni, in passato è stato vicesindaco di Alba con la Lega Nord, per poi passare a Forza Italia con cui è stato consigliere e vicesindaco. Dal 2010 al 2014 ha ricoperto la carica di assessore regionale all’Istruzione, Sport e Turismo nella giunta Cota e alle elezioni del 2014 è stato eletto al Parlamento Europeo per Forza Italia. Tra i punti più importanti del suo programma elettorale rientrano il potenziamento dell’autonomia e della partecipazione del Piemonte ai fondi europei, la delegificazione e la sburocratizzazione.

Movimento 5 Stelle

Il Movimento 5 Stelle ha rifiutato, come ormai consuetudine, ogni forma di alleanza. La scelta del Movimento 5 Stelle è ricaduta sul consigliere regionale uscente Giorgio Bertola di 49 anni, Originario di Moncalieri, con 1.540 voti ha avuto la meglio su Luca Zacchero, nella votazione online sulla piattaforma Rousseau. Dipendente prima e libero professionista in ambito commerciale poi per aziende di prodotti e servizi, nel 2008 si è unito ai gruppi Meetup degli Amici di Beppe Grillo. In seguito alle elezioni regionali del 2014 è stato eletto consigliere e capogruppo a Palazzo Lascaris. Tra le priorità del Movimento, anche per la regione Piemonte, il potenziamento del lavoro tramite la riforma dei centri per l’impiego pubblici, sostegno alle fasce più deboli, il sostegno all’innovazione e alle start up e la contrarietà alla realizzazione della Tav.

Il sistema elettorale 

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Il sistema elettorale piemontese prevede una doppia competizione: maggioritaria nel caso dell’elezione del Presidente in cui vince il candidato che ottiene un voto in più (senza la possibilità di accedere al ballottaggio); mista nel caso dell’elezione dei 50 consiglieri regionali in cui 40 di questi vengono assegnati proporzionalmente ai voti ricevuti a livello provinciale (nel dettaglio, 4 seggi ad Alessandria, 2 ad Asti, 2 a Biella, 5 a Cuneo, 3 a Novara, 21 a Torino, 1 a Verbano Cusio Ossola, 3 a Vercelli) alle liste che superano la soglia di sbarramento regionale del 3%. I restanti dieci vengono assegnati come premio di maggioranza al Presidente eletto pescando dal listino bloccato a lui collegato. Se le liste di maggioranza superano il 50% dei seggi, il premio di maggioranza si dimezza.

Le modalità di voto ammesse sono molteplici ma riconducibili al principio per cui il voto espresso in favore di una lista provinciale si intende espresso anche in favore del Presidente, mentre il voto espresso solo in favore del Presidente (o per la lista provinciale da lui guidata) non si estende ad alcuna delle liste provinciali collegate. E’ possibile inoltre indicare un solo voto di preferenza ed è ammesso il voto disgiunto. Per la particolare natura del sistema elettorale, è utile ricordare che, dato che i seggi vengono attribuiti in base al risultato dei partiti a livello provinciale, è possibile che alcune liste pur superando il 3% non riescano ad eleggere dei consiglieri a causa della c.d. “soglia implicita”.

Il Commento di Nomos

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Le elezioni in Piemonte si configurano come un test importante per il Governo, soprattutto per la Lega. La coalizione di centrodestra, guidata dal partito di Salvini, ha trionfato in tutte le elezioni regionali successive al 4 marzo, ma per la prima volta si trova davanti ad una situazione quanto mai aperta. Secondo gli ultimi sondaggi, la situazione è di sostanziale parità tra centrodestra e centrosinistra con Sergio Chiamparino e Alberto Cirio dati entrambi al 40% circa nelle intenzioni di voto dei piemontesi, con il M5S sotto il 20% dei voti. Data la concomitanza con le Europee, è lecito pensare che possa verificarsi una sorta di effetto trascinamento con il risultato di influenzare l’esito regionale. 

Nel caso della vittoria di Alberto Cirio, la Lega aumenterebbe ancora di più il proprio peso all’interno dell’esecutivo e potrebbe accelerare la questione dell’autonomia differenziata dal momento che governerebbe in quasi tutte le regioni del Nord, in caso contrario verrebbe meno il mito dell’invincibilità leghista, cosa che il Movimento 5 Stelle, pur non potendosi intestare la vittoria, potrebbe sfruttare per riguadagnare spazio di manovra nei rapporti con l’alleato salviniano. Inoltre, la riconferma di Sergio Chiamparino sarebbe un segnale di ripresa importante per Pd, a testimonianza sia della forza del candidato sia della validità del nuovo corso intrapreso con la segreteria del Presidente del Lazio, Nicola Zingaretti. Quello che sembra certo è la realizzazione della Tav in quanto entrambi i candidati principali sono favorevoli alla realizzazione dell’opera.

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