In questi ultimi anni, è cresciuto notevolmente l’impatto delle elezioni locali nel dibattito pubblico soprattutto alla luce della “valenza nazionale” che i vari leader dei partiti assegnano a questo tipo di consultazioni elettorali. Vista questa tendenza, oramai consolidata, è utile fare una panoramica dei prossimi appuntamenti elettorali che vedranno i cittadini italiani chiamati al voto. A testimonianza di questo, di grande importanza sono state le elezioni regionali in Abruzzo, che hanno aperto il 2019 dal punto di vista elettorale. In questa votazione, si è assistito alla più grande affermazione della Lega in una zona non riconducibile al classico territorio padano e alla contestuale frenata del M5S in una zona di tradizionale insediamento grillino. Per capire se si tratterà di un cambiamento reversibile oppure più strutturale, sarà necessario, prima di tutto, aspettare l’esito delle altre cinque regioni chiamate al voto nel corso dell’anno, e in secondo luogo, l’esito delle Europee e le elezioni amministrative di fine maggio.

Le Elezioni Regionali 2019

Come detto, il 2019 si è aperto con le elezioni regionali in Abruzzo del 10 febbraio che hanno decretato la vittoria del candidato di centrodestra Marsilio. Nel corso del 2019, saranno cinque le Regioni chiamate al voto per il rinnovo del Consiglio Regionale e l’elezione del Presidente di Regione. Le giunte uscenti di tutte le regioni interessate sono sostenute da maggioranze di centrosinistra. In seguito alle vittorie del centrodestra in Abruzzo, Trentino – Alto Adige e Molise, ci si chiede quale sarà la sorte delle prossime giunte da eleggere.

La prossima regione in cui gli elettori si recheranno alle urne sarà la Sardegna, domenica 24 febbraio. Il governatore uscente Francesco Pigliaru del PD non si è ricandiato e quindi la coalizione di centrosinistra ha schierato Massimo Zedda, attuale sindaco di Cagliari. Il centrodestra candida invece il senatore Christian Solinas eletto con la Lega dopo un accordo con il proprio partito, il Partito Sardo d'Azione. Il M5S, che alle Politiche 2018 aveva dominato nella regione, schiererà Francesco Desogues

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In seconda battuta, sarà la Basilicata a recarsi alle urne. La regione lucana, nel corso della Seconda Repubblica, è sempre stata considerata un feudo rosso, una tradizione che è venuta meno alle ultime elezioni politiche quando il M5S si è classificato primo partito con più del 44% dei voti e la Lega è riuscita ad eleggere per la prima volta nella storia un senatore. Le elezioni per il rinnovo degli organi regionali, che si sarebbero dovute tenere a novembre 2018, sono slittate a causa dell’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto il governatore uscente Marcello Pittella del PD (ad oggi le attività della Giunta sono presiedute dalla vicepresidente Flavia Franconi) e sono state fissate per il 24 marzo.  Nonostante l’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto Pittella, sembra che il candidato di centrosinistra rimarrà lui. Per il M5S la scelta è ricaduta su Antonio Mattia che ha ottenuto 332 voti sulla piattaforma Rousseau e per il centrodestra sul generale della Guardia di Finanza, Vito Bardi.

Election Day per il Piemonte che voterà per il governatore nello stesso giorno delle elezioni per l’Europarlamento, ovvero il 26 maggio. A contendersi la poltrona più alta del Palazzo della Regione, saranno il governatore uscente del PD, Sergio Chiamparino, che dopo una iniziale titubanza ha deciso di ripresentarsi; il consigliere regionale uscente Giorgio Bertola per il M5S dopo le consuete consultazioni su Rousseau; il centrodestra, al momento, non ha ancora trovato la quadra in quanto il nome proposto da Silvio Berlusconi, l’eurodeputato forzista Alberto Cirio, non scalda gli animi dei leghisti.  Il 2019 si chiuderà con le elezioni regionali in Calabria ed Emilia-Romagna, previste entrambe per il mese di novembre.

Le Elezioni Europee 2019

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Secondo quanto deciso dal Consiglio dell’Unione europea, le elezioni europee del 2019 si terranno nei 27 stati membri dell'Unione europea tra il 23 e il 26 maggio 2019. In Italia, si voterà domenica 26 maggio mentre l’inizio dello spoglio dei voti inizierà alle 23.00 del 26 maggio, in modo tale da rendere simultaneo lo scrutinio in tutta l'Unione. Le elezioni europee del 2019 rappresenteranno la nona tornata elettorale per il Parlamento europeo.

Proprio in questi mesi il Parlamento europeo ha elaborato una proposta che prevede la riduzione a 705 del numero di deputati eletti al Parlamento europeo, 46 seggi in riserva per liste paneuropee e allargamento a nuovi Stati membri e ridistribuzione di 27 seggi a 14 paesi sottorappresentati. Secondo la nuova ripartizione, successiva all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, i rappresentanti italiani dovrebbero andare ad occupare 76 seggi. Questa redistribuzione dei seggi entrerà in vigore solo dopo l’effettiva uscita del Regno Unito dall’Unione Europea prevista per il 29 marzo 2018.

Le Elezioni Comunali 2019

La data ufficiale delle elezioni comunali 2019 non è ancora stata stabilita, anche se al momento la data ufficiosa sembra coincidere con quella delle elezioni europee, ovvero il 26 maggio 2019. Unica eccezione sarà rappresentata dalla Sicilia, dove i cittadini di Caltanissetta saranno chiamati alle urne il 28 aprile per il primo turno e il 12 maggio per il ballottaggio.

Complessivamente, considerando tutte le regioni, sono interessati gli elettori di 3.837 comuni, di cui il 95% appartenenti a regioni a statuto ordinario e i restanti a statuto speciale. L’elenco dei comuni è ancora provissorio perché a questi si potrebbero aggiungere altri comuni i cui consigli comunali potrebbero essere sciolti con decreto del Presidente della Repubblica entro il 24 febbraio 2019.

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Ad oggi, tra i comuni al voto, troviamo 28 capoluoghi, cui 6 di regione e 22 di provincia.  I capoluoghi di regione interessati al voto sono: Bari, Campobasso, Firenze, Perugia e Potenza. Tra i numerosi capoluoghi, diciannove sono retti da un’amministrazione di centrosinistra, mentre cinque sono nelle mani del centrodestra e solamente uno, quello di Livorno, è governato da parte del Movimento 5 Stelle.

Particolari sono, invece, i casi di Avellino e Lecce dove l’amministrazione eletta non è arrivata a concludere il proprio mandato. In entrambi i casi, è stato nominato un Commissario prefettizio per accompagnare il comune fino alle successive elezioni.

Nel caso del sindaco di Avellino, Vincenzo Ciampi, esponenente del Movimento 5 Stelle, la sua esperienza si è conclusa dopo solo cinque mesi. Il consiglio comunale ha approvato la mozione di sfiducia, dovuta ad una mancanza, sin dall’inizio, di maggioranza in consiglio comunale a causa del fenomeno dell’anatra zoppa. Questo evento ha determinato la nomina di Giuseppe Priolo come Commissario Prefettizio. Sorte simile per il comune di Lecce, che lo scorso 11 gennaio, si è trovato di fronte alle dimissioni del primo cittadino Carlo Salvemini, sostenuto dal Partito Democratico e da civiche di centrosinistra. La sua decisione ha determinato la nomina di un Commissario Prefettizio, Ennio Mario Sodano. Le sue dimissioni sono arrivate in seguito all’approvazione del bilancio preventivo 2019 con 15 voti favorevoli e 16 astenuti. Proprio negli stessi minuti, i consiglieri di centrodestra ratificavano le proprie dimissioni di fronte a un notaio. Il candidato di centrosinistra ha, però, lasciato le porte aperte per una possibile ricandidatura alle prossime elezioni.

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