A due settimane dal primo turno, domenica 9 giugno si sono tenuti i ballottaggi per il rinnovo di moltissime amministrazioni comunali. L’affluenza è calata fortemente: a urne chiuse, nei comuni chiamati al voto si è recato ai seggi solamente il 52,1% degli elettori, un dato in discesa rispetto al primo turno (68,2%). Una contrazione che non sorprende se pensiamo al fatto che i candidati esclusi dal ballottaggio non sempre danno un’indicazione di voto per il secondo turno e che la concomitanza delle Europee poteva aver “drogato” il dato dell’affluenza del 26 maggio.

Nei 15 comuni capoluogo andati al ballottaggio, il centrosinistra partiva in vantaggio governando 9 comuni, contro i 4 del centrodestra e i 2 del M5S. L’esito del secondo turno ha portato ad un sovvertimento: il centrodestra ha strappato Biella, Ferrara, Forlì e Vercelli al centrosinistra arrivando a quota 9. Il centrosinistra ha risposto riprendendosi Livorno e Rovigo rispettivamente amministrate da M5S e centrodestra. Il partito di Di Maio ha potuto giorire per aver conquistato Campobasso ma ha dovuto abdicare, come già detto, a Livorno e ad Avellino. Proprio nella città irpina, si è imposto un candidato civico di area progressista che al ballottaggio ha superato il candidato ufficiale del PD.

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Complessivamente, si è assistito ad un ritorno ad una competizione bipolare quando si tratta di elezioni amministrative. Nonostante il centrosinistra abbia conquistato più comuni del centrodestra in questa tornata elettorale (112 vs 85), come ricordato da YouTrend, è interessante notare come questa sia la terza tornata consecutiva di elezioni amministrative in cui il centrosinistra fa registrare un pesante arretramento rispetto alla situazione di partenza (si partiva dai 153 comuni amministrati della vigilia). Di questo trend ne ha giovato il centrodestra che è passato da 40 agli attuali 85 comuni amministrati dimostrandosi performante al ballottaggio nonostante la tradizionale smobilitazione dell’elettorato moderato in questo tipo di consultazioni elettorali. È da registrare anche la discreta performance dei candidati civici che arrivano a quota 23 comuni amministrati dimostrandosi capaci di intercettare voti in modo trasversale. Discorso a parte per il M5S che, da un lato, mostra una radicata incapacità nel trovare una classe dirigente appetibile per le elezioni amministrative, dall’altro si dimostra “un asso pigliatutti” quando riesce ad approdare al ballottaggio come successo a Campobasso.

I risultati nel Nord Italia

Nonostante la grande forza della Lega nel Nord Italia, i capoluoghi di provincia lombardi rimangono un terreno scivoloso per le forze di centrodestra. A parte la vittoria a Como nel 2017 e l’affermazione di due settimane fa a Pavia con il leghista Mario Fabrizio Fracassi, i rimanenti capoluoghi lombardi sono in mano al centrosinistra come successo a Cremona che ha premiato il sindaco uscente Gianluca Galimberti del PD. Nella città delle tre “T”, sono stati i voti leghisti a mancare al centrodestra: solo il 51% di chi ha votato Lega alle Europee ha votato il candidato leghista Carlo Malvezzi, mentre il 23% ha scelto il candidato di centrosinistra e ben il 27% ha deciso di non votare. A Rovigo, invece, si è assistito alla rimonta del candidato di centrosinistra Edoardo Gaffeo che pur partendo da una posizione di svantaggio al primo turno (25,4%), è riuscito a convincere 4 elettori su 10 del M5S che l’hanno portato al 50,9%. Impresa che non è riuscita alla leghista Monica Gambardella che, pur partendo dal 38,2%, non è riuscita a rimobilitare gli elettori di centrodestra per il secondo turno (nello specifico, il 37% dei voti della Lega e la metà dei voti di FI e FdI alle Europee sono finiti nell’astensione).

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In Piemonte, il centrodestra ha conquistato Vercelli: il forzista Andrea Corsaro è diventato sindaco nonostante lo smobilitamento dell’elettorato leghista (circa il 40% degli elettori delle Europee). A Biella, l’onda lunga della vittoria di Alberto Cirio ha permesso a Claudio Corradino di imporsi sul civico Dino Gentile di 346 voti riportando il centrodestra alla guida della città piemontese, mentre a Verbania è stata riconfermatala la dem Silvia Marchionini per 170 voti nonostante partisse con un gap di circa 1.400 voti rispetto al candidato di centrodestra.

In Emilia – Romagna la situazione è stata molto particolare: a Carpi e a Reggio Emilia il centrosinistra ha vinto con un ampio margine sul centrodestra (sfruttando nel capoluogo reggiano la smobilitazione pressoché totale del M5S e le difficoltà dei leghisti nel tornare a votare al ballottaggio) riconfermando rispettivamente i due sindaci uscenti Alberto Belelli (61,4%) e Luca Vecchi (63,3%); dall’altra parte, due città “rosse” come Ferrara e Forlì sono passate per la prima volta al centrodestra: nella città degli Este, si è imposto l’ex sindaco di Bondeno Alan Fabbri  con il 56,8% grazie ai voti del M5S, mentre a Forlì la vittoria di Gian Luca Zattini (53,1%) è avvenuta grazie ai voti di chi ha votato M5S alle scorse politiche. A Cesena, infine, è passato il centrosinistra con Enzo Lattuca che raggiunge il 55,7% dei voti grazie all’incapacità del centrodestra di rimobilitare il proprio elettorato.

I risultati nel Centro Italia

Al secondo turno il Centro Italia risulta diviso tra centrodestra e centrosinistra. Livorno è tornata al centrosinistra dopo esser stata amministrata per cinque anni dal Movimento 5 Stelle. Al secondo turno, il giornalista Luca Salvetti ha ottenuto il 63,3% delle preferenze, contro il 38,6% del meloniano Andrea Romiti per il centrodestra. La vittoria del centrosinistra è dipesa da due fattori: l’essere riusciti a rimobilitare l’elettorato di centrosinistra (anche quello che nel 2018 aveva votato M5S) andando anche a pescare nel bacino di elettori della sinistra radicale che il 26 maggio avevano votato per Marco Bruciati, sostenuto da Potere al Popolo! e Buongiorno Livorno, totalizzando il 14,3%.

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Il centrosinistra si è imposto anche a Cassino nonostante il risultato sia stato in bilico fino alla fine: il candidato di centrosinistra, l’ex assessore al Bilancio Enzo Salera, si è affermato sull’avversario di centrodestra, il sindaco uscente Mario Abbruzzese, ottenendo il 58,8% delle preferenze. Tra le vittorie del centrosinistra si segnalano anche Fano e Prato. A Prato, il sindaco dem uscente Matteo Biffoni, con il 56% dei voti, ha avuto la meglio sull’avversario Daniele Spada. A decretare la vittoria del sindaco uscente è stato l’astensionismo totale degli elettori del M5S, cosa che non ha permesso allo sfidante di recuperare lo svantaggio nonostante gli elettori delle altre civiche escluse dal ballottaggio si fossero orientati su Daniele Spada. A Fano, il candidato del centrosinistra Massimo Seri ha portato a casa il 63,1%, ottenendo una vittoria netta sul centrodestra di Luca Tarsi, confermando il risultato del primo turno.

Al centrodestra vanno alcuni comuni rilevanti nel Lazio come Civitavecchia, Ciampino e Tivoli. A Civitavecchia l’avvocato Ernesto Tedesco, già vicensindaco e assessore alla cultura, ha avuto la meglio sull'avversario Carlo Tarantino, mentre a Ciampino la sindacalista Daniela Ballico con il 54,1% dei voti è riuscita ad espugnare la tradizionale roccaforte di centrosinistra. Si riconferma sindaco di Tivoli il candidato Giuseppe Proietti, sostenuto da dodici liste civiche, che totalizza 65,3 % dei voti contro il candidato leghista Vincenzo Tropiano che ottiene il 34,7%. L’esito è coerente con il risultati del primo turno e rappresenta un’anomalia rispetto al resto del panorama nazionale dove si riafferma il modello del bipartitismo con il Movimento 5 Stelle escluso ovunque al secondo turno ad eccezione del comune di Campobasso. A Tivoli invece i cittadini hanno scelto l’opzione civica.

Ad Ascoli Piceno, dove sia il Movimento 5 Stelle sia il Partito Democratico non avevano passato il primo turno, vince con il 59,3% delle preferenze il candidato di destra Marco Fioravanti, sostenuto da dieci liste, comprese quelle di Lega e Fratelli d’Italia, affermandosi sul candidato forzista Piero Celani, appoggiato invece da sei liste civiche.  Con la vittoria del candidato leghista Stefano Zuccarini a Foligno, con il 56% dei voti, il centrosinistra ha perso la sua ultima grande roccaforte umbra, governata ininterrottamente da 73 anni.

I risultati nel Sud Italia

La tornata elettorale del 9 giugno nel Mezzogiorno ha conferito il titolo di primo cittadino in nove comuni. A Potenza, città capoluogo della Basilicata, il candidato della Lega Mario Guarente ha vinto di un soffio, 200 voti, su Valerio Tramutoli candidato di Possibile, già candidato presidente nelle scorse elezioni regionali. In Calabria, nel nuovo comune di Corigliano-Rossano il candidato civico Flavio Stasi ha stravinto col 72%. Pur senza alcun apparentamento, ha sconfitto Giuseppe Graziano, leader di una coalizione formata da Lega, FdI e liste civiche di destra, fermo solo al 27,4%.

In Campania, in 3 comuni commissariati su 4, l’hanno spuntata i candidati della coalizione di centrosinistra. Ad Aversa ha vinto senza ostacoli Alfonso Golia, candidato del Pd, col 66% sul leghista Gianluca Golia: il 36enne neosindaco dem partiva dal 37% del primo turno. Ha vinto di misura ad Avellino, nella sfida tutta a sinistra, il candidato civico progressista Gianluca Festa col 51,5% sul candidato dem Luca Cipriano. A Casoria, Raffaele Bene ha vinto nettamente su Angela Russo (Lega, FI, FdI e civiche) col 57,6%: nella sua coalizione non comparivano partiti tradizionali bensì civiche di centrosinistra. A Scafati, dopo due anni di commissariamento, il nuovo primo cittadino è Cristoforo Salvati, candidato di Fratelli d’Italia: l’affluenza bassa (circa il 50%) ha premiato il candidato di destra su Michele Russo fermo al 48,1%.

Campobasso, capoluogo del Molise, è diventato l’unico baluardo a Sud del Movimento 5 Stelle. Roberto Gravina ha conquistato col 69,1% lo scranno di primo cittadino raccogliendo in massa i voti del candidato Antonio Battista (a capo della coalizione di centro sinistra nel primo turno). La candidata Maria D’Alessandro, sua avversaria, con la coalizione di centrodestra si è fermata solo al 30,9% a causa anche della notevole fuga di voti verso l’astensione. A Foggia, si è imposto il centrodestra di Franco Landella (53,3%) contro Pippo Cavaliere e la coalizione di centrosinistra (46,7%). Il sindaco uscente di Forza Italia ha vinto strappando voti al suo avversario nonostante una larga fetta del proprio elettorato non si sia presentato alle urne al secondo turno. A San Severo, nel foggiano, si è imposto il centrosinistra: Francesco Miglio è stato riconfermato sindaco con il 66% di preferenze su Maria Anna Bocola (centrodestra).

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Speciale Amministrative 2019 i risultati del ballottaggio



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